Un week end lungo nelle Valli Lanzo
Proprio a causa di questo "difetto" di fabbrica sono personalmente stato "cambiato" da un certo numero tra mogli e compagne alienandomene le simpatie anche solo per un successivo rapporto di amicizia. All'inizio profane dell'ambiente ed affascinate dal mito dell'uomo duro che non deve chiedere mai, sono disposte a qualsiasi attesa e sacrificio, poi pian piano questa sorta di ammirazione sfuma nell'insofferenza e poi in un bell'arrivederci. Così come una mozzarella scaduta veniamo lasciati al nostro destino.
E' pur vero che se in parete si sentono due litigare, questi sono normalmente due fidanzati per i quali o in un senso o nell'altro la corda non scorre mai nel modo giusto ma proprio per limitare alle nuove generazioni che accadano tutte queste serie di "disgusti”, le proposte che formuleremo vorrebbero coniugare in una stessa zona un numero di attività tali da soddisfare sia gli arrampicatori che chi li accompagna, rendendo piacevole un soggiorno che diversamente potrebbe essere monotono per almeno una delle parti in causa.
Le valli di Lanzo si sviluppano a nord ovest di Torino ed hanno la cittadina di Lanzo posta a guardia dell'ingresso del ramo principale delle valli, La val Grande. Questa prima di raggiungere la sua testata che culmina con il gruppo delle Levanne 3619 metri, si divide in altri due rami affluenti che sono la valle di Viù che porta al Rocciamelone 3538 metri e la val d’Ala che invece vi deposita ai piedi del gigante delle valli : La Ciamarella che con i suoi 3676 metri è la cima più elevata della zona. Nella stessa valle si trova anche l’Uia di Mondrone che con i suoi "quasi" 3000 metri è detta il Cervino delle valli di Lanzo.
Alcune delle montagne citate ai più possono non dire assolutamente nulla ma di fatto la prima salita del Rocciamenlone da Parte di Bonifacio Rotario d’Asti nel 1358 coincise, 134 anni prima della salita del monte Aiguille in Delfinato, con la nascita dell'alpinismo. Per contro la salita dell'Uia di Mondrone il 24 dicembre del 1874 compiuta da Antonio Castagneri detto (Toni dei Tuni), Martelli e Vaccarone, fece nascere, in Italia, l'alpinismo invernale.
Le valli di Lanzo si raggiungono agevolmente da Torino a mezzo della direttissima SP n° 1 che in 30 km vi conduce a Lanzo transitando vicinissima alla reggia della Venaria Reale, vero e proprio gioiello architettonico al quale si è ispirata in piccolo la più celebrata Versailles. Questa meraviglia è stata da poco restaurata e riportata agli splendori dei tempi di casa Savoia per cui al viaggiator foresto consiglio di spelarsi per qualche ora di meno le mani su un cubetto di roccia ma di non perdersi questo spettacolo. Altrimenti in modo molto più romantico è possibile raggiungere il paese di Ceres che è posto nel cuore delle valli con un comodo treno che parte da Torino e serve anche l’aeroporto di Caselle ma poi muoversi nelle valli diventa complicato.
La valle di Viu. Questa è la prima valle laterale che si incontra una volta superata Lanzo ed ha in Usseglio una stazione sciistica di discreto interesse. Alcune tra le più belle cascate di ghiaccio del Piemonte sono celate nel misterioso vallone d’Arnas al fondo del quale troviamo la diga del lago della Rossa, che situata ad un'altitudine di 2718 m s.l.m. rappresenta lo sbarramento idrico più elevato d'Europa. e dopo una discreta serie di ripidi tornanti si raggiunge il lago artificiale di Malciaussia che offre sulle sue rive una breve ma rilassante passeggiata. Questo è il punto di partenze per raggiungere il rifugio Tazzetti da dove, dopo aver pernottato si può con un percorso da Escursionisti esperti raggiungere la cima del Rocciamelone. Per l’arrampicata vi sono alcuni siti più o meno interessanti tra i quali quello dei Tornetti di Viu (ben descritto in un sito internet) è quello che può soddisfare più palati e che può essere frequentato anche dalle famiglie. Di pregevole fattura tra Villa e Forno di Lemie si trova il caratteristico il ponte in pietra ad arco risalente al 1477 su cui transitava la mulattiera proveniente da Viù. Altra interessante perla della valle che merita almeno un occhiata è il vicino santuario della Madonna degli Olmetti. Un ottimo punto di appoggio in valle è il Ristorante albergo "La Furnasa" di proprietà dei discendenti di una famosa guida locale "Camusot" poi in valle è anche possibile campeggiare presso il campeggio "Tre Frej" tre fratelli a Viù. Sempre nella stessa località è sorto un centro polifunzionale di tutto rispetto dove, tra le altre attività ci sono : un muro d’arrampicata, due piscine e un area giochi per bambini.
