Nuova via di alpinisti olandesi sulla parete NE del Great Wall of China in Kirghizistan
A differenza delle precedenti spedizioni Bas van der Ploeg, Bas van der Smeede, Bas Visscher, Vincent van Beek, Vincent Perrin e Saskia van der Smeede sono riusciti a raggiungere il campo base trasportati da un enorme camion a 6 ruote. Poi, il Campo Base Avanzato è stato stabilito dopo 10 giorni di esplorazione e trasporto materiale. La strategia era quella di salire in gruppi di due e dopo un primo periodo di tempo instabile gli alpinisti sono partiti su tre linee diverse, con attrezzatura e provviste per 4 giorni. Ben presto però, due dei tre team si sono fermati: Saskia è stata colpita da un sasso e, anche se non ferita gravemente, non poteva continuare, mentre Perrin e Visscher hanno abbandonato il loro tentativo per mancanza di un bivacco al riparo dalle cadute di sassi. Sebbene Vincent van Beek e Bas van der Ploeg avessero continuato lungo il pilastro centrale, alcuni giorni più tardi anche loro sarebbero scesi per mancanza d'acqua e attrezzatura adeguata.
Il giorno dopo il ritorno al Campo Base Avanzato, Bas van der Smeede, Vincent Perrin e Bas Visscher hanno individuato una bella linea sulla parete nord-est della Great Wall of China che sembrava ideale per una salita in stile alpino su una cima ancora vergine. Hanno subito raccolto tutto il materiale a disposizione (da notare che avevano a disposizione soltanto 3 viti da ghiaccio) e il 16 agosto sono partiti alle 05:00 di mattina. Le condizioni erano buone, cielo limpido e freddo, e dopo aver attraversato la terminale hanno salito alcune belle goulotte di ghiaccio. Un salto di 80°, alto 10m, è stato superato con solo un chiodo da ghiaccio ed un birdbeak martellato nel ghiaccio come protezione aggiuntiva. Altro terreno interessante e ghiaccio nero li hanno condotti alla sezione finale.
"Anche se il tratto finale non era verticale" spiega Bas Visscher " viste le difficili condizioni della neve siamo rimasti legati. Il vento aveva creato delle enormi cornici verticali, come non avevo mai visto prima. Più mi avvicinavo alla cima, più la neve diventava polverosa e pericolosa. Siamo dovuti salire con grande attenzione. Appena sotto il punto più alto della cresta ho fatto sosta per assicurare Bas e Vincent. Non riuscivamo a vedere se avevamo raggiunto il punto più alto in assoluto su questa lunghissima cresta orizzontale, ma abbiamo subito concordato che nuotare ulteriormente attraverso queste pericolose cornici di neve sarebbe stato troppo pericoloso. Questa era la nostra cima."
Secondo Bas van der Smeede, la vetta principale si trovava soltanto 40 metri più in alto ma era separata dalla cresta che avrebbe richiesto almeno un'altra mezza giornata. Felici per la loro salita, ma preoccupati per la "missione di dover affrontare 800m di calate su Abalakov" hanno subito iniziato la discesa.
La via è stata chiamata Double Trouble - guaio doppio - in riferimento alla difficile salita e discesa ma anche ai soliti problemi intestinali di cui molti alpinisti soffrono durante le spedizioni." Eravamo felici per la nostra via, un buon premio di consolazione dopo il nostro fallimento sulla parete di roccia" ha spiegato Bas van der Smeede prima di concludere "Ma la parte principale della parete est rimane ancora inviolata e rappresenta una grande sfida per le future spedizione. Se il tempo lo permette."