Rampa Whillans sull'Aguja Poincenot in Patagonia sciata da Vivian Bruchez, Aurélien Lardy, Jules Socié
I francesi Vivian Bruchez, Aurélien Lardy e Jules Socié hanno effettuato l'attesissima seconda discesa della rampa Whillans-Cochrane dell'Aguja Poincenot in Patagonia. La linea ultra-esposta e inclinata verso l'esterno che taglia diagonalmente la parete est della montagna era stata sciata per la prima volta, in un momento di pura follia e genio, dal compianto Andreas Fransson nel settembre 2012. Dopo l'audace discesa lo svedese ci aveva descritto la sua impresa come "la sciata più tecnica della mia vita, con un'esposizione di 1000m." La rampa prende il nome dei due primi scalatori, l'inglese Don Whillans e l'irlandese Frank Cochrane, che salirono la rampa durante la prima salita della montagna nel 1962.
Bruchez, Lardy e Socié si erano recati a El Chalten qualche settimana fa con questa discesa in mente e dopo aver esplorato e sciato linee più facili, hanno rivolto la loro attenzione all'obiettivo principale. Partiti dal campo avanzato il 21 settembre, hanno effettuato il bellissimo avvicinamento mentre il sole sorgeva sopra i "mitici aghi" per raggiungere la base della parete, che sembrava essere "sospesa in mezzo al cielo".
Durante la salita i tre hanno incontrato buone condizioni di neve, ma la progressione è stata "delicata e intensa". Scrivendo sul suo profilo Instagram, Bruchez ha spiegato che "da lontano questa rampa sembra larga, ma in realtà nella sua parte più stretta misura 1,80 metri, sospesa sopra un vuoto di 1000 metri". Consapevoli della loro posizione oltremodo pericolosa, si sono sostenuti ed incoraggiati a vicenda durante tutta la salita. Quella che seguì fu, nelle parole di Socié, "una delle discese più belle della nostra vita. Sicuramente la più impegnativa e anche la più faticosa. Una discesa che ricorderemo per molto tempo".
I tre si sono legati per un tratto ghiacciato a metà della discesa e al termine delle difficoltà erano comprensibilmente sopraffatti dall'emozione. Durante la discesa di 300 metri avevano superato difficoltà stimate in 5.5/E5. Bruchez ha dichiarato: "eravamo senza energie. Piccole lacrime scorrevano: da un lato la soddisfazione di aver realizzato una discesa impossibile, dall'altro il sollievo che le nostre 3 piccole tracce fossero arrivate fino al campo, con un sorriso e un sentimento condiviso di realizzazione!"
Il progetto originale era quello di collegare la rampa Whillans-Cochrane con una discesa vergine sul piedistallo del Fitz Roy ma essendo troppo stanchi, soprattutto psicologicamente, hanno deciso di tentare la discesa il giorno successivo. Descritta come "molto meno esposta e molto più sciabile", la rampa di 300 metri è stata chiamata Mini-Whillans e gradata 5.4/E4. Lardy ha riassunto la nuova discesa come "un ambiente mozzafiato che ha regalato bellissime curve sotto l'occhio del mostro del giorno prima."