Elio Bonfanti apre Vin de L’Enfer alla Bouteille delle Grandes Jorasses

Il report di Elio Bonfanti che a la Bouteille (settore Grandes Jorasses, Monte Bianco) ha aperto Vin de L’Enfer insieme a Daniele Mazzucato, Antonio Migheli, Claudio Payola e Paolo Stroppiana. Nell'occasione è stata rettificata la linea della sua via Piquette, aperta nel 2014 con Rinaldo Roetti.
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Sul primo tiro di Vin de L’Enfer, Bouteille, Grandes Jorasses
archivio Elio Bonfanti

L’ambizione di aprire una nuova via su una ben definita ed inviolata parete delle Grandes Jorasses era forte, ma un avvicinamento troppo elaborato, le mie poche forze ed il poco tempo a disposizione in un modo o nell’ altro mi avevano sempre ricacciato, scornato, verso valle.

Così rivolsi le mie attenzioni verso la “Bouteille”. Letteralmente la Bottiglia ma non vuol dire che decisi di darmi all’alcool bensì trovai che questa parete, posta poco sopra al Rifugio Boccalatte, poteva riservare anche senza essere un obbiettivo "Majeur", delle belle sorprese in tema di apertura di nuovi itinerari alpinistici.

Come ebbi già modo di descrivere nel precedente articolo del 2014 riuscii a portare a termine due itinerari che a quanto mi dice Franco Perlotto attuale gestore del rifugio vengono ripresi abbastanza frequentemente.

Piquette e Cuvée XVIIIeme ànniversaire sono i nomi di vini che essendo attinenti alla “Bottiglia” decidemmo di dare a queste due vie per cui una eventuale nuova via anche se fatta a sei anni di distanza, non poteva che proseguire su questa linea ed essendoci un frizzantissimo e quanto mai blasonato gestore del rifugio, ho trascorso giornate a ricercare un'assonanza un po' simpatica tra “Perlage” e Perlotto.

Purtroppo però i sei anni in più sulla gobba che hanno spostato il rifugio più in alto di almeno 500 metri, assommati agli acciacchi e qualche botta di sfiga che quest’anno non è mancata, oltre ad avermi fatto seriamente riflettere sull’opportunità di pensare ai nipotini (che ancora non ho), mi hanno fatto cambiare idea sul nome dell’itinerario e scartata quindi l’ipotesi di coinvolgere Franco, il nome, dopo un bel volazzo di una decina di metri è venuto da sé, Vin de L’Enfer.

Tra una storia e l’altra, con i diversi e pazienti amici che mi hanno seguito in questa avventura, sono salito e sceso dal rifugio tre volte per un totale di 7500 metri di dislivello che per fare una via di quattro tiri sono un allenamento niente male (diciamolo così) altrimenti scatterebbe l’ipotesi di darmi del deficiente da solo e preferisco che siano gli altri a farlo…

In effetti i metri totali sarebbero stati 9000 ma l’ultima risalita grazie ai buoni uffici del Perlotto e ai miei "ricchi" compagni di cordata, alla faccia dell’etica, che si sa è Bisbetica… l’abbiamo fatta con l’elicottero. Ma sì, all’inizio il primo a storcere il naso per questa insana idea che avevo avuto ero proprio io, ma quando ho riflettuto sul mio "Cahier de doléances" e sul fatto che il 99% delle persone salgono e scendono dal rifugio Torino in funivia, mi sono detto che non potendo costruire una funivia per il Boccalatte l’elicottero per salire un'ultima volta carichi come some di materiale, avrebbe potuto incontrare il favore anche di Greta Thunberg.

Oltretutto mi era giunta la voce, ma tutti speriamo di no, che Franco dovesse essere chiamato ad altri e più importanti incarichi e a lasciare quindi quello che grazie al suo impegno è tornato ad essere uno dei rifugi più prestigiosi delle Alpi occidentali per cui 'sta vietta mi scappava proprio di finirla ancora sotto la sua gestione.

Così sul filo di lana, mentre i fantastici Gae, Marco e Sergio si apprestavano a preparare la struttura per la chiusura invernale, facendo questo "blitz", sono riuscito a farmi restituire dal Perlotto almeno gli interessi (la sua amicizia) dei 13 Fix che nel 2014 avevo nascosto nei pressi della struttura e che quando si era insediato mi aveva proditoriamente fregato utilizzandoli per meglio ancorare le corde fisse di salita al rifugio.

Ai miei amici, Daniele Mazzucato venuto addirittura da Padova, Antonio Migheli, Claudio Payola e a Paolo Stroppiana va la mia gratitudine per avermi sopportato e supportato nella realizzazione de le Vin de L’Enfer, e a Claudio Payola un ulteriore ringraziamento per avere con me individuato e chiodato due nuovi tiri basali che raddrizzano e completano la via Piquette facendola diventare, unita alla cavalcata della cresta che avevo salito nel 2014, una via di tutto rispetto con i suoi 500 metri di sviluppo.

di Elio Bonfanti

Si ringraziano AKUCamp Cassin, Montura

SCHEDA: Vin de L’Enfer, La Bouteille, Jorasses, Monte Bianco

SCHEDA: Piquette, La Bouteille, Jorasses, Monte Bianco

SCHEDA: Cuvée XVIIIeme ànniversaire, La Bouteille, Jorasses, Monte Bianco 

 




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