La regione del Dolpo in Nepal, Himalaya
Dopo l’apertura all’Occidente del Nepal nel 1949, la regione di Dolpo, situata nel Nepal occidentale ai confini con il Tibet, fu raggiunta nel 1956 da David L. Snellgrove. “Himalayan Pilgrimage” è il racconto dei sette mesi trascorsi nelle aree di cultura tibetana e successivamente il libro “Four lamas of Dolpo” dello stesso autore perpetuò il mito di valli dove le pratiche sciamaniche pre-buddiste del rito bon po sopravvivevano nei monasteri di Samling, Ringmo, Pungmo e altri più piccoli. Con la pubblicazione del libro, “Il leopardo delle nevi”, del naturalista Peter Matthiessen, questa terra divenne il sogno di molti viaggiatori, un sogno che il Nepal rese possibile aprendo nel 1990 l’area al turismo.
La regione è comunemente divisa in due parti: il basso Dolpo e l’alto Dolpo. Il primo si estende tra il lago Phoksumdo, oggi Parco Nazionale e la valle di Tarap, abitata da poche centinaia di persone che coltivano l’orzo per l’onnipresente tsampa, il piatto base della parca alimentazione locale. La gente si dedica all’agricoltura e alla pastorizia. Sono regioni entrambe desertiche, post-himalayane, situate a nord della catena del Dhaulagiri; le foreste sono presenti sono nella parte bassa e attorno al lago Phoksumdo, dove la quota non supera i 3500 metri.
L’alto Dolpo va oltre il lago Phoksumdo e termina a nord con il Tibet e si estende a quote superiori ai 4000 metri. Piccoli villaggi raccolti attorno al monastero, perpetuano da sempre le antiche tradizioni: d’estate la povera agricoltura e nei mesi primaverili ed autunnali il commercio. Ecco allora lunghe carovane di yak scendere verso valle ancor oggi con i carichi del sale e della lana per risalire con cereali e altri prodotti utili alla sopravvivenza.
Il monastero più noto è Shey, posto di fronte ad una montagna di cristallo che ne accresce la fama; la tradizione vuole che il lama del monastero sia la reincarnazione di Milarepa. L’alto Dolpo, per la difficoltà d’accesso, rimane tutt’oggi un’area di cultura pressochè intatta, dove le costumanze e i riti religiosi conservano la loro primordiale originalità.
PROPOSTE TREKKING
SHEY GOMPA (Alto Dolpo)
Sacrificata tra l'altopiano del Tibet e l'ostica catena del Dhaulagiri, la regione nepalese di Dolpo è una delle aree abitate più selvagge e difficili e meno conosciute del mondo; da poco tempo aperta agli stranieri (1990) è una terra da visitare in punta di piedi e con il massimo rispetto. L'itinerario è, come ovviamente si può capire, di grande interesse paesaggistico e soprattutto etnografico ed è di grande impegno fisico per le quote raggiunte. L’accesso alla regione dell’alto Dolpo è regolato dal Governo nepalese che stabilisce di anno in anno un numero d'accessi limitato.
l°/2° giorno Milano-Kathmandu
Partenza dal Milano per Kathmandu con voli di linea; cena e pernottamento a bordo. Arrivo a Kathmandu nella mattinata e trasferimento in hotel. Giornata a disposizione.
3° giorno Nepalganji
Trasferimento all'aeroporto e volo per Nepalgunji, cittadina posta a pochi chilometri dal confine con l'India nella pianura del Terai. Cena e pernottamento in lodge.
4° giorno Juphai (2400 m)-Dunai (2020 m)
Trasferimento all'aeroporto e volo per Juphal. Inizia qui il trekking che con una lunga discesa conduce a Dunai, capitale amministrativa della regione di Dolpa.
5° giorno Hanke (2490 m)
Dopo aver superato il primo posto di controllo si costeggia la riva destra del torrente Bheri fino alla sua confluenza con il Suli Gad. Si risale la valle omonima su buon sentiero fino al minuscolo insediamento di Hanke dove si pone il campo.
