Monte Bianco Via Major: discesa in sci di Luca Rolli e Francesco Civra Dano

Il 6 maggio 2016 le guide alpine di Courmayeur Luca Rolli e Francesco Civra Dano hanno sciato la via Major sulla parete est del Monte Bianco. Questa è soltanto la seconda discesa di questa linea in 37 anni, dopo la prima effettuata il 7 settembre 1979 da Stefano de Benedetti.
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Via Major Monte Bianco: curva dopo curva siamo nel Gran Couloir della Brenva. L’ambiente è himalaiano, la neve è perfetta
Luca Rolli / Francesco Civra Dano

È per certi versi la sciata perfetta. Dalla cima del Monte Bianco giù per l’immensa parete est (ovvero il mitico versante della Brenva), sempre più giù, fino alla Val Veny. 3300 straordinari metri di dislivello lungo la via della seconda Sentinella al Col Major, conosciuta più semplicemente come la Via Major, salita per la prima volta nel 1928 dagli inglesi Thomas Graham Brown e Francis Sidney Smythe. Una linea "di una bellezza unica", sciata per la prima volta da Stefano de Benedetti (accompagnato da Gianni Comino che è sceso a piedi) nel lontano settembre 1979, poi mai più. Per tanti motivi. Come per esempio le condizioni della neve, che quest’anno sono del tutto eccezionali. E, soprattutto, per via dei seracchi che incombono continuamente durante la salita e la discesa. Tanto da relegare questa salita nel cuore della Brenva come un pericoloso e proibitivo sogno, da realizzare solo nel momento magico. Il 6 maggio questo attimo fugace è arrivato per Luca Rolli e Francesco Civra Dano, due fortissime guide alpine di Courmayeur che, partendo a mezzanotte dal bivacco Borgna Alberico alla Fourche, hanno percorso la via in 9 ore. Per poi - praticamente senza interruzioni - effettuare quella che Rolli descrive come "la discesa della vita". La loro sciata perfetta.


CHASING DRAGONS SULLA VIA MAJOR AL MONTE BIANCO
di Luca Rolli

"Non c’è modo di sfuggire il fare del nostro mondo, perciò il compito di un guerriero è quello di trasformare il proprio mondo nel proprio terreno di caccia."
Viaggio a Ixtlan, Carlos Castaneda

Non è mai facile partire per un’avventura come può essere sciare la Major: quando chiudo dietro di me la porta di casa ho l’impressione di andare a caccia di draghi, con tutto quello che comporta.

Il giorno che saliamo alla Fourche sono infastidito da un vento teso (in attenuazione) che ci continua a schiaffeggiare. Con il passare delle ore la pressione mentale all’interno del bivacco sale: abbiamo di fronte un mostro di parete alta 1300m, solcata da profondi canali e protetta da giganteschi seracchi: sono a caccia di draghi, questa è la verità. Il momento in cui a mezzanotte mi sporgo con la corda dal bivacco è quello in cui finalmente trovo pace interiore: il cuore comincia a pompare per attività fisica e non più per la tensione. La salita avviene nel buio più totale e l’assenza di luce amplificava le percezioni sensoriali nel terreno di caccia prescelto. 6 ore dopo, sotto i seracchi di uscita, arriva la luce calda e confortante che porta con sé pace, tanta pace. Infine arriva la cima del Monte Bianco. Ad un tratto un senso di rilassamento mi investe e i mostri (o draghi) che stavo cacciando, sono sconfitti. Non ho ancora vinto, ma capisco che ce la possiamo fare, che questa è la nostra giornata, che niente ci potrà distrarre dalla realizzazione di un sogno per cui abbiamo aspettato anni, per cui mi sono preparato per una vita.

La discesa in sé scorre via veloce e perfetta, semplicemente perfetta. A valle un abbraccio con Francesco: non avrei potuto avere compagno migliore. Ora visualizzo mentalmente che questa discesa mi ha reso più forte e conscio che la direzione intrapresa nel 2010 con il nostro primo viaggio sulla Nord della Blanche è la precisa concretizzazione delle parole di Andreas Fransson: "life goes on and how we want it to go on is a choice, and even if we want to escape, there is no-where to escape: so we might as well make right now awesome."

Dal bivacco della Fourche ci sono servite 9 ore per risalire – sci in spalla- tutta la via ed arrivare in cima al Monte Bianco. Dalla cima in 3 ore scarse eravamo in Val Veny. Abbiamo sciato per l’intero dislivello dalla cima del Bianco al fondovalle con 15 metri di conserva facile e 2 piccole doppie. E’ anche questa l’eccezionalità della discesa: calzare gli sci in vetta e arrivare sciando 3300m più in basso.

Le pendenze sul vero e proprio sperone della Major sono sostenute e l’esposizione è totale. Un buon innevamento ci ha però permesso di non avere mai dubbi ed essere confidenti dei nostri attrezzi.

Prima salita: T. Graham Brown e Francis Sidney Smythe, 6-7 agosto 1928
Prima discesa in sci: Stefano de Benedetti, 7 settembre 1979 accompagnato da Gianni Comino
Seconda discesa in sci: Francesco Civra Dano e Luca Rolli, 6 maggio 2016
Difficoltà: TD-, con passaggi di IV+

Luca Rolli ringrazia gli sponsor: Scott Sport; Blue Ice
Info: www.lucarolli.com


Note:
www
www.lucarolli.com



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