Colin Haley completa la prima solitaria invernale della Supercanaleta sul Fitz Roy in Patagonia

L'alpinista Colin Haley ha effettuato la prima solitaria invernale della classica via Supercanaleta sul Fitz Roy in Patagonia.
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Colin Haley durante la prima solitaria invernale di Supercanaleta sul Fitz Roy in Patagonia, settembre 2022
Colin Haley

L'alpinista Colin Haley ha realizzato quello che negli ultimi nove anni era diventato il suo chiodo fisso: la prima solitaria invernale della Supercanaleta sul Fitz Roy in Patagonia. La fenomenale via di 1600m sulla parete ovest della montagna è considerata un vero capolavoro della natura; salita per la prima volta nel 1965 dagli argentini Carlos Comesaña e José Luis Fonrouge, abbraccia tutti gli stili di arrampicata (ghiaccio, misto e roccia) superando difficoltà fino a 85°, 5+. Negli anni la via si è trasformata in uno dei più importanti gioielli della corona Patagonica.

Prima di intraprendere la sua impresa Haley conosceva bene la via: l’aveva salita per la prima volta nel dicembre 2007 insieme a Maxime Turgeon e ci era poi tornato da solo nel gennaio 2009, sulle orme di Dean Potter, autore della prima solitaria datata 2002. Più tardi, nel 2016, Haley ci era tornato insieme a Andy Wyatt per completare la prima salita al Fitz Roy dalla strada in meno di un giorno: in quell’occasione i due alpinisti tornarono all’auto in appena 21 ore.

Per la sua nuova impresa Haley si è recato in Patagonia lo scorso agosto e già all’inizio di settembre era già salito due volte alla base della via per depositare del materiale.

Il 6 settembre parte da El Chalten per un primo tentativo ma la salita viene rallentata dalla grande quantità di neve. Sebbene sia arrivato alla base della via, il ritardo accumulato e le poche speranze lasciate dall’evoluzione del meteo lo costringono a rientrare a El Chalten la sera successiva. Il 12 settembre un nuovo tentativo: alle 7:00 ha già attraversato la terminale ma stavolta è il ghiaccio duro e grigio nella parte inferiore della via a rubargli tempo prezioso. Alle 14:30 raggiunge il punto della calata diagonale sopra il Bloque Empotrado ma, con la becca della piccozza danneggiata e una tempesta in arrivo, inizia a scendere. Tra le difficoltà incontrate durante le doppie e il pericolo di caduta di sassi, si ritrova a giurarsi che non tenterà più quest’impresa in solitaria. Torna alla tenda alle 21:30, poche ore prima dell'arrivo di una forte tempesta: fatti gli zaini e preso tutto il materiale, si rimette in moto, trovandosi a fronteggiare un’intera notte per guadagnarsi un "epico" ritorno alla civiltà.

Il pensiero della Supercanaleta però non lo abbandona e già il 18 settembre è nuovamente alla base della via. Per l’avvicinamento impiega due giorni a causa della neve fresca e del fatto che ha dovuto trasportare di nuovo tutta l'attrezzatura alla base della montagna. La fatica si fa sentire e la tentazione di prendersi un giorno di riposo è forte ma, dopo essersi consultato con l'esperto della Patagonia Rolando Garibotti - con il quale nel 2008 ha effettuato l'ambita prima traversata del Cerro Torre - decide di tentare il 19 settembre.

Anche questa volta il 38enne attraversa la terminale alle 7:00 di mattina e nonostante sia soltanto 15 minuti più veloce rispetto al tentativo precedente, ora è più fiducioso perché sa che il tempo rimarrà bello. Superata una sezione di terreno asciutto, lascia una delle sue corde da 60m al bivio in cui la via di discesa si ricongiunge alla via di salita, e si muove per poi raggiungere la cresta sud-ovest alle 15:45. Terminato l'ultimo tiro difficile all’imbrunire alle 20:05, è in vetta alle 21:23. Ansioso per la discesa, inizia a disarrampicare quasi subito, effettuando un paio di brevi doppie lungo i 200m di terreno misto sulla parte superiore della montagna per raggiungere l’imbuto dell'enorme canalone. Seguono 1000m di discesa in corda doppia: i primi 200m con una sola corda, poi anche con la seconda, recuperata dal suo nascondiglio nel nel canalone. Torna alla sua tenda alle 05:00 del 20 settembre. Sentendosi "spento fisicamente, mentalmente e psicologicamente" si riposa per 12 ore, poi inizia il rientro alle 17:30. Bivacca un'ultima volta, sull'asciutto tra Piedra Negra e Piedra del Fraile, e torna a El Chalten il 21 settembre.

Nell’ottimo resoconto sul suo sito, Haley riassume con queste parole l'esperienza: "Non c'è un tiro della Supercanaleta che sia estremamente difficile o pericoloso, ma la lunghezza della via, il bisogno essere iper-concentrato, l’assenza di riposo per 21,5 ore, e la costante compagnia del freddo e della solitudine invernali, l'hanno resa un'esperienza molto intensa. Per me è difficile valutare o quantificare quanto questa salita sia più difficile rispetto alla mia solitaria nell'estate del 2009. Di sicuro è stato un notevole passo avanti, anche se nel 2009 ho avuto condizioni particolarmente sfavorevoli per l'estate, e questa volta ho avuto, credo, condizioni abbastanza buone per l'inverno e sicuramente del bel tempo. Mi è anche difficile valutare, almeno nel mio attuale stato di stanchezza, dove collocare questa salita tra le mie altre realizzazioni, o il giudizio che ne daranno altri. Trovo spesso che la reazione del pubblico alle varie salite alpinistiche non sia strettamente correlata alla difficoltà effettiva della salita. Attualmente quello che sembra contare è realizzare film, piuttosto che fare salite difficili. A me tutto questo non importa. L'intensità della mia esperienza mi dice che è stato dannatamente tosto e non ho bisogno di affermazioni esterne per confermarlo".

Haley ringrazia PetzlSCARPA, Patagonia




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