6° giorno Reji (2940 m)
Superato un altro posto di controllo si risale al piccolo villaggio di Sepka. Il sentiero supera alcune volte il torrente passando da una parte all'altra della stretta valle del Suli Gad tra foreste lussureggianti. Dopo un'ultima risalita si scende presso il piccolo villaggio di Rejl posto tra conifere in una vasta zona pianeggiante.
7° giorno Lago Phoksdumdo (3600 m)
Superato un altro ponte sul Suli Gad, il sentiero sale dolcemente fino al posto di controllo e sede del Parco Nazionale di Phoksumdo; il Parco ospita uno dei più interessanti ecosistemi himalayani ed è popolato da specie rare come il "leopardo delle nevi" e il "bharal". Il sentiero sale ripido, fra una vegetazione che a poco a poco sta cambiando, raggiungendo una serie di terrazze a 3650 metri circa che dominano la vallata e la splendida cascata che scende dal Lago Phoksumdo. Con una breve discesa si raggiunge il villaggio di Ringmo. Si pone il campo sulla sponda del lago.Pomeriggio dedicato alla visita del villaggio ed all'antico Gompa bon-po posto in splendida posizione sulla sponda del lago a circa mezz'ora dal campo.
8° giorno Campo attrezzato a nord del lago
E' questa la prima tappa che porta nell’alto Dolpo. E’ certamente una delle più belle tappe del percorso, infatti il sentiero, fra i più spettacolari dell'Himalaya, procede intagliato lungo la parete occidentale del lago sospeso sulle acque color turchese. Il campo è posto sull'estremità nord del lago.
9° giorno Campo ai piedi del passo Gand La (4300 m)
Si risale la valle del torrente Phoksumdo Khola, immissario del lago, che normalmente allaga il fondovalle costringendo ad effettuare molti guadi per proseguire; lungo il percorso, verso est , appaiono le belle cime innevate del Kanjelaruwa (6612 m). Salendo lungo la riva destra del torrente si giunge ai piedi del passo Gand La dove si pone il campo.
10° giorno Shey (4200 m)
Dopo una faticosa risalita si raggiunge il passo Gand La sul quale numerose bandiere delle preghiere fluttuano al vento (circa 3h30' dal campo). Si scende quindi verso il gompa di Shey presso il quale si campeggia.
11° giorno Shey
Intera giornata dedicata alla visita del gompa di Shey e dei dintorni, ripercorrendo il percorso che i pellegrini compiono intorno al Monte Riou Doukta, "la montagna di cristallo".
12° giorno Namgaon (4200 m)
Facile tappa in salita lungo una stretta valle, incontrando alcuni pascoli di yaks e capre. Si potranno forse vedere alcune carovane di yak che si muovono tra il Tibet e l'Alto Dolpo trasportando cereali e raccolti. Si prosegue poi verso il Passo di Shey (4910 m). Dal Passo si gode uno splendido panorama sul Tibet. Si scende per un facile sentiero, poi si affronta la parte più difficile per giungere a Namgaon, situata in una piccola valle.
13° giorno Saldang (3800 m)
Si sale fino al Saldang La (4390 m), da cui si ha un'eccezionale panoramica sull’omonima valle. Si scende nella valle punteggiata da piccoli villaggi e gompa.
14° giorno Yangjir (3800 m)
Si discende la valle di Nang-Khong lungo un sentiero che, con vari saliscendi, percorre la riva sinistra del torrente: lungo il percorso si incontrano i villaggi di Tiling e Kyi con i numerosi e caratteristici chorten. Giunti alla confluenza con il Panzang Khola, si attraversa e si raggiunge, in salita, il superbo monastero di Yangjir.
15°/16° giorno Shimen (3840 m) - Tingkyu (4100 m)
Il sentiero percorre la valle del Panzang Khola sino al villaggio di Shimen, si risale quindi lungo la riva sinistra del torrente incontrando i piccoli insediamenti di Phug e Tsam prima di giungere a Tingkyu, villaggio strategico lungo la carovaniera che proviene dal Tibet attraversando il passo Marium La.
