AlexAnna, Punta Penia, Marmolada: prima libera per Rolando Larcher
AlexAnna... partiamo con un piccolo profilo-riepilogo di questa via che si infila tra la splendida Larcher-Vigiani (altra via aperta da Rolando Larcher e Roberto Vigiani nel 2000) e la classica Soldà, con cui ha in comune le prime tre lunghezze. Lo scenario è quello DOC della grande Sud della Marmolada versione Punta Penia. In tutto 740m per 17 lunghezze di “vuoto” assoluto che per l'apertura hanno richiesto a Rolando Larcher & compagni 6 giorni di scalata divisi in due anni: 4 nel 2007 e 2 nel 2008. La difficoltà massima raggiunge l' 8a+ con un obbligatorio stimato in apertura di 7b che, dopo la libera, è passato a 7a+. Importante lo stile dichiarato fin dall'inizio: apertura dal basso, sempre da capocordata, con il focus di limitare al massimo l'uso degli spit a favore delle protezioni tradizionali e veloci. Alla fine gli spit (da 8mm e piantati a mano) sono stati 11. Risultato: una via definita dopo la prima salita: “un’incredibile e miracolosa teoria di appigli ed appoggi…” (vai all'articolo). Era il 2008 e perché il progetto fosse completato mancava solo la libera... Quella che è arrivata il 14 luglio scorso. Per Rolando Larcher è la fine di un altro bel capitolo. Ma anche il segno di un percorso e di una sfida che si evolvono spinte da una passione che non finisce mai – tanto che Larcher, con il collega della Polizia di Stato Luca Giupponi, è ora in partenza per le pareti della Turchia. Perché è certo che la storia e la ricerca – anche in arrampicata – continuano. Lasciando sulla loro strada vie belle (e difficili) come AlexAnna. Per crederci basta andare a provarne il vuoto e il fascino. Oppure immergersi nelle impressionanti foto di Giampaolo Calzà...
ALEXANNA di Rolando Larcher
18.30 del 14 luglio, dopo 12 ore di parete raggiungiamo la croce di Punta Penia. Emozionato ed euforico, abbraccio Tiziano, ringraziandolo per avermi accompagnato, supportato e sopportato in questa lunga giornata di fatica e gioia. Rivivo i sentimenti vissuti 9 anni fa con la Larcher-Vigiani, stessa parete e cima, con in pugno ancora una prestigiosa rotpunkt. Questa volta però non c'è il Vigio (Roberto Vigiani ndr) per condividere le responsabilità, e all'imbrago c'è appeso molto più materiale...
Con la salita in libera di oggi, ho concluso finalmente il progetto AlexAnna. L'avevo iniziato nel 2007 e nell'estate successiva ero arrivato in cima, senza però avere il tempo di tentarne la rotpunkt. Avevo rinviato il tutto al 2009, ma realizzare il sogno di una spedizione in Pakistan, aveva richiesto molto della già breve estate ed una volta rientrato, le braccia non erano più adeguate. Avevo dunque dovuto pazientare ancora un anno, trascorso allenandomi duramente, motivato più che mai da questo progetto, ma timoroso che qualche acciacco potesse comprometterlo. L'età oramai non è delle più fresche e la via avrebbe preteso il meglio di me stesso.
In arrampicata, come nella vita, non basta essere motivati e preparati per raggiungere i propri obiettivi, ci vuole anche la cosa più importante, la fortuna, o come la chiama mio zio prete, la divina provvidenza (non a caso nomi di due vie importanti). L'estate appena trascorsa l'avevo finalizzata totalmente per questa salita, immaginando di dover investire parecchie giornate per venirne a capo. Inaspettatamente la sorte è stata molto magnanima, facendo combaciare uno dei miei stati di forma migliori ad un periodo d'alta pressione mai visto, lo zero termico sfiorava i 5000m! Pertanto con stupore in solo due uscite ne sono venuto a capo.
Il 4 luglio, accompagnato da Tiziano Buccella, in una giornata campale ho ripassato le sequenze e le protezioni da posizionare fino al 14° tiro, riuscendo già a salire al secondo giro il tiro più duro. Poi i crampi e la stanchezza hanno avuto la meglio e ci siamo calati. La sezione chiave la ricordavo più severa, forse la forma ed il piacevole caldo inusuale per questi luoghi, hanno agevolato un pochino le cose. Appena il tempo di recuperare e già scalpito per ritentarla, il tempo si mantiene al bello ma impegni inderogabili mi bloccano e la frustrazione sale, nel timore di perdere l'attimo fuggente.
