Su Cima Uomo nelle Dolomiti di Brenta una nuova via di Rolando Larcher e Matteo Pavana
Ho sempre osservato con timore reverenziale la bellissima parete ovest di Cima Uomo. Roccia bellissima, solida e levigata, che ricordava la gran fatica che feci per aprire la vicinissima Don Lurio (Cima Ometto 1995 7c+/8a max 7a+ obb), tanto da scoraggiarmi nel concepire nuovi progetti.
Spesso l’apparenza inganna; me ne resi conto solo questa primavera, ripetendo la divertente via Moon Dance. Scoprii che c’era lo spazio perfetto per un nuovo estetico itinerario, forse non troppo cattivo, esattamente quello che stavo cercando, la linea giusta da affrontare con Matteo.
Matteo Pavana è un amico, giovane fotografo molto bravo e scalatore entusiasta della fiera scuola di Povo (frazione di Trento). Da alcuni anni collaboriamo assieme, per dei video e soprattutto servizi fotografici. Nelle uscite in parete ha sempre dimostrato grande interesse non solo professionale, facendo affiorare la sua grande passione per l’arrampicata, alchimia perfetta per scatti di qualità. Fin dall’inizio ha manifestato il desiderio di realizzare qualcosa assieme, per capire i segreti dell’apertura.
Nell’immediato non lo presi troppo sul serio, ma poi col ripetersi della richiesta capii che la cosa era sentita intensamente e che fosse doveroso trovare il tempo per realizzarla assieme. Questo non solo per riconoscenza, ma perché trovare un giovane interessato alla tua passione è un privilegio raro, da cogliere al volo. Una volta riconsiderata questa parete, ho capito immediatamente che fosse quella esatta per divertirci: didatticamente perfetta, di qualità, dove potevamo creare qualcosa di valido ed appetibile.
Lascio la parola a Matteo, aggiungo solo che è stato un piacere condividere due belle intense giornate che hanno dato un ottimo risultato.
di Rolando Larcher
GIOVANI GUERRIERI PER VECCHI LEONI
Ho impiegato quasi due anni a convincere il Rolly a portarmi ad aprire una via assieme. Dicono che la fortuna aiuti gli audaci. Di tanto in tanto invece occorre anche quella giusta dose di perseveranza.
Ho conosciuto Rolly perché la vita in cui viviamo non è certo una metropoli. Anzi, Trento è un piccolo paese di arrampicatori: prima o poi tutti si conoscono con tutti.Ho iniziato a frequentare il Rolly invece non certo per le mie capacità scalatorie, Qualche volta ho seguito lui e i suoi compagni per scattare fotografie sulle nuove vie che aprivano. La storia era sempre la stessa:
"Dime quant che l’è per la to giornada de laoro."
"Rolly, niente soldi. En dì te me porterai a daverzer na via dai."
Negli ultimi anni infatti il mio percorso arrampicatorio - e con esso quello fotografico - si è spostato dall’arrampicata sportiva alle vie multipitch e alpinistiche. Una cosa che mi mancava da sperimentare era l’esperienza dell’apertura dal basso e il Rolly è stato gentile nel mettersi a disposizione a insegnarmi. Come si suol dire: "Prendi l’arte e mettila da parte."
Questa via è dedicata a questo, alla volontà di voler imparare sempre qualcosa di nuovo e alla volontà, ben più ferrea, di chi sa ancora mettersi ancora in gioco all’età di 55 anni. Un pensiero personale va a un altro vecchio leone, mio papà Renzo, che mi manca ogni giorno di più.
di Matteo Pavana
Rolando ringrazia: La Sportiva, Petzl, Montura
Matteo ringrazia: La Sportiva, Mammut, Patagonia, Elbec, F-Stop Gear
SCHEDA: Giovani Guerrieri per Vecchi Leoni, Cima Uomo, Dolomiti di Brenta