La traversata delle Valli di Lanzo: dalla Valle dell'Orco alla Valle di Viù

Elio Bonfanti presenta l’emozionante traversata delle Valli di Lanzo, una traversata escursionistico alpinistica dalla Valle dell’Orco alla Valle di Viù divisa in cinque giorni.
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La traversata delle Valli di Lanzo: Uia della Bessanese
Elio Bonfanti

L’escursionismo è una di quelle chiavi che permettono di dare una nuova lettura al proprio modo di rapportarsi con l’ambiente, magari raccordando i pensieri a cosa si era fatto sulle pareti che incombono sui sentieri che da mezzo sono diventati meta e che finalmente hanno riacquistato una loro dignità ed identità anche agli occhi di coloro per i quali, per lunghi anni, i sentieri potevano essere solo verticali.

Si perché per lunghi anni la mente orientata a ben più alti obiettivi trascurava riducendoli a mero mezzo di avvicinamento sentieri, luoghi e panorami che diversamente anche all’ora, avrebbero avuto il loro bel perché. In Piemonte, la traversata escursionistico alpinistica, e pongo l’accento su alpinistica, che parte dalla Valle dell’Orco e raggiunge la Valle di Viù per me è stato un bel modo di coniugare quello che dicevo prima, permettendomi di godere in un modo molto "slow food " di alcuni tra i migliori panorami delle Alpi Graie.

Salendo delle cime, in un lento nutrirsi della cosa che più ci piace, senza l’orgasmo dell’orologio e senza la tensione della grande salita.

La partenza da Ceresole Reale impone che qualcuno accompagni con l’auto sino a li e che poi questo volontario venga a riprendervi alcuni giorni dopo in Val di Viù.

Quando la feci, l’amico Beppe, si offerse di accompagnare me e la mia compagna a Ceresole Reale in auto abbandonandoci nel primo pomeriggio all’ inizio del sentiero per il colle Perduto alle Levanne.

Le indicazioni per il bivacco Leonesi, vero e proprio nido nel cuore della montagna ci scortarono per i primi 1300 metri di dislivello. Il giorno successivo, l’ultima strettoia del canale nevoso, che conduce al colle arriva quasi a 50 gradi ed apre finalmente l’orizzonte, sul ghiacciaio di Source d’arc, che con il suo lieve declivio ci accolse in tutta la sua maestosa e scintillante bellezza.

Posato il piede sul ghiacciaio, tirando verso sinistra giungemmo all’evidente intaglio della "Talancia Girard" la cui discesa se pur non facilissima in quanto, nella prima parte effettuata disarrampicando faccia a monte, ci depositò sui pendii sopra il Rifugio Daviso.

Questo rifugio, posto nell’ alto vallone della Gura, ci ospitò come si deve e lì la mia socia dormì ininterrottamente 24 ore filate. Il rifugio, è dominato dalle grande pareti della costiera Mulinet Martellot, che quasi dietro a casa permettono di vivere delle belle avventure in un isolamento quasi assoluto e che danno al bacino un aspetto di austera alta montagna.

Il sentiero per raggiungere il passo delle Lose transita dapprima dal rifugio Ferreri, che è una costruzione ottocentesca che era da tempo in disuso perché soppiantata, si fa per dire, dal nuovo bivacco che il club Alpino Accademico aveva ricostruito tre volte in seguito alla caduta delle potenti valanghe che interessano la morena sulla quale lo avevano posizionato. Ora, definitivamente accantonata la decisione di rifarlo, l’accademico ha messo dei fondi per risistemare il Rifugio Ferreri portandolo se non a nuova vita, quantomeno all’onore del mondo.

Pertanto attualmente la tappa dal rifugio Daviso al Bivacco Soardi Fassero nel vallone di Sea è da fare in una tratta unica partendo molto presto la mattina, a meno di non fare come feci io spezzandola in due e bivaccando alla "belle etoile" sul basamento del bivacco Rivero, unica vestigia, di questo, ancora rimasta.

Non fu una tappa facilissima, in quanto l’individuazione della cengia di accesso ai pendi che conducono al colle non fu propriamente immediata e la segnaletica in loco, allora non era esattamente facile da vedere. Ad ogni buon conto però, un occhio un po’ allenato ai terreni diciamo d’avventura, non avrà certamente di problemi.

In questa tappa solitaria e maestosa, i panorami si susseguirono in modo emozionante, ma trascurammo le nebbie che pur conoscendo bene i luoghi ci dettero alcuni problemi di orientamento, obbligandoci nel primo tratto di discesa dell’altro versante, a prestare un po di attenzione.

Giungemmo al Bivacco Soardi a notte fatta e ci concedemmo poche ma indispensabili ore di riposo per affrontare il giorno successivo, la salita alla regina delle Valli "La Ciamarella". Percorremmo la cresta est, che nella parte superiore segue per arrivare in cima una crestina nevosa di una bellezza mozzafiato. La discesa della via normale fu rapidissima ed il rifugio Gastaldi al Crot del Ciaussinè ci rifocillò a dovere.

Da li risalimmo ancora i pendii verso il Collerin d’Arnas per raggiungere il Lago della Rossa e poi giù a perdifiato verso Margone per concludere una gran bella cavalcata in un angolo di Alpi dove certamente non troverete una grande folla e dove potrete forse ritrovare le radici più autentiche della vostra passione per la montagna.


SCHEDA: La traversata delle Valli di Lanzo: Valle dell'Orco - Valle di Viù, Piemonte




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