Kachqiant, Pakistan: prima salita per Danny Schoch e Bas Visscher
Ispirati da questo report siamo partiti il 3 giugno 2018 per visitare la valle del Dasbar in Pakistan. L'area si trova nel Raj Hindu, una piccola catena montuosa vicino al Corridoio Wakhan in Afghanistan. Nel 2007 dei francesi furono probabilmente gli ultimi alpinisti a visitare questa valle.
Quando siamo arrivati nel villaggio di Nialthi siamo stati accolti dagli abitanti locali con una serata piena di musica e danze tradizionali. Nonostante questa calorosa accoglienza la polizia del distretto di Ghizer aveva inviato un ufficiale di polizia armato, per garantirci maggiore sicurezza. È rimasto con noi durante tutto il viaggio. A Nialthi abbiamo preso 30 portatori, avevamo in programma di rimanere circa 3 settimane e mezzo nel nostro campo base a 3600 metri.
La bella ed inviolata cima Kachqiant era il nostro obiettivo principale, ma volevamo comunque esplorare anche altre montagne. Durante le salite di acclimatamento abbiamo subito capito che durante il giorno la neve era molto morbida. Camminare ed arrampicare su questa neve sarebbe stato possibile soltanto durante la notte.
Dopo l'acclimatamento abbiamo fissato il nostro campo 2 a 5000 metri e siamo tornati al campo base, dove Danny è stato colpito da una febbre molto alta e mal di testa fortissimo. Il suo stato è peggiorato così gravemente che abbiamo pensato fosse necessaria l'evacuazione in elicottero. Fortunatamente gli antibiotici hanno iniziato a funzionare e si è ripreso molto rapidamente. Potrebbe essere stata una malattia tropicale, ma tornato a casa, nei Paesi Bassi, si è ammalato di nuovo e ancora adesso non conosciamo la causa della sua esatta della malattia.
Qualche giorno dopo Menno, Danny completamente guarito, ed io abbiamo fatto un tentativo per salire il Kachqiant. È stata una grande lotta. Il vento era estremamente freddo e la neve era molto polverosa. Siamo saliti lentamente e la cima era molto lontana. A 5450 metri abbiamo deciso di abbandonare il tentativo.
Dopo il fallito tentativo ci siamo diretti verso due montagne diverse. Menno e Ruud sono andati sulla cresta destra del Chiantir Chish (circa 6200m). Hanno portato una tenda e cibo per 4 giorni, ma a quota 5800 m hanno deciso di ritirarsi. La roccia era molto brutta e c'erano molte valanghe di neve pesante. Fortunatamente hanno apprezzato molto la loro avventura. Avevano anche un'ottima vista sulle montagne circostanti, e l’esplorare la montagna gli ha regalato molte soddisfazioni.
Danny ed io invece siamo partiti per un ultimo tentativo sul Kachqiant. Sapevamo che le condizioni sarebbero rimaste brutte, ma eravamo comunque ottimisti riguardo alle nostre possibilità di vetta. Raggiungere il nostro punto più alto dell’altra volta si è rivelato difficile, ma questa volta c'era meno vento. Un campo in più, un sacco di cibo e piumini pesanti facevano parte della nuova tattica. Alle 2.30 del mattino abbiamo lasciato la tenda a 5500m. La neve immediatamente si è rivelata molto polverosa e non consolidata. Sfortunatamente non è mai migliorata e la salita è stata estenuante, attraverso neve profonda, stratificata a volte sopra del ghiaccio nero durissimo. Un paio di volte abbiamo pensato che fosse impossibile raggiungere la vetta. Abbiamo superato anche un paio di tiri di ghiaccio fino a 70°, ma erano facili rispetto al trascinarsi nella neve profonda. Raggiunta la cresta abbiamo finalmente avuto la sensazione che ce l'avremmo fatta. Era lunga ma meno ripida. Alle 16 abbiamo raggiunto la vetta. Che bel momento!
Il telefono satellitare gps indicava un'altezza di 5990 m, sebbene altre mappe riportino un'altezza superiore a 6000 m. Abbiamo deciso di non rischiare e siamo scesi lungo tutta la via facendo le corde doppie su soste abalakov. Avevamo portato soltanto una corda da 7,8 mm da 60 m, per cui sono state necessarie molte calate. Eravamo infreddoliti e disidratati, ma siamo riusciti a fare tutto in sicurezza. Alle una del mattino abbiamo raggiunto la nostra tenda, completamente esausti. Il giorno dopo ci siamo riposati per molte ore al sole, poi quando ha fatto più freddo siamo scesi lungo la difficile cresta fino a 5000 metri. Sapevamo che ora eravamo al sicuro. Dopo aver dormito un altro po' ci era rimasta soltanto la camminata finale fino a 3600m. È stato molto bello ritornare al campo base. Il giorno successivo il nostro tempo attorno a queste montagne era scaduto. Con il sorriso sulle labbra abbiamo lasciato la valle del Dasbar.
di Bas Visscher
La spedizione è stata aiutata da NKBV e Klimwinkel
Link: www.pakistan-expedition.com, Facebook Pakistanexpedition2018