Ueli Steck e #82Summits, l'intervista dopo il tour degli 82 Quattromila delle Alpi
Ueli, l'ultima volta che ci siamo parlati eri appena sceso dalla salita forse più importante della tua carriera, la Sud dell’Annapurna in solitaria. Raccontaci di questo nuovo progetto, come lo dobbiamo inquadrare?
Ho avuto molta difficoltà ad accettare quello che avevo compiuto sull’Annapurna. Mi sono reso conto che era un vicolo cieco, che se continuavo ad andare avanti in quella direzione, sarei morto presto. Non si può partecipare ad un gioco come quello per troppo tempo, ci sono semplicemente troppi rischi. Ma dall'altra parte so anche quanto amo questo gioco, e che quando mi impegno a fare qualcosa, lo faccio al 100%. Così gli 82 quattromila delle Alpi sono stati un ottimo modo per scoprire qualcosa di più su di me, andando in montagna in maniera diversa. Si trattava semplicemente di godere dell’essere in montagna.
Il tuo partner all'inizio è stato Michael Wohlleben. Questo ci ha sorpreso in quanto gran parte delle cose difficili che hai fatto in passato le hai fatte da solo. Allora come mai la decisione di andare con Michi?
Questa volta ho voluto arrampicare con un compagno di cordata. Ma ancora una volta non ha funzionato, purtroppo Michi si è infortunato e ho salito 30 cime da solo. Quando Michi è stato costretto ad abbandonare è stato un momento difficile per me. Dopo 5 montagne, improvvisamente dovevo affrontare una situazione completamente nuova. Ma non esisteva che potessi rinunciare così facilmente. Questo non è da me. Così ho deciso di andare avanti, naturalmente non avevo idea se avrebbe funzionato, ma alla fine ce l'ho fatta!
Così, quasi per caso, questo tour ti ha dato una grande opportunità di arrampicare con molte persone diverse.
Sì, è stato sicuramente più complicato di quanto mi aspettassi, ma era anche molto più interessante arrampicare con tante persone diverse. A volte ho arrampicato con Andreas Steindl, che è super forte e con lui siamo riusciti a concatenare rapidamente varie cime, una dopo l'altra. Altre volte ho scalato con dei vecchi amici, assaporando insieme la scalata. E, per la prima volta, anche mia moglie è stata coinvolta in un progetto e questo è stato molto bello, qualcosa di molto speciale. Alla fine è stato un grande mix di incontri con molte persone per arrampicare, a volte velocemente, altre volte con calma, per puro divertimento.
Ti hanno dato il soprannome di Swiss Machine, la macchina svizzera, per la strabiliante velocità con la quale sali in montagna. Ma quando sei così veloce, cosa ti passa per la mente? E di quel soprannome, che ne pensi?
Swiss Machine è un nome creato da altri, certamente non da me. A dire il vero non ci penso troppo al suo significato, cerco di concentrarmi su quello che mi piace fare. E a me piace molto il momento in cui mi spingo al massimo, fisicamente e tecnicamente. Non appena vai veloce la tua visione si restringe moltissimo. Inizi a vedere soltanto il prossimo movimento, il passo successivo, nient'altro. È difficile da descrivere, è una una sorta di verità che scorre sulla roccia e la neve. Diciamo che si tratta di un momento molto figo.
Poi ci sono stati altri momenti in questo tuo tour sui 4000 in cui hai viaggiato da est a ovest, da una montagna all'altra a piedi o in bicicletta. Come hai fatto a recuperare le energie?
