Tu non conosci Tiziano. Il libro sull’alpinista Tiziano Cantalamessa di Massimo Marcheggiani

La recensione a cura di Vincenzo Abbate del libro 'Tu non conosci Tiziano. Cantalamessa: la vita e l'alpinismo' scritto da Massimo Marcheggiani (Edizioni Versante Sud, 2021) su Tiziano Cantalamessa, a detta di tutti il più forte alpinista del centro Italia.
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Tiziano Cantalamessa nel rifugio nel ghiaccio
Massimo Marcheggiani

Il senso di questo libro sta anche nel titolo e nella foto di copertina: tu Tiziano Cantalamessa non lo hai conosciuto. Una frase secca, diretta, forte che sembra essere esclamata ad un lettore inconsapevole, per raccontargli qualcosa di cui non ha piena conoscenza, tesa a smorzare qualsiasi contraddittorio.

Tiziano Cantalamessa è stato un po’ il gigante tra gli alpinisti del Centro Italia, al pari delle pareti appenniniche smisurate e primordiali, frequentate ed amate, dove è andato a misurare i suoi passi. Come nessun altro prima, ha attraversato soprattutto durante la stagione invernale, luoghi selvaggi dove la natura dei monti d’appennino esprime al meglio la sua essenza: il Paretone Orientale del Corno Grande, la Parete Nord del Monte Camicia, i Pilastri orientali del Monte Intermesoli, le rocce intonse del pizzo del Diavolo negli amati Monti Sibillini. Luoghi che lo hanno visto scovare passaggi, dove nessuno prima aveva immaginato di riuscire. E’ lì che dai primi anni ’80, compie diverse vie nuove e concatenamenti che hanno avuto dell’incredibile e che concettualmente erano avanti di anni.

E’ stato un grande alpinista Tiziano Cantalamessa, ma chi lo ricorda nelle pagine di questo libro, lo ha fatto meditando le stagioni dei suoi entusiasmi, delle sue paure e tristezze, delle sue gioie e dei suoi affetti. Parole misurate che ricordano l’amico e il compagno di cordata.

La scrittura di Massimo Marcheggiani ci indica una via da seguire: se non ci fosse stato l’uomo con il suo bagaglio di sogni, l’alpinismo di Tiziano non ci sarebbe stato e le montagne da lui "accarezzate" continuerebbero ad essere null’altro che un elemento nobile del paesaggio appenninico.

Tiziano Cantalamessa invece, le montagne le ha amate, incontrandole d’estate e d’inverno, da solo e in compagnia e vi ha trovato la luce "… stringendo con le sue mani forti, grandi, belle e sapienti, con forza e passione quasi fossero carezze, quelle rocce uniche…".

Un libro scritto con il cuore, questa (seconda edizione, la prima S.E.R. Ascoli Piceno 2011), opera narrativa di Massimo Marcheggiani, che si legge fluidamente per ricordare un caro amico, un maestro, una guida, e per riflettere sulla storia non più recente dell’alpinismo sui monti d’Appennino. La meticolosa narrazione dei "fatti alpinistici" ci restituisce delle emozioni intense, vissute negli "anni più belli", quelli nei quali si provano le emozioni più pure, nella coscienza del fatto che arrampicare fosse la cosa più giusta da fare e il modo migliore per crescere.

In questa preziosa sintesi tra le eccezionali esperienze alpinistiche vissute (anche tra le montagne del mondo) e le pagine di vita giornaliera di Tiziano, sta forse il maggior pregio di questo libro. Quanti, tra i suoi numerosi amici e persone che lo hanno conosciuto, vorranno ricordarlo leggendolo, osserveranno quanto nella sua pur breve esistenza, Tiziano abbia accettato, con la sua squisita e contagiosa allegria e senza dare il più piccolo segno di insofferenza, quello che la vita gli prospettava, anno dopo anno.

Con questo libro Massimo Marcheggiani è riuscito nell’intento di consegnare alla storia dell’alpinismo non solo un forte alpinista, un interprete completo, autentico e generoso e sensibile artista della montagna, ma una testimonianza consapevole, importante e significativa affidata dopo tempo alla …carta stampata. "… A mio modestissimo parere un libro ha un valore immensamente più grande di qualsiasi articolo sulla rete. Un libro è materia: lo si tiene in mano, riempie uno spazio fisico, visibile, acquista un valore nel senso più completo del possesso. Tenere un libro di Storia è avere la stessa in casa, e quella degli alpinisti è storia di uomini particolari".

di Vincenzo Abbate




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