In Val di Enghe, Sappada, la nuova via di misto 'I 3 Orchi'
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Alcuni anni fa avevo visto questa grande linea che oltrepassava lo strapiombo sull’anfiteatro della cascata classica L’orco va in Vacanza e quest’anno ho deciso che era ora di andare a provarci.
Così il 18 Gennaio, in compagnia dello scudiero inarrestabile Lorenzo Zanella e del maestro Marco Ronchi, alle sue prime esperienza su questo stile, ci ritroviamo all’attacco di questo progetto. I due tiri inziali (in comune con l’orco va in vacanza) li superiamo veloci e spediti, poi tocca al terzo tiro che mi fa capire fin dai primi metri verticali che andava cambiata l’impostazione della centralina e messa in modalità Sport. Passando attraverso frange, candelette e qualche cavolfiore trovo le linea più sicura e dopo un traverso delicato raggiungo il posto dove mettere la sosta. Ne è uscito uno dei tiri di ghiaccio più belli e impegnativi che abbia mai salito e raccomando ai futuri ripetitori di prestare attenzione e non sottovalutarlo.
Mi raggiunge così in sosta Lorenz come un treno e si prepara, armato di pazienza, nell’assicurarmi sull’apertura del tiro successivo, il tiro chiave della via. Marco invece decide di restare sotto a fare delle foto.
Parto determinato e carico, metto una vite nel punto più alto di una colonna e salgo la prima sezione di misto fino ad arrivare su una buona bolla dove mi appendo con la picozza e piazzo il primo spit. Avanzo e il tiro resta sempre impegnativo, molto fisico e delicato fino all’uscita sul festone sommitale dove finalmente riesco a tirare un po’ il fiato e raggiungere il posto per posizionare la seconda sosta e calarmi.
Il 22 gennaio quindi ritorno con Marco con l’obbiettivo di finire la via e così dopo una gran bella acciaiata ci ritroviamo sull’ultima sosta pronti per aprire l’ultimo tiro che sarà la ciliegina sulla torta di questa via, un tiro tecnico e precario con esili strutture di ghiaccio da accarezzare. Dalla sosta mi faccio calare per qualche metro per poi attraversare a destra quindi, su esile ghiaccio, salgo metto una vite corta poi un friend di dubbia tenuta e come sulle uova salgo delicato fino al punto dove riesco a mettere il primo spit che poi sarà anche l’unico del tiro. Ancora qualche metro un secondo friend questa volta buono e poi, come si dice in gergo, “la mollo su” ritrovandomi su terreno facile e qui capisco che era fatta, il progetto che da tanti anni volevo aprire era terminato.
Ringrazio i miei amici che hanno avuto la voglia e la pazienza di seguirmi in questa pazza avventura, Lorenz e Marco, senza il vostro aiuto tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ringrazio anche l'amico Gianni Dorigo per le foto di apertura dell'ultimo tiro fatte dalla base.
di Christian Casanova