Naturalmente ci sono stati giorni in cui le gambe mi facevano male. Ma va bene, fa parte del gioco. Nel complesso ero in buona forma durante tutto il progetto e sentivo che riuscivo sempre a recuperare. Ero più preoccupato di incappare in piccoli infortuni, ma sono stato fortunato, il mio corpo ha funzionato bene, nessun dolore durante l'intero progetto. Per quanto riguarda la bici: è stato davvero bello, in realtà ho cominciato da poco anche ad andare in bici, mi piace la velocità, l'essere in grado di coprire grandi distanze facilmente, e quando ho raggiunto Les Ecrins mi sentivo di essere nella Mecca dei ciclisti. C’era così tanta gente in bici, ovunque! Fare il passo del Col du Galibier, famoso per il Tour de France, è stato un grande momento. Ma decisamente i momenti più belli sono stati le discese dai passi. Quando con mio fratello siamo scesi dal Passo del Grimsel c'era poco traffico, ci siamo spinti a vicenda e abbiamo toccato i 90 chilometri all'ora. Beh, direi che è stata una figata!
Divertimento a parte quindi, cos'è stato l'aspetto più impegnativo di questo tour?
Penso che la sfida più grande sia stata non tanto la scalata vera e propria, ma di non diventare nervosi, ansiosi. Quando abbiamo iniziato il progetto c'era davanti a noi tantissima salita da fare. Non si sa mai come andrà a finire, come sarà il tempo… Fare 82 cime richiede un lungo periodo di tempo, durante il quale è necessario avere molta fortuna con le condizioni meteo. Questo ti può facilmente far diventare pazzo.
Ueli, il 22 luglio l'alpinista olandese Martjin Seuren ha perso la vita mentre stava arrampicando con te. Ti abbiamo sentito all'epoca, sappiamo che questo è stato un momento molto difficile per te
In realtà al momento dell'incidente non stavamo scalando insieme. Ho incontrato Martjin per la prima volta al Rifugio Torino. Voleva completare il suo progetto degli 82 quattromila delle Alpi e l'unica cosa che gli mancava era la traversata delle Jorasses. Mi aveva scritto una email dicendo che voleva salire con me, ho accettato, sembrava una grande idea. Così ci siamo incontrati per la prima volta lì al rifugio. Siamo partiti insieme, ma io prima doveva salire il Dente del Gigante, l'idea quindi era che l’avrei raggiunto più tardi sulla Cresta di Rochefort. Quando sono tornato dal Dente del Gigante, sulla Cresta di Rochefort ho incontrato Ulrich, un ragazzo dell'Alto Adige che lavora all’ Helbronner, che era stato lì e che aveva visto Martjin cadere. Era Ulrich che aveva telefonato per dare l’allarme al rifugio. Così quando sono arrivato tutto era già accaduto. In seguito sono stato naturalmente coinvolto nella ricerca e da tutto il resto.
È davvero triste. Ho visto troppe persone morire in montagna. Questo mi fa riflettere molto, naturalmente mi rendo conto che io stesso potrei morire in montagna. Quando qualcuno muore in montagna è sempre una brutta giornata. Sono rimasto molto colpito. La sua famiglia mi ha toccato molto. Non ci sono parole per descriverlo. È la fine di una vita... è per sempre, e non c'è niente che lo possa cambiare.
Ci sono stati dei momenti speciali invece che ti hanno sorpreso?
Le montagne sono piene di sorprese. Di sicuro un momento "particolare" l’ho vissuto sulla Barre des Ecrins: sono salito per la valle sbagliata. E’ una cosa quasi impossibile, ma sì, io ci sono riuscito! Sono corso su al buio e c'era un cartello, Glacier Blanc e Glacier Noir. Ero sicuro che Glacier Blanc fosse indicato a sinistra, così ho continuato a correre, fino alla fine della valle, fino a quando ho avuto la certezza di essere nel posto sbagliato! Ho controllato su Google Maps e questo mi ha confermato che ero sul versante sbagliato della montagna, così tutto quello che ho potuto fare era ritornare sui miei passi fino al parcheggio e ricominciare. In momenti come questo non rimane altro che prendersi in giro da soli! Ho deciso che era stato un grande riscaldamento e che aveva aggiunto qualche altro chilometro al viaggio.
Per la cronaca, quante di queste montagne avevi già salito in precedenza?