La val d’Ala. Inizia a Ceres dove nei locali del municipio è stato allestito il "Museo delle genti delle valli di Lanzo", interessante percorso etnografico, storico e culturale attraverso la storia delle popolazioni e dei manufatti della zona. Appena sopra Ceres seguendo il segnavia EPT 242 in 1 ora e 40 min si raggiunge il bellissimo e panoramico santuario di "Santa Cristina" eretto nel 1441. Risalendo la valle giunti a Chiampernotto se si volge lo sguardo verso destra si vede la slanciata figura del Monte Plu dove sullo sperone grigio ci sono alcuni itinerari di arrampicata di discreto interesse. Proseguendo verso monte si raggiunge Ala di Stura che oltre ad essere una piccola stazione sciistica e il punto di partenza per raggiungere la palestra di roccia delle Courbassere che con la sua struttura si presta ad essere frequentata dai corsi di avvicinamento alla montagna. Ala è anche considerata il Paese delle Meridiane e degli Affreschi”, in quanto, le circa 76 meridiane censite ne fanno un centro con una delle più alte concentrazioni di Affreschi e Meridiane d’Italia se non d’Europa. Una pista di mountain bike si snoda sul lato destro idrografico della valle sino a raggiungere la località di Martassina. In loco alcuni alberghi e pensioni tra i quali il grand hotel Vannelli sapranno darvi il giusto ristoro. La località successiva è Mondrone, ex centro minerario dove già nell'anno 1000, c’era un nucleo abitativo di cui si trovano ancora le vestigia dominate dall'imponente mole di serpentino rossastro dell' Uia di Mondrone. Sulla parete Nord est di questa montagna comodamente servita dal bivacco Molino vi sono alcuni itinerari alpinistici di assoluto valore che con uno sviluppo di circa 500 metri sono tra i più interessanti di tutte le valli di Lanzo. In questa località il torrente Stura dopo aver compiuto un prodigioso balzo di 65 metri nell'orrido, detto della Gorgia, diviene a tratti navigabile cosicché gli amanti del Kayak potranno divertirsi su numerosi passaggi tra il IV e il V grado sino a raggiungere il VI nel tratto Ala di Stura - Chiampernotto. Giunti a Balme che era anticamente l’ultimo avamposto prima della montagna vera!, troviamo l'eco museo delle Guide alpine dedicato ad Antonio Castagneri (vedere date e orari di apertura). Un piccolo ma fornito negozio di articoli sportivi non mancherà di salvarvi dalle abituali dimenticanze dell'ultimo minuto e per chi volesse fare due tiri in una facile falesia, esattamente dietro all'albergo "Camusot", parte il sentiero che in una decina di minuti vi condurrà alla falesia del Ginevrè. Con ancora pochi chilometri raggiungiamo l'ampio pianoro del Piano della Mussa dove l’inverno corazza di ghiaccio le evidenti balze rocciose del lato destro idrografico della valle, dando origine alle bellissime cascate dell' anfiteatro della Naressa. Il piano della Mussa può essere utilizzato per trascorrevi una piacevole giornata di riposo o per raggiungere in circa 1ora e 30 il rifugio "Gastaldi" al crot del Ciaussinè, da dove il giorno successivo si può salire con facile itinerario in piccola parte glaciale la Ciamarella oppure lo Spigolo Murari alla Bessanese. Forse non molti sanno che il più famoso canto dedicato alla montagna, "La Montanara", fu scritto proprio al Pian della Mussa, dall’alpinista Toni Ortelli. Il quale trascrisse testo e musica di un motivo cantato da un pastore trovato presso l’Alpe del Pian di Ciamarella. Era il luglio del 1927. Il canto cominciò a diffondersi in tutto il mondo, diventando uno dei più noti in assoluto. Una targa al Pian della Mussa ricorda la storia e testimonia i natali di quello che ancor oggi è considerato l’inno internazionale della montagna. Proprio al Piano della Mussa il rifugio Ciriè nonostante l’isolamento invernale, tramite un servizio di motoslitta offre ospitalità quasi tutto l’anno.
