La suola Vibram, la gomma da arrampicata ad alte prestazioni

Intervista a Nicola Faccinetto, Sport Marketing Innovation Specialist Vibram, per capire le caratteristiche della famosa gomma che ha rivoluzionato l'alpinismo e l'arrampicata.
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Gomma Vibram da arrampicata ad alte prestazioni. 'La stessa gomma deve poter "lavorare" sia in Patagonia, che in estate su una placca al sole.'
Michele Caminati

Nicola, come si differenzia una suola per l’arrampicata sportiva rispetto ad una suola da trekking per esempio? Innanzitutto, che caratteristiche deve avere?
In una gomma da arrampicata, la cosa più importante è l’aderenza alla roccia, data dalla capacità della suola di deformarsi e "copiare" tutte le micro asperità della roccia, creando così un incastro meccanico che permetta di scaricare su un appoggio piccolissimo tutta la forza della spinta senza scivolare, come se fosse del pongo spiaccicato. Queste mescole devono quindi garantire principalmente questa caratteristica e si è quindi disposti a tralasciare un po’ la resistenza al consumo che invece diventa fondamentale per una scarpa da trekking, destinata a camminare per centinaia di km. Questi due tipi di gomme appartengono a due famiglie differenti e la base gomma della mescola ha proprio caratteristiche chimiche differenti. Basti pensare che le mescole utilizzate da Vibram sono circa 70 ed ognuna è stata sviluppata per un uso specifico.

Quanto conta la materia prima? E, grossomodo, di che cosa è fatta la mescola?
Una mescola è composta da 15/20 ingredienti differenti, tra cui un taglio di gomma principale, che ne conferisce le macro caratteristiche e ne distingue gli utilizzi. Ci sono quindi gomme butiliche usate nell’arrampicata, nitriliche per le suole da lavoro, naturale per le suole più elastiche che debbano avere ottima resistenza meccanica ecc. Gli altri ingredienti influenzano il comportamento, modificando in maniera più fine le caratteristiche come la resistenza al consumo, la durezza, la viscosità ecc. a seconda di quello delle necessità.

È dal 1988 che Vibram produce suole specificamente per l’arrampicata sportiva. In questi anni sono cambiate le suole e, se sì, come e perché?
Come ogni attrezzo sportivo, anche la gomma da arrampicata ha visto un suo sviluppo con il passare del tempo. La scoperta di nuovi polimeri, che ne migliorassero la performance in tutti i suoi aspetti, ha fatto sì che le mescole di oggi, siano diverse da quelle degli anni ottanta. L’aderenza è aumentata, così come la resistenza al consumo a parità di grip e la stabilità di spigolo (per quando si scala su tacche nette). Inoltre l’evoluzione delle scarpe da arrampicata, che è stata veramente notevole in questi trent’anni e più di arrampicata sportiva, ha obbligato i tecnici sviluppatori a cambiare il modo di vedere le cose. Oggigiorno, pochi millimetri quadrati devono sopportare grandi pressioni, inoltre se una volta si usavano suole spesse 5 mm, oggi si è arrivati ad usare suole di 3,5mm. Questo ne aumenta la sensibilità, ma ha anche fatto sì che lo stress che le gomme devono sopportare sia aumentato. Di conseguenza le caratteristiche fisiche della gomma devono essere enfatizzate o addirittura modificate per rispondere agli standard di uno sport, che ha avuto la sua evoluzione, senza considerare il boom dell’arrampicata indoor, che lancia a tutti i produttori di gomme una grossa sfida al fine di trovare il miglior equilibrio tra grip e durata, data l’abrasività delle strutture d’arrampicata indoor.