A dire il vero non ne ho idea, non molte. In realtà la maggior parte di queste montagne non le avevo mai salite, in passato mi sono sempre concentrato sulle vie delle grandi pareti. Infatti anche per questo ho voluto intraprendere questo tour.
Brevemente, cosa ci puoi dire del materiale che hai utilizzato?
Quando arrampicavo da solo avevo ramponi e piccozza, a volte ho portato anche dei bastoncini da sci. Quando ero in compagnia avevamo una corda da 5,5 millimetri, da 20 o 30 metri. Solitamente arrampicavo con uno zaino da 25 litri, oppure uno zaino da corsa da 10 litri, una vite da ghiaccio, 2 rinvii ed un attrezzo per fare sicura. E, naturalmente, una longe ed un bloccante Tibloc per il recupero da crepaccio.
Non molto insomma! A volte avevi con te anche il parapendio. Rappresenta per te il futuro? E, per la cronaca, da quante montagne sei sceso in parapendio?
Il tempo era spesso bello e anche le condizioni di volo erano spesso buone, ma alla fine non ho volato molto, soprattutto perché quando ero su una montagna dalla quale sarebbe stato ideale volare, ero insieme a delle persone che non avevano un parapendio. Sarebbe stato molto asociale dirsi addio in vetta!
Uso un parapendio XXlight prodotto dalla Ozone, pesa solo 1,2 kg, mentre il nuovo imbrago pesa solo 110 grammi. Sta perfettamente, insieme a tutto l'altro materiale, nello zaino da 25 litri. Alla fine ho volato soltanto dal Bernina (vicino al Rifugio Marco e Rosa), poi dalla Schreckhornhütte. Ho anche fatto alcuni voli di ricognizione, quando sono salito a piedi da qualche parte, soltanto per il gusto di volare un po'.
82 cime, avevi detto di volerle salire in 80 giorni, alla fine hai completato il tour in 62. Questo concatenamento non è nuovo e da quello che hai raccontato, non stavi cercando di battere dei record.
No per niente. Come dici, l'idea non è nuova. E’ stato Patrick Berhault che per primo l'aveva tentato (con un percorso senza soluzione di continuità ndr). Il primo a completarlo invece è stato Miha Valic in 102 giorni nel 2007 (in gran parte in inverno, con alcuni trasferimenti in macchina, ndr). Mentre, nel 2008, Franco Nicolini e Diego Giovannini l'hanno completato in 60 giorni. Ma una cosa come questa è da inquadrare come esperienza complessiva, più grande, non si tratta di record. Naturalmente se sei molto fortunato con il tempo puoi essere veloce, se d'altra parte invece sei sfortunato con le condizioni puoi impiegare molto tempo a completarlo. Il mio obiettivo era solo quello di salirli tutti, ma siccome mi continuavano a chiedere quanto tempo avrei impiegato, ho dato una risposta, ho detto 80 giorni. Alla fine ci sono voluti 62 giorni, e va benissimo così. Se fossi andato a caccia di un record, non avrei avuto il piacere di arrampicare con mia moglie o con altre persone, come i miei vecchi amici, sono certo che avrei perso un sacco di altre esperienze che per me sono state molto belle. Naturalmente ho avuto giorni in cui ho spinto sull'acceleratore, ho vissuto delle mie piccole sfide durante questo progetto. Ma sentivo il bisogno di uscire dalle righe. Tutti si aspettano sempre un record o qualcosa di difficile e pericoloso, da Ueli Steck. Ma io volevo soltanto fare qualcosa per me. Sai, alla fine l'arrampicata è qualcosa di molto personale, è tutta una questione di esperienze che vivi sulla tua pelle. E sei tu che definisci i confini di questa esperienza.
Che cosa rappresenta quindi questo concatenamento per te?
Una grande idea. Grazie a Patrick. È possibile farlo in 100 giorni. In 10 anni. Quanto non importa! È semplicemente fantastico fare questo viaggio, indipendentemente da quanto tempo dovrai impiegare per portarlo a termine. Io ho avuto 2 mesi e mi sono divertito quasi ogni singolo giorno, perché stavo compiendo un grande viaggio.
