Julia Chanourdie, intervista dopo Super Crackinette a St. Léger du Ventoux

Intervista con la climber francese Julia Chanourdie che settimana scorsa ha salito il suo primo 9a+, Super Crackinette a Saint Léger du Ventoux in Francia.
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Julia Chanourdie sale Super Crackinette a Saint Léger du Ventoux in Francia, il suo primo 9a+
Frédéric Delay

La settimana scorsa, nella falesia di Saint Léger du Ventoux in Francia, Julia Chanourdie ha salito il suo primo 9a+, Super Crackinette. Su questa linea liberata dal climber tedesco Alexander Megos nel 2016, Adam Ondra era riuscito nella storica prima mondiale in stile flash di una via di questa difficoltà. Chanourdie è riuscita dopo 17 giorni di tentativi. Si tratta del suo primo 9a+. Finora soltanto tre altre donne hanno salito vie di questa elevatissima difficoltà: Margo Hayes, Anak Verhoeven e Angela Eiter che, per inciso, è l’unica finora ad aver salito anche il 9b.

Julia, come è nata l'idea di provare un 9a+?
Dopo essermi qualificata alle Olimpiadi lo scorso novembre a Tolosa, volevo andare di nuovo a godermi l'arrampicata in falesia. Per questo motivo, assieme al mio ragazzo, abbiamo deciso di andare a Saint-Léger. Ad essere sincera, non avevo intenzione di provare un 9a+, ma un amico stava provando Super Crackinette e guardarlo mi ha fatto venire voglia di provarla.

Come ci descriveresti la via?
È una via bellissima, che richiede molta forza. Dopo aver provato i movimenti l'unica cosa che volevo fare era chiuderla! Ci sono diversi tipi di prese, su cui bisogna tirare davvero, davvero molto!

Quando hai iniziato a fare tentativi per la rotpunkt? Come sono andati?
Ho provato la via per la prima volta a metà gennaio, durante un periodo piuttosto freddo, e quasi da subito mi sono sentita molto bene sulle sequenze. Rapidamente ho iniziato a fare alcuni tentativi seri. Ci sono due passaggi chiave su questa via. Il primo inizia con una serie di piccolissime tacche per concludersi con un enorme allungo ad un monodito. Dopo essere caduta su quel movimento molte volte, c'è ancora il secondo passo chiave da affrontare. Si tratta di una specie di dinamico, ma c'è anche una seconda "methode" che, sebbene sia su alcune piccole tacche in cui la forza delle dita è fondamentale, mi si adattava meglio. Tuttavia lassù sono caduta svariate volte, ma, volendo essere onesta con me stessa, penso che ciò sia da attribuirsi all'enorme battaglia mentale piuttosto che a quella fisica ;-)

Ti aspettavi di chiuderla l'altro giorno?
Ad ogni sessione nelle ultime settimane mi sentivo molto vicina… ma venerdì scorso è stato perfetto! Ho dormito in una tenda lungo il fiume, mi sono svegliata presto, mi sono riscaldata rapidamente e, giunto il momento, ho dato tutto quello che avevo! Che battaglia!

Parlando di battaglia, ne hai una grande in serbo quest'estate, Tokyo 2020. Cosa ti viene in mente con queste parole?
Quando leggo queste due parole, mi viene solo voglia di allenarmi duramente per arrivarci il più forte possibile e dare il massimo ai Giochi Olimpici. Sarà un'esperienza magica, non vedo l'ora!

Link: FB Julia ChanourdieLa SportivaPetzl




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