Ci Rivediamo, Paolino, nuova via d’arrampicata in Valle di Daone
Come al solito io e Sandro Sandro De Toni siamo in Val Daone e stiamo ripetendo una via alla Cascata di Danerba, la prima via dell’anno su granito. Decidiamo di andarci soft.
Attacchiamo la via In Viaggio per l’Anniversario (molto bella; ripetetela). Arrivo alla prima sosta. Da lì ho una folgorazione: vedo una fessurina e, sopra, una placca. Non penso ad altro per il resto della via. In questi giorni, dopo aver visto Dawn Wall di Tommy Caldwell, sono ispiratissimo. Mi piace pensare che, anche se sono una persona normalissima, niente mi impedisce di darmi obiettivi che portino a migliorarmi. Quando iniziamo le calate, continuo a guardare a sinistra nella speranza di trovare possibilità di continuazione della linea vista più in basso.
Una settimana dopo siamo sul muro nero sotto la fessurina e iniziamo ad aprire. Con me ci sono Nicholas Ferrari, Sandro e mio zio Paolo Castellini. Io e Sandro apriamo; Nico e Paul ci aiutano a ripulire la parete, molto sporca, e ci danno consulenza sulla linea. Mi piace pensare di aprire una via con persone a cui voglio bene.
Al giorno d’oggi, con gente che fa El Capitan slegato e che scala sul 9c, un itinerario come il nostro è quasi ridicolo. D’altro canto, per noi arrampicatori normali, salire così ci fa sentire vivi. Stiamo realizzando un piccolo sogno, per noi e per le persone che avranno voglia di apprezzare gli sforzi che questa via ha comportato.
Questa tra l’altro è la mia prima apertura. Sono stato al di sotto del mio limite sia fisico che mentale. Ma ho trovato l’esperienza davvero affascinante: aprire non è ripetere; ti trovi a vagare in un deserto, e non sai che cosa troverai. Pensavo sarei stato in agitazione; ma ero talmente “gasato” e voglioso che non sentivo niente, se non le imprecazioni del vecchio socio Sandro che mi ricordava che avevamo portato il trapano per utilizzarlo, non per usarlo come contrappeso. Se fosse stato per me, i fix in via sarebbero stati meno. Ma Sandro, che ha più esperienza di me, mi ha ricordato che, quando si apre, se si desidera che altri ripetano, si deve pensare anche a loro. Questo soprattutto su una parete come questa, su cui salgono per lo più itinerari plaisir.
Dedichiamo la via a uno dei miei primi compagni di arrampicata, che oggi non c’è più: Paolo Paoletti. Era una persona buona, disponibile, probabilmente fragile, grande appassionato di montagna e delle manovre in sicurezza. Da quando se n’è andato, ho sempre avuto il desiderio di fargli in qualche modo sentire che, anche se non può più scalare con noi (sempre, igorosamente col caschetto), una parte di lui arrampica ancora e continuerà a farlo.
Siamo felici di aver aggiunto una via qui per lui in Val Daone…Per noi è un po’ la nostra seconda casa. E, chi lo sa… Magari un giorno anche la prima.
Ringrazio Angelo Davorio di DaoneClimbing, che ci ha fornito il materiale ed è stato fonte di consigli e belle parole, e tutti quelli a cui ho rotto le scatole per i più svariati motivi: Guglielmo Gafforini, Daniele Frialdi, Matteo Castellini, Paolo Dolcini, Paolo Amadio, Stefano Righetti e molti altri.
Ci rivediamo, Paolino è una via moderna che richiede esperienza alpinistica. È protetta a fix, ma va integrata a friend (serie completa fino al 2 BD), nut piccoli e cordoni. Nonostante i gradi moderati, non è una via da sottovalutare: le protezioni fisse sono talvolta distanti e i potenziali voli pericolosi. L1 fa da filtro. Invitiamo i ripetitori ad affrontare la via solo se adroneggiano il grado obbligatorio e non soffrono la distanza tra le protezioni. Buone ripetizioni a tutti!
Gianluca Forti