Diciamo però, tanto per essere chiari, che non si è proprio trattato di una passeggiata.
No, e devo essere onesto, nella mia testa c'era anche il discorso della prestazione sportiva. Non posso vivere senza quella sensazione che, in qualche maniera, mi sta spingendo. Ho fatto 117.489 metri di dislivello in due mesi. Penso che questa sia una buona base per progredire e per mettersi in forma.
Quando hai iniziato questo tour avevi detto che lo stavi facendo "semplicemente per divertimento, per l’amore per la montagna." Allora quanto ti sei divertito?
Mi sono divertito ogni giorno. Non è mai passato un giorno che non fossi motivato ad alzarmi la mattina. Il tour è stato esattamente quello che mi piace "essere" in montagna. È stato uno dei miei migliori viaggi di sempre!
Un'ultima domanda Ueli: adesso cos'è la cosa più importante per la tua arrampicata?
Adesso faccio solo quello che mi sento di fare. Ho ancora alcuni progetti in mente, e in questo momento ho così tanta energia e motivazione. E poi ti dirò, attualmente sono in Nepal, ho appena finito la fase di acclimamento...
#82SUMMITS DI UELI STECK
Piz Bernina 4049m, Ueli Steck / Michael Wohlleben, 11/06/2015
Schreckhorn 4078m, Ueli Steck / Michael Wohlleben, 17/06/2015
Lauteraarhorn 4042m, Ueli Steck / Michael Wohlleben, 17/06/2015
Mönch 4107m, Ueli Steck / Michael Wohlleben /Daniel Mader, 18/06/2015
Jungfrau 4158m, Ueli Steck / Michael Wohlleben, 20/06/2015
Lagginhorn 4010m, Ueli Steck / Daniel Mader, 24/06/2015
Weissmies 4023m, Ueli Steck, 24/06/2015
Dürrenhorn 4035m, Ueli Steck, 25/06/2015
Hobärghorn 4219m, Ueli Steck, 25/06/2015
Stecknadelhorn 4241m, Ueli Steck, 25/06/2015
Nadelhorn 4327m, Ueli Steck / Robert Bösch, 25/06/2015
Lenzspitze 4294m, Ueli Steck, 25/06/2015
Dom 4545m, Ueli Steck, 25/06/2015
Strahlhorn 4190m, Ueli Steck, 27/06/2015
Allalinhorn 4027m, Ueli Steck / Daniel Mader, 27/06/2015
Alphubel 4206m, Ueli Steck, 27/06/2015
Rimpfischhorn 4199m, Ueli Steck / Nicole Steck, 28/06/2015
Nordend 4609m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Dufourspitze 4634m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Zumsteinspitze 4563m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Signalkuppe 4556m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Parrotspitze 4432m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Ludwigshöhe 4341m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Corno Nera 4322m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Punta Giordani 4046m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Vincentpyramide 4215m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Lyskamm (West) 4480m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Lyskamm (Ost) 4527m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Castor 4226m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Pollux 4091m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Breithorn 4165m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Breithorn (Mittelgipfel) 4160m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Breithorn (Westlicher Zwilling) 4141m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Breithorn (Östlicher Zwilling) 4106m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Breithorn (Roccia Nera) 4075m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 30/06/2015
