Canale Jannetta, una cavalcata invernale sul Paretone del Gran Sasso
Vigilia di Natale, vedo mio padre avvicinarsi e poi soffermarsi mentre preparo lo zaino da montagna. Un po’ incuriosito mi chiede cosa sto progettando viste le anomale condizioni di questo strano inizio inverno, senza – o quasi - neve e ghiaccio. - Ghiaccio o roccia!? - mi chiede. Ci penso un po’, poi con il viso illuminato dalla gioia gli rispondo: "Papà abbiamo pensato di scalare il Paretone!"
Senza specificare o senza aggiungere altro, per quelli dell’Appennino, il "Paretone" è uno e uno solo, e cioè l’enorme appicco che dalla vetta orientale del Corno Grande precipita per quasi 1500 metri quasi direttamente sulle colline teramane, con vista mare Adriatico! Una parete visibile fin dalla costa e che domina d'un balzo una magnifica valle fitta di boschi e minuscoli borghi, purtroppo violentati dalla nuova autostrada che, come un coltello, sembra ferire l’armoniosità del paesaggio.
Casale San Nicola è l’ultimo dei borghi, il più prossimo all’enorme parete, ed è da li che il 27 dicembre io, Cristiano Iurisci e Gabriele Paolucci lasciamo la nostra auto per iniziare questa bellissima avventura.
Il nostro progetto è salire lo Jannetta, la prima via aperta nella lontanissima estate del 1922, per l’appunto dal romano Enrico Jannetta e compagni. A quei tempi, 1922, Enrico Jannetta è già un celebre scalatore, ma è con questa salita che la sua fama giunge intatta, se non ingigantita, fino ai giorni nostri.
Data l'importanza di questa salita fatta da uomini coraggiosi ed eccezionali che, dalla grande città, partivano con pochi e quasi inadeguati mezzi, per esplorare queste ardite ed inespugnabili (per quei tempi) pareti, che da romano de Roma, non potevo non accettare di ripetere un itinerario così pregno di storia, di avventura e di alpinismo. Come già accennato, basta nominare la parola "Jannetta" per mettere ansia e paure in molti alpinisti. Per alcuni quella sua via al Paretone è una immonda salita su pericolosi sfasciumi, per altri come anche per noi, invece, un piccolo sogno da realizzare.
Salire lo Jannetta non è stato affatto facile come ci aspettavamo che fosse, e questo soprattutto per le pessime condizioni della via in un inverno così avaro di freddo e neve. Aveva ragione papà a farmi quella domanda! Nonostante tutto è stata una avventura bella ed emozionante, e anche se nessuno - o quasi - errore è stato commesso, proprio a causa di quelle pessime condizioni, sono stati necessari quasi tre giorni per tornare a Casale San Nicola a riprendere la nostra macchina.
La poca e non trasformata neve, unite alla mediocre qualità della roccia di alcuni tratti, non ci hanno permesso di correre, anche se l’orologio di queste corte giornate ci imponeva di fare.
di Luca Gasparini
SCHEDA: Canale Jannetta, Paretone del Gran Sasso