17°/19° giorno Charka (3800 m)
Tre giorni sono necessari per risalire la valle del Keheng Khola fino al Passo di Charka (5000 m circa). si scende quindi al villaggio.
20°/23° giorno Kagbeni-Jomsom (2700 m)
Tre giorni sono necessari per giungere a Kagbeni posta nella valle del Kali Gandaki. Lungo l'itinerario si supera il passo Sandak La (5150 m circa) e s'incontrano i villaggi di Sandak e Tiri. Ridiscendendo lungo la pittoresca gola del Kali Gandaki si arriva a Jomsom, capoluogo della regione di Mustang.
24° giorno Pokhara-Kathmandu
Trasferimento all'aeroporto e volo per Pokhara. Proseguimento con volo per Kathmandù, Sistemazione in Hotel.
25° giorno Kathmandu
Giornata dedicata alla visita guidata della città.
26° giorno Kathmandu-Milano
Nella mattinata trasferimento in aeroporto e volo per l'Italia con arrivo in Italia in serata
DOLPO
La regione del Dolpo, aperta al turismo nel 1990, è una delle piu’ selvagge e sconosciute aree abitate di tutto il Nepal. La popolazione, che conta solo tremila anime, migrò dal Tibet e tutt’oggi vive di povere risorse naturali, incentivando l’antico commercio di sale con il limitrofo altopiano tibetano. I piccoli monasteri, i numerosi “stupa” e “muri mani” che si incontrano lungo il cammino, testimoniano la profonda fede buddista di queste genti
1°/2° giorno Milano-Kathmandu
Partenza per Kathmandu con voli di linea. Arrivo nella capitale nepalese in giornata e trasferimento in Hotel.
3° giorno Kathmandu
Giornata dedicata alla visita della città e della sua valle.
4° giorno Nepalganji
Volo per Nepalganji (1 ora). Superbe panoramiche su Manaslu, Annapurna e Dhaulagiri. Nepalganji sorge nella pianura del Terai, a pochi chilometri dalla frontiera indiana. Sistemazione in Lodge.
5° giorno Juphal (2550 m)-Dunai (2150 m)
Trasferimento aereo a Juphal dove si arriva dopo circa 45’ di volo. Incontro con lo staff locale e inizio del trekking che con una ripida discesa, attraverso il villaggio di Juphal, porta a Dunai, capitale amministrativa di Dolpo.
6° giorno Lahimi (3200 m)
Il trekking continua lungo il sentiero che passa sotto il villaggio di Tarakot tra coltivazioni di miglio. Tre ore di continui, faticosi e ripidi saliscendi fino ad un vasto pianoro; qui, in prossimità della confluenza tra il Burbung Khola e il Tarap Khola, si trova un ulteriore check-post dove sono controllati nuovamente passaporti e trekking permit. Da questo punto si dovrà rimontare la profonda e impressionante valle di Tarap fino a giungere a Dho. La tappa termina a Lahimi, dopo circa tre ore di cammino dal check-post.
7° giorno Nwar Pani (3850 m)
Il sentiero sale bruscamente sul torrente ed è necessario superare impressionanti passaggi a picco sull’acqua. Si prosegue mantenendosi in quota tra giganteschi pini e ginepri contorti fino a scendere sulla riva del torrente. Da qui si sale ripidamente fino a superare una zona rocciosa e delicati passaggi aerei; successivi, faticosi saliscendi seguendo alternativamente la riva destra e sinistra del fiume. La valle si restringe e diventa sempre più selvaggia; dopo un’ulteriore, ripida salita, si raggiunge un pianoro erboso dove si pone il campo.
