Brenta Base Camp #3 - la nuova via Attraverso il Tempo sul Campanile Basso
Dispacci semiseri dal Brenta Base Camp – Terza e ultima puntata
VIA ATTRAVERSO IL TEMPO di Alessandro Beber
Quando è nata l'idea di celebrare i 150 anni dalle prime esplorazioni alpinistiche in Brenta con una serie di vie nuove, molte linee giacevano da tempo in lista d'attesa, ma non questa... Difficile infatti pensare di trovare, nel 2014, spazio a sufficienza per una linea logica e autonoma sulla guglia più famosa del massiccio, per non dire di tutte le Dolomiti.
Eppure la tradizione popolare trentina insegna che quando c'è da festeggiare non bisogna concedersi sconti, e così è iniziato un accurato studio dei tracciati pre-esistenti e degli spazi a disposizione, perché una via nuova sul Campanile, che del gruppo di Brenta è il simbolo stesso, ci sembrava davvero il modo migliore per onorare questo insolito anniversario.
Unica clausola vincolante: "non fare porcate!", cioè non dover tirar fuori una via a tutti i costi, ma andare a metterci il naso e verificare se ne sarebbe uscita una linea sensata, rimanendo disposti a lasciar perdere in caso contrario.
Naturalmente la logica di una via è un concetto relativo, ma per quanto ci riguarda una via merita questo aggettivo quando si seguono i punti deboli di un tratto di parete anche molto difficile, lasciandosi trasportare dall'andamento naturale della roccia. Per intenderci: una volta sincronizzati sullo stile e sull'epoca della via (una via degli anni '30 seguirà sicuramente un altro tipo di logica rispetto ad una via degli anni '90), si dovrebbe poter seguire "a naso" la linea senza nemmeno bisogno della relazione.
Detto questo, la nostra prima cartuccia la spariamo a vuoto: un bellissimo diedro fessurato di 70m che dà la direttiva nella parte bassa della parete Sud-Ovest si rivela sfortunatamente già salito, per cui scendiamo ad orecchie basse. Neanche il tempo di calarci fino a terra che Ale Baù viene rapito dal grande muro rosso poco più a destra... "Mi sembra duro impestato" gli dico. "Forse sì, ma varrebbe un tentativo..." è la risposta. "...se fosse asciutto!". Già, per il momento la placca rossa sembra più che altro una maglietta grondante messa a stendere, quindi per l'indomani improvvisiamo un piano di battaglia insolito: decidiamo di salire al mattino lungo il diedro Fehrmann e di verificare se la sezione di parete che vorremmo salire in alto è effettivamente libera, per poi in caso tornare nei giorni successivi sulla parte bassa. La nostra ricognizione ci impegna più del previsto ma riaccende le speranze: in alto non c'è nulla e riusciamo ad aprire 4 belle lunghezze sbucando in cima...è strano arrivare in cima senza la gioia di aver concluso una salita ma consapevoli di averla solo iniziata, ma non c'è tempo per i sentimentalismi perché è quasi buio e ci sono le doppie da fare.
Il giorno dopo attacchiamo di buon ora, saliamo due splendidi tiri sulla maglietta che nel frattempo si è asciugata quasi del tutto, poi prendiamo l'ennesimo acquazzone e fine dei giochi. E' il 7 agosto, sono finiti anche i giorni a nostra disposizione, quindi si va a casa con la partita aperta.
Qualche settimana dopo, per chiudere ufficialmente il Brenta Base Camp e tenere fede allo spirito conviviale dell'iniziativa, organizziamo una merenda inter-generazionale tra alpinisti al rifugio Croz dell'Altissimo: una bella occasione di confronto tra appassionati che hanno amato e vissuto a fondo le montagne del Brenta. Tra i tanti :Valentino Chini, Alessandro Gogna, Piero Ravà, Marco Furlani, Danilo Bonvecchio... mille storie da ascoltare e una bella atmosfera genuina. Alla sera qualche filmato e il proseguo della festa in quel di Molveno, poi a nanna.
Tre ore dopo suona la sveglia, e alle 4.30 del mattino siamo in partenza per tornare al Campanile.
Ci accompagnano gli amici Francesco Salvaterra e Marco Pellegrini, diretti alla Punta Jolanda con l'intento di ripetere la neo-nata Prua degli Onironauti. Noi invece sul Basso seguiamo la cengia della via Armani che attraversa la parete Sud, facciamo una calata sulla via Stenico-Navasa e pendoliamo fino all'ultima sosta attrezzata la volta scorsa.