La Val Grande. Poco prima di Ceres si abbandona la strada principale la SP1 per prendere la SP 33 in direzione di Cantoira – Forno Alpi Graie nelle varie borgate che si incontrano sul percorso traspare chiaramente come questa valle negli anni trenta fosse meta di un turismo di Elite. Le ville in stile si susseguono e tra queste possiamo trovare quella che fu dell'attore Erminio Macario o addirittura quella in stile liberty di Giovanni Pastrone regista dello storico film muto "Cabiria". Dove pare furono girate alcune scene del film alla cui sceneggiatura partecipò anche Gabriele D'Annunzio. Raggiunta Cantoira che è un pò il centro vitale della valle troviamo oltre a numerosi negozi un bellissimo centro sportivo con piscina all'aperto ideale per le giornate di riposo. Tra i luoghi da vedere ci sono anche: il Museo della Brunetta, antica miniera di talco aperta a visite guidate, situata in una conca a circa un’ora di cammino dalla frazione Vrù di Cantoira dove si possono visionare macchinari, attrezzature e il trenino per il trasporto del minerale, attualmente utilizzato per accompagnare i visitatori all’interno della miniera. Sempre a Vrù è possibile vedere il presepio meccanico, vera e propria opera d’arte del locale "Cichin". Subito dopo Cantoira, troviamo la Rocca di Lities, dove numerosi itinerari di arrampicata più o meno interessanti possono far trascorrere una piacevole giornata (Sito internet dedicato). Dopo Cantoira si incontra Chialamberto da dove raggiunta Vonzo è possibile fare una bellissima escursione in una località molto panoramica che è il santuario della Madonna del Ciavanis. In tale luogo ci si può arrivare tramite un ripido sentiero in 1 ora e 45 min o tramite una carrareccia sterrata praticabile sia a piedi che in mountain bike. Da Pialpetta prendendo la strada per raggiungere il Bec di “Roci Ruta” si raggiunge il piano degli Alboni che è un vero e proprio Roci Rutaterrazzo sulla valle e dove finalmente ristrutturate si possono apprezzare una serie di baite testimonianti in pieno l'antica architettura alpina delle valli. Poi a parte un interessante tratto navigabile tra Pialpetta e Chialamberto valutato di grado V di qui in avanti la valle vuoi per la qualità della roccia vuoi per le numerose strutture diventa molto interessante sotto il profilo arrampicatorio e solo per citarne alcune si incontrano le storiche strutture del Bec Mea, di Roci Ruta, la parete dell'Elefante sino a raggiungere La parete detta delle Gare ed il mitico "vallone di Sea" dove da un paio di anni si svolge con discreto successo di presenze un incontro arrampicatorio. Queste pareti sicuramente minori rispetto a quelle della valle dell'Orco sono però passate sotto i polpastrelli dei più bei nomi dell'alpinismo Piemontese. Manera. Motti, Grassi, Ghirardi, Oviglia, Mochino, Caneparo, Meneghin hanno lasciato le loro firme tracciando bellissimi itinerari. Le grandi pareti della testata della valle, purtroppo, non godono della stessa qualità della roccia di quelle poste più in basso, ma ciò nonostante servendosi come appoggio del rifugio Daviso, alcune vie di grande respiro sia su roccia che su ghiaccio vi sono state aperte. Una su tutte Il couloir cascata "O sole mio" aperta dalla straordinaria cordata Bernardi, Comino, Grassi. La strada termina a Forno Alpi Graie un tempo, fucina e località dove venivano fabbricate le serrature di sicurezza dette con il "segreto", poi pian piano l’attività scemò e di questa, oltre al completo diboscamento del vallone di Sea, (per ardere la legna) non restano che pochissime tracce. Bellissima è la passeggiata che conduce da Forno al Santuario di Nostra Signora di Loreto, che sorge all’imbocco del Vallone di Sea. All’ingresso si arriva dopo aver percorso i 444 gradini della scalinata che un tempo i pellegrini salivano in ginocchio. Il santuario nasce dalla devozione di tal Pietro Garino, verso la Madonna del Rocciamelone che gli apparve nel 1630 proprio nel luogo dove oggi sorge il santuario. L’attuale struttura, risale al 1757 - 1770, e all’interno sono custoditi circa trecento ex voto, (il più antico è datato 1751) ed una statua lignea della Madonna, opera dello scultore Raimondo Santi Faller di Ortisei, conosciuta come "Madonna Nera" in quanto fatta in legno d’ebano. Addentrandosi nel vallone di Sea questi prosegue per un lungo tratto praticamente in piano conducendo sino al pianoro di Balma Massiet dove un circuito di sassi chiamato "Polvere di stelle" soddisferà anche il Boulderista più accanito accompagnato nella scampagnata dalla sua bella famigliola che potrà approfittare del refrigerio delle acque dello Stura. In Val Grande numerosi e generalmente tutti buoni sono gli alberghi o i ristoranti. Tra questi ricordiamo a Forno l’Hotel Savoia, a Breno la Trattoria da "Cesarin" e a Groscavallo la "Ca di Martu". Per dormire c’è a Pialpetta il posto tappa del GTA o il campeggio la Roccia di Cantoira.