8° giorno Dho (4100 m)
L’ultima giornata tra le gole della valle di Tarap. Ormai solo rossi licheni e le limpide acque del Tarap Chu che scorre impetuoso tra gole profonde e quasi inaccessibili. Il sentiero si snoda zigzagando attraverso rocce strapiombanti e continui saliscendi. Lungo il cammino si incontrano sempre più spesso “chorten” e “muri mani”, simboli della fede buddhista. Man mano le difficoltà diminuiscono, la valle attenua la sua pendenza e diventa sempre più larga fino a lasciar intravedere le prime case di Dho. Il maggior centro della valle di Tarap appare come un mosaico di piccoli appezzamenti e covoni d'orzo tra montagne desolate e selvagge.
9° giorno Dho
Giornata dedicata alla visita di Dho, dei villaggi e dei gompa circostanti. Il monastero di Kagar rappresenta per la comunità di Tarap il centro religioso di maggior importanza; qui, infatti, ai piedi del monte sacro Buddha-ri, risiede il capo religioso della valle.
10° giorno Verso il Num-La
Si è ormai nella parte alta della valle e si inizia a salire il pendio che porta verso il Num-La (passo a 5150 metri) che le carovane di yak devono attraversare ogni anno per recarsi in Tibet. Il campo è posto a 4500/4600 metri.
11° giorno Num-La (5150 m)
Si risale lentamente il colle fino a superarlo. Fantastica panoramica sull’imponente sagoma del Dhaulagiri e più lontano sul gruppo degli Annapurna. Ripida discesa e successiva risalita (200 metri) fino ad un pianoro dove è montato il campo (4400 metri).
12° giorno Baga-La (5050 m)- Ringmo (3600 m)
Salita al colle, il secondo alto passo di questo trekking, lungo un sentiero ben tracciato (circa 2.5 ore). Ripida e lunga discesa nella verde valle di Suligam (3750 metri). Si continua percorrendo un aereo sentiero e fra splendide pinete si raggiungono il lago Poksumdo e il vicino villaggio di Ringmo. Campo in prossimità del lago a 3600 metri.
13° giorno Ringmo
Giornata di sosta. Visite ed escursioni nei dintorni. Il villaggio di Ringmo, in perfetto stile tibetano, si presenta con le sue bandiere al vento e i suoi “chorten” vecchi di millenni. Le abitazioni hanno l’aspetto di fortini, costruite su tre piani con blocchi di pietra e mattoni essiccati al sole. Il monastero di Ringmo, incastonato tra pareti rocciose a picco sul lago, è il simbolo di questa terra dura e ostile. Il villaggio di Ringmo e il turchese lago Poksumdo, incastonato tra aride e selvagge montagne, rappresentano sicuramente uno delle tappe più belle e significative di questo trekking.
14° giorno Pungmo
Si ridiscende lungo la valle di Suligad superando la cascata che scende dal lago. Si raggiunge l’Army Check Post”, sede del Parco Nazionale di Shey dove sono ricontrollati passaporti e trekking permit. Campo ai bordi del fiume. Si risale la valle laterale fino a Pungmo, un altro villaggio attraverso il quale i Dolpa-pa scendono lungo la “via del grano”fino a Thalpi. Rientro al campo.
15° giorno Roha (2950 m)
La valle è nuovamente molto stretta e il sentiero attraversa foreste di conifere con continui e ripidi saliscendi. Dopo aver superato un ulteriore posto di controllo si affronta una faticosa salita che porta al villaggio di Roha, abbarbicato a metà montagna.
16° giorno Dunai (2150 m)
Roha è un villaggio molto caratteristico e particolare: si visita il tempio dedicato alla dea Masta. Nel pomeriggio si rientra a Dunai, punto di partenza del trekking, dove si arriva in circa tre ore di cammino.
17°giorno Juphal-Nepalganji-Kathmandu
Percorso in salita fino a raggiungere l’aeroporto di Juphal da dove ci si imbarca per Nepalganji e da qui per Kathmandu.
18° giorno Kathmandu-Milano
Rientro a Milano con voli di linea.
Per informazioni:
Focus World Expeditions.
Tel. 0039-02-89402052
www.focusworldexpeditions.com