Dulcis in fundo in veste invernale, nel silenzio magico del Civetta

Il doppio report delle guide alpine XMountain Lorenzo D’Addario e Nicola Tondini che il 03/03/2021 hanno effettuato la prima invernale di Dulcis in fundo alla Torre d’Alleghe in Civetta, Dolomiti.
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Nicola Tondini durante la prima invernale di Dulcis in fundo alla Torre d’Alleghe in Civetta, Dolomiti
Nicola Tondini / Lorenzo D'Addario

Passato il laghetto del Coldai, ecco aprirsi ai nostri occhi l’immensa parete della NW del Civetta. Sappiamo che là su, sulla Punta Tissi, sono in azione in nostri colleghi di XMountain Alessandro Baù e Giovanni Zaccaria insieme al loro amico Thomas Gianola.

Sono quasi le 8. Siamo partiti poco prima delle 5 da Pian di Pezzé e ora finalmente siamo sotto la Torre d’Alleghe. Saliamo zizzagando, tra cenge e passaggi di misto i 250m dello zoccolo che porta alla base del compatto monolite che caratterizza questa suggestiva cima sul versante NW del Civetta.

Sono felice di essere qui con Lorenzo. In questo inverno, mi sarebbe piaciuto fare una salita lunga con bivacco, ma nei giorni inizialmente programmati il tempo era stato particolarmente avverso e ora che le circostanze lavorative e famigliari non me lo permettevano, ecco regnare sovrana l’alta pressione. Ci siamo, così, sentiti più volte nell’ultima settimana io e Lorenzo per trovare una salita da provare in giornata, che potesse essere anche molto stimolante.

Anni fa, ripetendo la Bellenzier alla Torre d’Alleghe, ricordavo di aver adocchiato una via ardita aperta dal forte Gigi da Pozzo insieme a Nanni De Biasi nel lontano 1988 (Dulcis in Fundo, IX-). Sapevo che era stata ripetuta da Alessandro Baù insieme a sua moglie Claudia Mario e che non era certamente un passeggiata.

C’erano tutti gli ingredienti per un’avventura: uno zoccolo certamente non banale da fare in inverno; una via che né io né Lorenzo avevamo ripetuto e con pochissime ripetizioni; un obbligatorio impegnativo; un apritore molto forte; una discesa da effettuare lungo la via normale, con l’incognita che può esserci nel rientrare all’imbrunire lungo pendii completamente modificati dalla tanta neve; dover avere sia l’attrezzatura da ghiaccio che quella da roccia.

Arrivati alla base dello zoccolo, abbiamo deciso di salire più a destra rispetto al percorso originale, traversando più in alto verso sinistra. Questa scelta ci ha fatto guadagnare velocemente metri, ma ci ha costretti a fare una doppia per rientrare, alla fine, sul percorso originale. In ogni caso verso le 10,30 abbiamo attaccato la via vera e propria. Dopo un paio di tiri in cui la neve presente nei tratti più facili ci ha fatto perdere un po’ di tempo, abbiamo affrontato il tiro chiave.

Protetto dagli apritori con alcuni spit messi a mano, ha una sezione di VIII+ obbligatorio che ci ha messo subito alla prova. Psicologicamente anche i successivi due tiri, sulla carta tra il VII e il VII+, hanno richiesto tutta la nostra massima concentrazione. La via infatti serpeggia lungo compatte placconate, di lettura non immediata e dove i pochi chiodi lasciati non indicano chiaramente il percorso da seguire. Così tiro dopo tiro eccoci sbucare sul pendio di neve sommitale verso le 18,00. Giusto il tempo di far su il materiale, indossare scarponi e ramponi e fare la foto di vetta alle 18,30.

La giornata è stata meno soleggiate delle precedenti, il cielo plumbeo ci ha nascosto la bellezza del tramonto e ci ha ricordato i freddi colori dell’inverno. Sono contento e vedo anche il mio compagno di cordata raggiante. Abbiamo fatto, penso, anche noi la nostra "piccola" invernale, nel silenzio magico del Civetta.

Terminata la via normale, incrociamo delle tracce nel rientro al rif. Coldai. Una è di sci e l’altra è una traccia a piedi. Mi domando chi mai possiamo ringraziare per tanta fortuna. Avere una traccia a piedi da seguire nel buio, ci conduce facilmente “per mano” al rifugio. Arrivati intorno alle 21,30 all’auto scopriamo che quella comoda traccia era stata fatta da Titus Prinoth e da Alex Walpoth al rientro dalla loro prima invernale a Chimera Verticale alla Punta Civetta. Insomma un inverno, questo, quasi affollato a Nord Ovest.

di Nicola Tondini

STORIA DI UN INVERNO CHE HA IL SAPORE CALDO DELL'ESTATE
Invernale, estiva, primaverile o autunnale. Sono solo stagioni che si susseguono ciclicamente con il passare degli anni. Il tempo, una variabile in continua crescita, una presenza ambigua che fatico fino in fondo a gestire, domare, comprendere. 

Vorrei essere Momo, per sconfiggere gli uomini grigi, per cogliere sempre ogni istante ogni attimo, senza farmelo rubare. Ma è proprio quel sempre l'errore; l'ambizione di credere di controllare sempre il tempo. Ogni attimo, anche il più brutto, il più difficile ha un valore incredibile se riusciamo a cogliere e vedere il bello in ogni nostra esperienza e situazione. Ma è il tempo a giocare un ruolo fondamentale in questo e noi dobbiamo riuscire a comprenderlo e attenderlo come un re. 

La mia invernale è stata questa. Un'attesa di oltre un anno, in cui la stagione non aveva nessun valore, in cui l'unica cosa importante era tornare a fare ciò che per me è vitale: scalare in Montagna. E così è stato, un'avventura senza tempo e senza stagione, un cammino verso il fiume e il suo lento scorrere. 

di Lorenzo D'Addario

Nicola Tondini – XMountain Guide Alpine, ringrazia: Climbing TechnologyWild ClimbDolomite 1897Ferrino, Marmot Mountain Europe, Maxim Ropes
Lorenzo D'Addario - XMountain Guide Alpine, ringrazia: SCARPA, Gentic, Skylotec, Vaude


Dulcis in Fundo - Torre d’Alleghe, Civetta, Dolomiti
Apertura: Luigi Dal Pozzo (Gigi) e Giovanni De Biasi (Nanni), 4/09/1988
Prima ripetizione: Loris De Col e Gianni Del Din 9/08/1989
Prima invernale: Lorenzo D’Addario, Nicola Tondini 3/03/2021
fonte Alessandro Baù, Luca Vallata



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