Il 14 luglio sono di nuovo operativo: libero dal lavoro, nessun impegno, meteo ancora perfetto ed un compagno fidato, Tiziano. Ore 4.30 partenza dal rif. Contrin, risalita la val Rosalia alle 6.30 attacchiamo in conserva i primi tre tiri della Soldà, ci porteranno alla base del pilastro Cristina, qui inizia la nuova via. A metà mattina siamo in cengia, mi sento fluido e sono ottimista, anche se le vere difficoltà iniziano solo ora. Se passo l'11° tiro al primo colpo, potrei sperare di portare a casa la rotpunkt. Cambio scarpe, metto quelle precise e parto, la tensione si sente, ma non sbaglio nulla ed un po' rigido raggiungo la sosta. Esulto, ma non troppo, la strada è ancora lunga e devo restare concentrato. Il tiro dopo è il secondo più impegnativo, c'è energia e lo controllo bene; il 13° è più facile, basta restare tranquilli e proteggersi al meglio.
Ora mancano le due lunghezze cattive del headwall, superano l'ultimo strapiombo prima delle placche finali. La prima l'ho ripassata, la seconda no, spero di ricordarla dal 2008. La prima è un infimo e precario traverso, dove conta saper scalare e non quanto ci si tiene, filo via indenne sulle “uova” ed agguanto la sosta. La successiva, la 15esima, la ricordo fisica, mi sento ancora bene e mi lancio sognando le placche d'uscita. La memoria come sempre gioca brutti scherzi ed il tiro mi fa bestemmiare. Arrivo ad un punto dove dovrei proteggermi con un friend, il chiodo è lontano,ma sono troppo gonfio per posizionarlo. Inesorabile la ghisa è arrivata, se volo o torno indietro non ho più braccia per un altro tentativo, devo andare avanti! Salgo alla disperata, cercando prese con le mani che si aprono. Do tutto quello che rimane, trascinandomi fino ad una piccola nicchia. Cianotico, improvviso un precario incastro e riprendo fiato. Con l'ossigeno lentamente ritorna un po' di lucidità, finalmente metto un friend e capisco che la via è ormai in tasca.
Arrivo in sosta prima di gridare e quando mi raggiunge Tiziano, condivido con lui la mia gioia. Per la cima mancano ancora due facili tiri, una pura formalità. Li ricorderò per sempre come i più belli, non per la loro innegabile bellezza, ma per la leggerezza e serenità d'animo con cui li ho scalati, una magia che solo la consapevolezza della riuscita può donare.
L'idea di questa via è nata nel 2007, dal desiderio di affrontare la stessa parete, cambiando però le carte in tavola. Ho voluto salire in stile il più possibile trad e tutto da primo, per mettermi alla prova e valutare con cognizione di causa quale sia lo stile migliore per affrontare una parete impegnativa in arrampicata libera. Le conclusioni in merito a questo discorso le ho già scritte nel report della via Camaleontica, pubblicato recentemente da PM, un nuovo itinerario aperto in giugno con Maurizio Oviglia in Sardegna.
AlexAnna l'ho conclusa nel 2008, per questo è stata di grande aiuto, sia tecnico che mentale, la bella esperienza vissuta in maggio in Galles, al Meeting internazionale trad organizzato dal BMC. In apertura sono salito a vista fino in cengia, oltre ho dovuto fare alcuni resting, per le difficoltà, per posizionare le protezioni e per pulire qualche tratto. In rotpunkt il traverso sotto il tetto del tiro di 8a+, l'ho superato con le protezioni già posizionate. Devo ringraziare tutti i compagni che mi hanno assicurato e condiviso il freddo di questa parete: Michele Cagol, Michele Paissan, Francesco Mich, “Pedro” Roberto Pedrotti e Tiziano Buccella. Ringrazio Andrea De Bertol e suo padre Giorgio, gestori del rif Contrin per il loro sostegno ed infine “Trota” Paolo Calzà, per il magnifico servizio fotografico.
AlexAnna è l'acronimo del nome dei miei figli, Alessandro il primogenito e Anna, nata quando ero già a metà dell'opera. La via la dedico a loro, perché è una delle mie più belle e come loro, ha richiesto il meglio di me.
Rolando Larcher - C.A.A.I.
Si ringraziano: La Sportiva, Montura, Petzl
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