Il Cibo Nel paniere dei Prodotti Tipici ci sono quattro produzioni caratteristiche delle Valli di Lanzo: il Salame di Turgia che è un particolare insaccato di umili origini, ottenuto con le carni di vacche destinate alla macellazione. Alla carne vi è l’aggiunta di lardo suino, sale, pepe, noce moscata e altre spezie, aglio e talvolta vino rosso locale. Oggi questo saporito alimento "povero", continua ad essere prodotto secondo l’antica ricetta tramandata da generazioni, ed è diventato una ricercata ghiottoneria da gustare, come antipasto. il Torcetto di Lanzo (un biscotto a forma di lyra), la Toma del Lait Brusc e la Toma di Lanzo due formaggi molto buoni uno fresco e l’altro anche stagionato . Una particolarità da non dimenticare consiste nel fatto che in un alpeggio sopra a Pialpetta il mitico Cesarin di Breno mi raccontò che facevano la fontina, in quanto solo in quell'appezzamento di terreno, cresceva quel giusto mix di erbe, che permetteva di produrre il pregiato formaggio Valdostano. Chissà se qualcuno sarà capace di ritrovarlo?
Con questo mio scritto assolutamente incompleto e certamente poco esaustivo spero di aver aperto una finestra su queste valli a due passi da Torino ed un tempo frequentatissime. Nel contempo auspico di aver acceso in voi la curiosità di approfondirne la conoscenza e di scoprirne il misterioso fascino e la loro magica bellezza.
A tal fine vorrei spendere due parole sul Vallone di Sea che con le sue pareti e le sue luci per chi lo sa apprezzare è un universo del tutto singolare. Nonostante le numerose vie tracciate, alcune anche di grande pregio la frequentazione di questo è sempre piuttosto sporadica. Certo l’esposizione non l’aiuta ma nei mesi caldi ogni scalatore può trovare pane per i propri denti. Dalla storica via Zarathustra sul trono di Osiride, vero banco di prova per alpinisti collaudati (ma che abbiano un bel grado) per passare alle moderne "Titanic" o "Super controles",piuttosto che spostandosi sul lato esposto al sole con alcune short climb molto interessanti tracciate sulla Torre di Gandalf od alla reggia dei Lapiti.
Buon fine settimana.
di Elio Bonfanti
SCHEDA: Uja di Mondrone - Via Normale da Molera
SCHEDA: Anello del Piano della Mussa
SCHEDA: L'ultimo Imperatore, Parete dei Titani
SCHEDA: Titanic, Parete dei Titani
SCHEDA: Rossa e Chironna, Uia di Mondrone
Cartografia
Cartografia ufficiale italiana dell'Istituto Geografico Militare (IGM) in scala 1:25.000 e 1:100.000, consultabile on line
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:50.000 n. 2 Valli di Lanzo e Moncenisio
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:25.000 n.103 Alte Valli di Lanzo (Rocciamelone - Uja di Ciamarella - Le Levanne)
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:25.000 n.110 Basse Valli di Lanzo (Lanzo - Viù - Chialamberto - Locana - Ciriè)
Siti on line
www.vallidilanzo.info
www.comunitamontanavlcc.it/
Bibliografia
Tra il classico e il Moderno: M. Blatto - A. Bosticco – M. Rosa. Ed L'Escursionista 2002
Cento nuovi mattini : A. Gogna Ed Zanichelli 1981
Gran Paradiso e valli di Lanzo "Le cento più belle ascensioni ed escursioni" : G.C. Grassi. Ed Zanichelli 1982
Sogno di Sea: G.C. Grassi 1988
Vallone di Sea "Un mondo di pietra": M. Blatto Le guide di Alp
Le stagioni della Pietra: A. Ala M. Blatto
70 normali nelle Valli di Lanzo: M. Blatto. Ed In Cima
Cartografia ufficiale italiana dell'Istituto Geografico Militare (IGM) in scala 1:25.000 e 1:100.000, consultabile on line
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:50.000 n. 2 Valli di Lanzo e Moncenisio
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:25.000 n.103 Alte Valli di Lanzo (Rocciamelone - Uja di Ciamarella - Le Levanne)
Istituto Geografico Centrale - Carta dei sentieri e dei rifugi scala 1:25.000 n.110 Basse Valli di Lanzo (Lanzo - Viù - Chialamberto - Locana - Ciriè)
Siti on line
www.vallidilanzo.info
www.comunitamontanavlcc.it/
Bibliografia
Tra il classico e il Moderno: M. Blatto - A. Bosticco – M. Rosa. Ed L'Escursionista 2002
Cento nuovi mattini : A. Gogna Ed Zanichelli 1981
Gran Paradiso e valli di Lanzo "Le cento più belle ascensioni ed escursioni" : G.C. Grassi. Ed Zanichelli 1982
Sogno di Sea: G.C. Grassi 1988
Vallone di Sea "Un mondo di pietra": M. Blatto "Le guide di Alp
Le stagioni della Pietra: A. Ala M. Blatto
70 normali nelle Valli di Lanzo: M. Blatto. Ed In Cima