Apertura dal basso vie lunghe sportive: un'arte, un valore sportivo oggi a rischio di banalizzazione
L'arrampicata è la nostra passione, sia che siamo ripetitori o apritori di vie
Le vie che amiamo scalare sono state aperte da scalatori appassionati secondo due modalità, dall'alto (appesi alle corde fisse), o dal basso (salendo dalla base della parete verso l’alto).
Nelle vie lunghe sportive, e talvolta anche nei monotiri, l'apertura "eticamente rigorosa" dal basso è considerata il modo più sportivo di creare, perché l'apritore è sullo stesso piano del ripetitore. Inoltre aggiunge incertezza e impegno. Per posizionare i chiodi, l’apritore deve infatti fermarsi precariamente sui cliff hanger, o tenersi con una mano alla presa e con l’altra fare il foro.
Crediamo che questo sia il metodo più leale, perché ci permette di salire (“aprire”) solo se dimostriamo di essere all’altezza delle difficoltà che ci troviamo ad affrontare. Lasciamo così spazio alle generazioni future quando non abbiamo il livello fisico o mentale richiesto.
Crediamo che questo sia un aspetto molto importante dell'apertura, il più corretto possibile: ci impedisce di appropriarci di tutto lo spazio vergine, ma solo di quello che è realmente alla nostra portata.
Tuttavia, con la comparsa dei diversi mezzi di progressione amovibili (fori intermedi, "removable bolts" prima, "Pulse" recentemente), le modalità di apertura dal basso hanno assunto le forme più diverse, dalla versione più rigorosa ed etica (completa arrampicata libera tra ogni punto posizionato) fino all'arrampicata interamente artificiale (con fori praticati tra i punti, A0, ecc...).
L’apertura dal basso con questi aiuti “artificiali” è alla portata di tutti, qualunque sia il suo livello e si avvicina all’apertura dall’alto: basta poi rimuovere i punti temporanei e attrezzare definitivamente la via, da secondi o su corda fissa. Così, senza troppi sforzi, in breve tempo, tutte le pareti del mondo potranno essere potenzialmente “attrezzate”.
Queste differenze di apertura sono generalmente poco evidenti ai ripetitori, ma sono di fondamentale importanza. Per un arrampicatore dal basso non è importante solo salire la via in libera, come ogni arrampicatore sportivo, ma soprattutto avvicinarsi ad una parete o ad una linea bianca con rispetto.
C’è grande differenza tra i due estremi: da una parte un'apertura “mista” dal basso, senza valore sportivo o storico (simile all'apertura dall'alto), e dall’altra una prestazione vera e propria, talvolta degna di entrare nella storia dell'arrampicata.
Temiamo che questo aperture poco etiche si diffondano, portando al consumo sfrenato di quasi tutte le bellissime pareti vergini del mondo, a scapito delle prossime generazioni di apritori e arrampicatori sportivi.
Ognuno è libero di arrampicare o attrezzare come vuole, ma suggeriamo a opinionisti e giornalisti specializzati che scrivono sulle riviste web e cartacee, quando il metodo è noto, di specificarlo sempre. Allo stesso modo, consigliamo agli autori delle guide alpinistiche di utilizzare i seguenti simboli comuni:
↧ Attrezzatura dall’alto
↥ Apertura (etica) dal basso
↦ Attrezzatura-apertura mista dal basso
In conclusione, per tutte le nuove aperture dal basso, i firmatari della presente lettera si impegnano a:
• Sulle vie lunghe preferire l'apertura dal basso all'attrezzatura dall’alto.
• Non salire mai utilizzando l'arrampicata artificiale (buchi intermedi o altro) tra i punti finali.
• Astenersi da qualsiasi tipo di “imbroglio”, come effettuare una deviazione e successivamente correggere la linea dall’alto, effettuare una ricognizione preliminare in doppia, ecc...
• In sintesi: non imporre mai ai ripetitori passaggi di arrampicata in libera che loro stessi non hanno salito in apertura, nelle stesse identiche condizioni.
Auguriamo a tutti momenti meravigliosi di arrampicata e avventura!
Se vuoi sottoscrivere questa lettera aperta scrivi la tua adesione a una di queste tre email:
Rolando Larcher rollygo65@gmail.com
Maurizio Oviglia info@pietradiluna.com
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