L'altra Patagonia: il trekking Vuelta al Diablo

Un'invito a scoprire la Vuelta al Diablo: un nuovo trekking di impegno e soddisfazione a cavallo tra la Patagonia Argentina e Cilena. Di Francesco Salvaterra, guida alpina.
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Trekking in Patagonia: Vuelta al Diablo
Alberto De Giuli

Glaciar Perito Moreno, Ushuaia, El Chalten con i sentieri al Mirador Cerro Torre e alla Laguna de los Tres per ammirare il Fitz Roy: alcune delle località turistiche dove trekkers e turisti di tutto il mondo vanno a scattare fotografie, affollando sentieri e alberghi.

Certo sono bei posti ma con il passare degli anni sono divenuti iper-frequentati perdendo per buona parte il loro fascino: sui sentieri "convenzionali" nei dintorni di El Chalten si fa la coda per passare le strettoie, tra guide turistiche a cui manca solo l'ombrellino e passeggiatori che pensano di vedere un puma dietro ogni angolo. Certo anche questa è Patagonia e vale la pena di dargli un'occhiata ma è importante sapere che si tratta solo di una minima parte delle possibilità a portata dell'escursionista dotato di spirito d'avventura.

Questo breve articolo vorrebbe essere un invito a scoprire e valorizzare alcune zone dei dintorni del massiccio di El Chalten che per il momento (e speriamo ancora per molto tempo) sono assolutamente sconosciute e per nulla frequentate. Si tratta di percorsi solo in parte segnati nelle carte topografiche dove perlopiù non esistono che vaghe tracce aperte dal "baguales" ossia bestiame selvatico scappato alle estancias.

L'aggettivo più indicativo per descrivere il trekking del Diablo potrebbe essere "dannatamente complicato": le difficoltà principali sono trovare la giusta traccia e orientarsi, sopportare i capricci del tempo e camminare su un terreno molto articolato dove non sempre si passa con facilità, vegetazione fitta, acquitrini, tronchi di traverso e ripide morene sono ostacoli che si trovano spesso. Lo zaino inizialmente dovrebbe pesare fino a una quindicina di chili ma essendo il cibo il peso maggiore, mano a mano diventa più leggero.

L'ambiente è primordiale, ci si sente come atterrati su un altro pianeta, ma ecco che di tanto in tanto, sulle rive del cristallino lago O'Higgins tra un iceberg e una spiaggetta spuntano delle piccole "estancias", ossia delle fattorie abbandonate da molti anni. Sono le vestigia del periodo dei coloni: famiglie in cerca di fortuna che si trasferivano nel mezzo del nulla per allevare qualche vacca e crescere i figli sulla loro terra. E' strano come circondati dalla natura selvaggia e per certi versi opprimente si cerchi con interesse quasi morboso dei segni della presenza umana. Queste estancias spesso non sono altro che baracche di legno con un tetto di lamiera e il pavimento di terra battuta, inspiegabilmente si presentano come la scena di un film catastrofistico: padelle appese ai chiodi sui muri, cesoie per tosare le pecore, accette, scarpe da donne e bambini: tutto lasciato al suo posto, come se chi le abitava fosse scappato da un momento all'altro lasciandosi gli oggetti della vita quotidiana alle spalle.

Di seguito condividiamo una descrizione del trek, si tratta di un percorso di nostra interpretazione tra le tante possibilità che abbiamo appunto battezzato trekking del Diablo. Vogliamo invitare chi se la sente a cimentarvisi ma mettendo in guardia: non è un percorso convenzionale con traccia e segnavia ma un itinerario dove in qualche modo avere un esperienza alpinistica (o una buona Guida) aiuta molto: è facilissimo perdersi e in caso di incidente (che potrebbe essere anche solo una caviglia slogata) l'isolamento rappresenta un serio pericolo non esistendo che l'autosoccorso.

Il punto di partenza e arrivo del trek è il famoso villaggio di El Chaltèn, questo rappresenta un'ottima opportunità per delle estensioni al viaggio con la possibiltà di fare dei trekking convenzionali in giornata o di provare scalate di alpinismo classico come Il Cerro Electrico, una bella cima posta di fronte al Fitz Roy che presenta una via normale paragonabile al Mont Blanc du Tacul.


SCHEDA: Vuelta al Diablo, Patagonia

Ulteriori informazioni su: www.inpatagonia.it, www.francescosalvaterra.com e www.marcellocominetti.com

Francesco Salvaterra ringrazia gli sponsor Ferrino, Climbing Technology, Elbec, Lizard, Salice, 




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