Attualmente Vibram produce 3 mescole diverse per l’arrampicata. XS GRIP, XS GRIP 2 e XS EDGE. Tre mescole con caratteristiche ben diverse. Per chi sono pensati questi 3 tipi?
Come si diceva prima, c’è stata una naturale evoluzione, con relativa estremizzazione delle caratteristiche, pertanto la più "vecchia" di queste mescole la XS GRIP, che quando era stata lanciata sul mercato già rappresentava una grandissima evoluzione, dato l’aumento di aderenza che riusciva a fornire ai climbers, con la XS GRIP 2, queste caratteristiche sono state migliorate ancora di più. È stata aumentata la stabilità della gomma, che ne migliora la sensibilità e la durata, oltre che l’aderenza su diversi tipi di roccia ed in diverse condizioni. Di fatto questa mescola è utilizzata dai nostri clienti su scarpe più flessibili e sensibili, usate in strapiombo, dove serve che la suola eserciti un buon grip seppur caricata con pochi kg, ad esempio in strapiombo.

La XS EDGE invece risponde alle necessità di chi scala con scarpe più rigide, magari su tacche nette o piccolissimi appoggi taglienti. Insomma, laddove la gomma deve essere stabile di spigolo e non deformarsi, "girando" sull’appoggio e facendo perdere aderenza. La sua durezza inoltre migliora la resistenza ad usura, per cui è consigliata su rocce più abrasive, tacche nette, oppure per carichi importanti, per vie molto lunghe o climber più massicci che quindi spingono tanto sui piedi deformando in maniera importante la gomma. Ultima nata, e presentata quest’estate è la XS FLASH 2, una gomma colorabile, che rappresenta un’importante evoluzione di quella che era la XS FLASH di qualche anno fa.

Il fatto di essere colorata, innanzitutto dà il grandissimo vantaggio di non sporcare gli appoggi, sia outdoor che indoor, così come fanno le gomme nere, che con il lungo andare li "gommano" rendendoli più scivolosi. Inoltre questa gomma resta molto stabile alle basse temperature, senza ridurne il grip e il suo diverso comportamento viscoelastico dà un feeling totalmente diverso, rispetto alle altre gomme. È una mescola perfetta per utilizzi in forte strapiombo, per fare blocchi in inverno, la condizione migliore per i progetti duri dei top.

Perché è nera tradizionalmente? E non cambia anche la prestazione della gomma?
Le gomme colorate nascono per diversi scopi, dalla riconoscibilità e dallo stile, che anche nell’arrampicata sta avendo sempre maggior importanza, alla necessità di non sporcare le prese ed i pannelli indoor, cosa non da poco considerando il grande aumento di frequentatori delle palestre da arrampicata. La gomma fino a pochi anni fa "doveva" essere nera per performare, perché veniva caricata con un ingrediente che si chiama "nero fumo", che la colora inevitabilmente di nero e che ne garantisce stabilità geometrica sui piccoli appoggi. Oggigiorno, grazie all’evoluzione dei polimeri, questa stabilità di forma può essere ottenuta in anche in altro modo, non è facile, bisogna ammetterlo, ma la XS FLASH 2 è una prova della fattibilità, senza che si debba rinunciare al grip.

L'avevi accennato un'attimo fa. Come "performa" la suola in temperature diverse? C’è una temperatura ideale per il grip ottimale?
La temperatura ha sicuramente un’influenza importante sul comportamento della gomma, ma anche parametri come la durezza, la viscosità e l’elasticità sono da tenere in considerazione. Chi scala sa benissimo che nelle giornate di vento il grip è migliore, anche a parità di temperatura. Questo dimostra che non sempre, anzi quasi mai, c’è una correlazione così diretta, sono molti i parametri che influenzano la performance, è questo che rende così difficile riuscire a sviluppare una gomma da arrampicata ad alte prestazioni. Volendo semplificare, però possiamo dire che alle basse temperature la gomma tende a "vetrificare", diventando rigida e perdendo quella caratteristica di improntabilità che ne garantisce il grip. Alle alte temperature la gomma diventa invece più fluida, dando la sensazione di maggiore instabilità. Esiste quindi un "range", entro il quale la gomma dà il meglio di sé. Pertanto possiamo affermare che una gomma più dura, resta più stabile a temperature più elevate, perdendo aderenza al freddo, al contrario una gomma più morbida continua ad avere una buona aderenza a basse temperature e rischia di diventare più instabile quando fa caldo.