Matterhorn - Cervino 4477m, Ueli Steck / Andreas Steindl, 01/07/2015
Täschhorn / Alphubel 4491m, Ueli Steck / Daniel Mader, 03/07/2015
Dent d'Hérens 4181m, Ueli Steck / Andreas Wälchli, 05/07/2015
Dent Blanche 4374m, Ueli Steck, 06/07/2015
Obergabelhorn 4063m, Ueli Steck, 07/07/2015
Zinal Rothorn 4221m, Ueli Steck / Andreas Wälchli, 07/07/2015
Finsteraarhorn 4274m, Ueli Steck / Nicole Steck, 10/07/2015
Grüenhorn (Gross) 4043m, Ueli Steck, 10/07/2015
Fiescherhorn (Hinter) 4025m, Ueli Steck / Nicole Steck, 11/07/2015
Fiescherhorn (Gross) 4049m, Ueli Steck / Nicole Steck, 11/07/2015
Aletschhorn 4195m, Ueli Steck, 12/07/2015
Weisshorn 4505m, Ueli Steck, 13/07/2015
Bishorn 4153m, Ueli Steck, 13/07/2015
Grand Combin de la Tsessette 4141m, Ueli Steck, 15/07/2015
Grand Combin de Valsorey 4184m, Ueli Steck / Daniel Mader, 15/07/2015
Grand Combin de Grafeneire 4314m, Ueli Steck / Daniel Mader, 15/07/2015
Les Droites 4000m, Ueli Steck / David Göttler, 18/07/2015
Aiguille Verte 4122m, Ueli Steck / David Göttler, 19/07/2015
Grande Rocheuse 4102m, Ueli Steck / David Göttler, 19/07/2015
Aiguille du Jardin 4035m, Ueli Steck / David Göttler, 19/07/2015
Mont Blanc du Tacul 4248m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Blanc du Tacul (Corne du Diable) 4069m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Blanc du Tacul (Pointe Chaubert) 4074m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Blanc du Tacul (Pointe Médiane) 4097m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Blanc du Tacul (Pointe Carmen) 4109m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Blanc du Tacul (L'Isolée) 4114m, Ueli Steck / Daniel Mader / Ueli Bühler / Robert Bösch, 21/07/2015
Mont Maudit 4465m, Ueli Steck, 21/07/2015
Dent du Géant - Dente del Gigante 4013m, Ueli Steck, 22/07/2015
Aguille de Bionnassay 4052m, Ueli Steck, 31/07/2015
Mont Blanc (Südgrat Grande Pilier d'Angle) 4243m, Ueli Steck / Jon Griffith, 31/07/2015
Mont Blanc 4807m, Ueli Steck / Jon Griffith, 31/07/2015
Mont Blanc de Courmayeur 4748m, Ueli Steck / Jon Griffith, 31/07/2015
Augille Blanche de Peuterey 4112m, Ueli Steck / Jon Griffith, 31/07/2015
Dome du Gouter 4304m, Ueli Steck, 31/07/2015
Mont Brouillard 4053m, Ueli Steck, 03/08/2015
Punta Baretti 4013m, Ueli Steck, 03/08/2015
Pic Luigi Amadeo 4469m, Ueli Steck, 03/08/2015
Aguille de Rochefort / (Dent du Géant) 4001m, Ueli Steck / Daniel Mader, 04/08/2015
Dome de Rochefort 4015m, Ueli Steck, 04/08/2015
Grandes Jorasses (Pointe Hélène) 4045m, Ueli Steck, 05/08/2015
Grandes Jorasses (Punta Margherita) 4066m, Ueli Steck, 05/08/2015
Grandes Jorasses (Pointe Croz) 4110m, Ueli Steck, 05/08/2015
Grandes Jorasses (Pointe Whymper) 4184m, Ueli Steck, 05/08/2015
Grandes Jorasses (Pointe Walker) 4208m, Ueli Steck, 05/08/2015
Gran Paradiso 4061m, Ueli Steck / Andreas Aeschlimann, 07/08/2015
Dome de Neige des Ecrins 4015m, Ueli Steck, 11/08/2015
Barre des Ecrins 4101m, Ueli Steck, 11/08/2015
14/10/2013 - Ueli Steck e l'Annapurna: l'intervista dopo la solitaria alla parete sud
Ueli Steck racconta la sua velocissima e impressionante solitaria sulla parete Sud dell' Annapurna (8091m, Himalaya, Nepal) che lo scorso 9/10/2013 gli ha permesso di realizzare la prima salita della direttissima già tentata da Jean-Christophe Lafaille e Pierre Beghin nel 1992.
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