Da qui ripartiamo determinati ma con lo spirito leggero di chi si gode la prima giornata di tempo stabile da settimane. I tiri sono tutti belli, alcuni sani e compatti ed altri "da ripulire" che toccano di diritto a Matteo, indiscusso re del disgaggio! Per ora di cena la via è conclusa, e si chiude anche il nostro viaggio sulla mirabile Guglia di Brenta.
Resta la soddisfazione di lasciare la propria traccia su una cima ricca di storia, dove tanti alpinisti di epoche differenti hanno cercato di eludere il tempo lasciando una piccola testimonianza del proprio essere.
RITORNO AL FUTURO di Matteo Faletti
Sicuramente non era l'estate perfetta per le vie in montagna e men che meno per aprirne di nuove, ma per me questa stagione ha rappresentato un vero e proprio "ritorno al futuro".
Era da qualche anno che per problemi di salute non riuscivo più a "vedere" la via, a carpire il segreto delle pareti studiandone le linee. Beh grazie anche allo spunto del Brenta Base Camp, quest'anno diciamo che sono tornato a vedere con gli occhi di un tempo... sarà stato forse lo stare insieme per qualche giorno in montagna senza il ritmo frenetico della vita quotidiana, ma sono riuscito finalmente a sentirmi in sintonia con la montagna come un tempo.
Questa via attraverso il tempo vuole ribadire il concetto che ancora oggi, nonostante tutte le contraddizioni del panorama alpinistico moderno, c'è la possibilità di salire in stile pulito e con mezzi tradizionali, senza cancellare le realizzazioni di chi ci ha preceduto, ma soprattutto valorizzando i rapporti umani e il legame della cordata come è stato fin dagli albori dell'alpinismo.
NOTE TECNICHE
Tutte le vie realizzate durante il Brenta Base Camp sono state aperte utilizzando 2 serie complete di friends (dalle misure micro al n.3 + 1 solo friend n.4), un assortimento standard di nuts e chiodi tradizionali. Tutti i chiodi piantati, sia alle soste che lungo i tiri, e anche molti cordoni nelle clessidre sono stati lasciati in loco. Tutti i tiri sono stati aperti in arrampicata libera, appendendosi alle protezioni mobili o ai cliff (ganci) unicamente per piantare i chiodi, ma senza progredire in artificiale.
RINGRAZIAMENTI di Alessandro Beber
Vorrei ringraziare Molveno Holiday e Apt di Molveno e in particolar modo Francesco Frizzera, per aver creduto in questo progetto e per il prezioso supporto pratico riservatoci.
I gestori del rif. Selvata per la cortesia nel ristorarci ad ogni nostro transito con zaini abnormi sul groppone.
Il servizio Taxi-Jeep che collega Molveno al rif. Croz dell'Altissimo, per averci scortato anche in orari semi-notturni e per aver sopportato i tanti cambi di programma!
Tutti gli amici che sono venuti a trovarci per il semplice gusto di stare in compagnia.
Gli alpinisti di ogni età che hanno aderito alla festa di chiusura presso il rifugio Croz dell'Altissimo.
Alessandro Baù, Matteo Faletti e Alessandro Beber ringraziano gli sponsor tecnici Scarpa, La Sportiva, Millet, Montura, Climbing Technology e Camp.
Naturalmente tutti i compagni di cordata per i bei momenti spesi assieme in parete.
DISCOVER BRENTA DOLOMITES 2014
22/08/2014 - Brenta Base Camp #2 - due vie nuove su Punta Jolanda
14/08/2014 - Brenta Base Camp #1 - Tra incontri, nuove salite e saette
25/07/2014 - DoloMitiche 2.0, al via il Brenta Base Camp
09/07/2014 - Discover Brenta Dolomites 2014
>> SCARICA TUTTO IL PROGRAMMA DISCOVER BRENTA DOLOMITES ESTATE 2014
Per maggiori informazioni:
APT Dolomiti Paganella, Ufficio di Molveno
Tel. 0461 586924; Fax 0461 586221
e-mail: infomolveno@visitdolomitipaganella.it
Web: www.dolomitimolveno.com
Facebook: www.facebook.com/molvenoholiday
Blog: discoverbrentadolomites.tumblr.com
www | |
www.dolomitimolveno.com | |
www.facebook.com/molvenoholiday | |
discoverbrentadolomites.tumblr.com |