Vi avvalete di prove in laboratorio, ma anche di un team di tester. Che peso hanno l’elemento umano e l’elemento scientifico?
Il laboratorio è un passaggio obbligato, perché fornisce un’analisi oggettiva del prodotto e ne garantisce una confrontabilità nel tempo, ma l’elemento umano, grazie alla sua complessità, permette di cogliere quelle piccole differenze che possono rappresentare la direzione giusta per la ricerca e che non sarebbero altrimenti visibili con test di laboratorio. Specialmente nell’arrampicata, dove le variabili in gioco sono tantissime, diventa fondamentale avere il parere di un esperto, come guide alpine o climber professionisti, per poter captare quei piccolissimi dettagli, che differenziano queste gomme ad altissima prestazione. Il Vibram Tester Team è quindi coinvolto in fase di verifica delle performance. L’approccio usato è quello di confrontare continuamente le percezioni umane e di misurarle in modo oggettivo, con dei test standardizzati eseguiti in falesia.

I prodotti green sono sempre più importanti. Esiste una suola Vibram ad alto contenuto di materiale riciclato e come si comporta?
Vibram aveva sviluppato, già a metà degli anni 90, una mescola chiamata EcoStep, che utilizza il 30% di gomma riciclata. Ma allora era una cosa talmente all’avanguardia, che forse il mercato non era ancora pronto. Questa mescola oggigiorno è stata riscoperta, ma per un utilizzo non legato alla performance, dato che il processo di produzione della gomma, non essendo reversibile, obbliga a sminuzzare e re-impastare all’interno di una matrice di gomma nuova, ottenendo un composto eterogeneo. Alla vista l’Ecostep è molto bella, trasmette proprio la percezione di materiale riciclato, ma per l’arrampicata non sarebbe idoneo. In questi anni comunque la sensibilità dell’azienda verso questo tema è aumentato di molto, e di conseguenza nuovi progetti che si pongono l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale, stanno andando avanti, cercando nuove soluzioni "eco" anche per l’arrampicata, dove però la performance deve rimanere quella che tutti riconoscono nelle suole Vibram.

Non siete ovviamente gli unici a produrre mescole per l’arrampicata sportiva. Quali sono i parametri importanti per voi quando valutate una mescola?
La mescola d’arrampicata dev’essere il risultato di un perfetto bilanciamento tra diverse caratteristiche. La durezza ad esempio, si crede che più la gomma sia morbida più abbia grip. Questo è relativamente vero. Di certo una gomma troppo dura non copierebbe a dovere le asperità della roccia, diminuendo l’aderenza, ma se fosse troppo morbida sarebbe instabile e si tramuterebbe in non fiducia nei piedi durante la scalata. Inoltre le gomme da arrampicata devono essere viscose, ma non troppo, altrimenti una volta caricato l’appoggio, la gomma continuerebbe a deformarsi, come la gomma da masticare, per intenderci e non ci sosterrebbe sugli appoggi più piccoli. Inoltre il comportamento sulle diverse rocce diventa una variabile importante, diverse tipi di roccia sviluppano diversi tipi di interazione con la gomma, e questo deve essere tenuto in considerazione durante lo sviluppo, così come le temperature di esercizio. La stessa gomma deve poter "lavorare" sia in Patagonia, che in estate su una placca al sole.

Ultima domanda Nicola: cosa ambite nella vostra ricerca della gomma perfetta?
La gomma perfetta è quella, come disse una volta un nostro tester, che ti fa sbattere la testa mentre ti ribalti indietro quando ti scivola l’appiglio. Battute a parte, la ricerca in un ambito così specifico ed esigente in termini di performance continua ad andare avanti, spinta anche dalla sempre maggior diffusione dell’arrampicata e finché non saremo arrivati al quel punto, vorrà dire che ci sarà margine di miglioramento.

Info: http://www.vibram.com/




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