Sul Breithorn Centrale François Cazzanelli e Leo Gheza aprono la via di misto 'Estate Indiana'
Giocando in anticipo, il 30 settembre François Cazzanelli e Leonardo Gheza hanno aperto una nuova via di misto sul Breithorn Centrale. Si tratta di Estate Indiana, situata su una parete nord molto articolata e affascinante, salita in stile classico, con l’etica più pulita possibile: sono stati usati, infatti, solo friend e viti da ghiaccio.
Seguendo l’intuizione di Cazzanelli, i due alpinisti hanno raggiunto il rifugio Guide del Cervino la sera del 29 settembre, poi sono partiti alle cinque e un quarto la mattina successiva per una giornata ingaggiante e lunga. Dopo quasi 5 ore di avvicinamento lungo la morena sono arrivati alla terminale dove inizia la salita vera e propria.
La via è la più diretta tracciata su questa parete, e parte sulla verticale del grosso pilastro della Torre Maggiore: un pendio di 300m a circa 70° porta ad una serie di goulotte che, dopo un tiro di M5, portano alla base del pilastro stesso. Questo costituisce il tratto chiave della via e viene scalato sulla parte sinistra, seguendo un diedro che dalla base è difficile da vedere.
Su alcuni di questi tiri che raggiungo difficoltà fino a M8 AI5 R, ha spiegato Gheza, "bisogna prestare molto attenzione alla roccia che resta bella incollata per le basse temperature, il ghiaccio e il rigelo." Sugli ultimi tiri la roccia diventa molto bella, seguendo delle goulotte per sbucare in cima. I due hanno raggiunto la punta della Torre Maggiore alle 7 di sera, giusto in tempo per godersi un tramonto "pazzesco".
"È stato un momento davvero magico" ha commentato Cazzanelli. "Ci siamo goduti appieno gli ultimi raggi di sole: a nord, infatti, abbiamo avuto freddo, e in sosta abbiamo indossato piumino e guanti spessi. Così abbiamo apprezzato ancora di più il tramonto visto da una delle cime nel cuore del Monte Rosa." I due sono poi scesi velocemente lungo la via normale sull’altro versante per rientrare al rifugio Guide del Cervino.
La salita è stata particolarmente impegnativa, sia per le difficoltà tecniche, sia per l’ambiente nel quale si è immersi, molto severo, isolato e suggestivo. Spiega Cazzanelli: "La parete è verticale, a tratti strapiombante, inoltre non è sempre evidente come proteggere, e abbiamo dovuto fare lunghi tratti senza mettere protezioni. Una salita senza un tiro facile, con lunghezze sostenute: Leo e io ci siamo alternati, scalando un tiro ciascuno. Inoltre, su due tiri, la roccia non è di qualità eccellente: si riesce a salire, ma bisogna scalare bene e in maniera delicata."
Gheza ha concluso "Oltre ad aver aperta la via in giornata, la soddisfazione più grande è stata riuscire a completarla completamente clean, senza utilizzo di spit o chiodi da roccia. Avevamo con noi solo friend e viti da ghiaccio, e quelli ci sono bastati per tutta la salita. Giornata piena di alpinismo nell’incognita, una gran bella avventura."