Paul Bonhomme scopre 'De l'autre côté du ciel' sul Tête d’Eslucis negli Écrins
De l’autre coté du ciel…Dall'altra parte del cielo. Avevo questa immagine sul mio telefono, uno screenshot di una parete che avevo notato mentre mi perdevo esplorando le mappe online quattro anni fa. Nessuna informazione, nessuna foto, ma una visualizzazione virtuale che mi sembrava magica, con pieghe in ogni direzione ed un tracciato che si snodava attraverso queste pieghe, come dovesse entrare completamente nella montagna.
Il 16 gennaio, mentre tornavo a casa, ho pensato di dare un’occhiata. Siccome era impossibile vedere la parete, era anche impossibile avere informazioni sulle condizioni. Così ho pensato: faccio una gita in montagna; già fare questo sarà fantastico.
Alle 9 del mattino parcheggio la mia macchina nel piccolo borgo di Réallon; non c'è nemmeno un fiocco di neve per terra, e i contadini locali mi lanciano uno sguardo strano mentre carico il mio zaino con sci, corda, piccozze, ecc. Un'ora dopo, ancora niente neve... Entro nella gola pensando che sarà un buon allenamento. Poi, poco a poco, distinguo l'inizio della linea che avevo in mente. Non è molto, ma c'è, e comunque la parete è già stupefacente e selvaggia, assolutamente selvaggia.
Dopo aver lottato con le rovi e attraversato il torrente più volte, mi trovo alla base della parete. Poi noto qualcosa di folle: un muro, un piccolo couloir che vi entra con una cascata di ghiaccio alla base. Le condizioni sono asciutte, quindi non ho nessun timore riguardo le valanghe; tuttavia, il vento in alta quota invia continuamente neve polverosa giù per la linea.
So di non correre rischi e decido di dare un'occhiata. Salgo la cascata di ghiaccio per circa trenta metri ed entro nel primo couloir, ampio e non troppo ripido. Continuo fino a dove si dirama a sinistra, e lì mi accoglie una doccia fredda in tutti i sensi: il vento mi manda tonnellate di neve polverosa addosso. Si infila nelle mie maniche. Il tratto chiave della mia linea è un complicato muro di misto alto circa trenta metri, costantemente spazzato da impressionante spindrift.
Salgo un ramo a destra per ripararmi dalla neve e contemplare se scendere: la linea non è in condizione, e il vento è davvero violento; faccio persino fatica a stare in piedi e non riesco nemmeno a togliere il mio zaino. Cosa dovrei fare? Guardo l'immagine di quattro anni fa e noto qualcosa sulla mia destra; forse lì c'è più neve? A parte il fatto di essere un po' esposto al vento, non sono soggetto a risichi oggettivi e ho ancora tempo. Così decido di lasciare che la montagna mi guidi.
Scendo un po', bypasso uno sperone piccolo e realizzo che ce la farò. Dall'altra parte del cielo... una bella goulotte, non troppo ripida e sciabile, continua verso l’alto. Guardando lo screenshot immagine di attraversare a destra per raggiungere un altro couloir. Attraverso... ma purtroppo l'accesso al couloir è impossibile.
Una lingua di neve sale più in alto, sembra di scomparire, urtandosi contro una parete ripida. Decido di vedere di cosa si tratta. Salgo la striscia di neve, che effettivamente scompare, ma c’è un piccolo varco; mi lascio guidare di nuovo.
Una volta raggiunto il varco, sbircio oltre e eccolo: il couloir che sembrava impossibile da raggiungere è ora a circa dieci metri sotto di me. L'accesso appare facile, disarrampico velocemente su roccia abbastanza solida con molte prese. È così che raggiungo questo magnifico couloir che conduce ad un couloir a destra, completamente all'interno delle pieghe della montagna. È maestoso.In cima a questo, di nuovo, il modo per salire non è evidente. Tutto sembra bloccato da ripide pareti, e vedo nient’altro che roccia ovunque. Tiro fuori nuovamente la mia preziosa immagine e noto che potrebbe esserci una rampa che si dirige a sinistra per raggiungere un ultimo couloir che mi porterebbe in vetta. Vado a sinistra e la trovo: è stretta, ma funziona! In cima alla rampa, una bella traversata verso destra mi porta nel vasto couloir che mi porta quasi in cima. Un ultimo traverso, molto esposto, ma non troppo ripido, a sinistra e poi a destra mi porta infine sul pendio sommitale, che è piuttosto privo di neve.
E la discesa? Il vento si è calmato ora, e a questo punto non devo fare altro che seguire le mie orme...
di Paul Bonhomme
De l’autre coté du ciel, parete nord di Tête d'Eslucis, 2764m, Réallon, Écrins, Francia. Grado proposto: 5.3 / 650m / 45 - 50°, alcuni sezioni 5.
Link: FB Paul Bonhomme, Instagram Paul Bonhomme
Paul Bonhomme ringrazia: Camp - Cassin, Karpos, SCARPA