Intervista speed a Ueli Steck

Intervista all'alpinista svizzero Ueli Steck dopo la serata di venerdì 18/11/2016 organizzata dalla sezione Cai di Colico (Lc). Di Davide Chiesa
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Ueli Steck il 16/08/2016 sulla Cresta dell'Innominata. 5 ore e 30 minuti dal Camping La Sorgente in Val Veny fino in cima al Monte Bianco.
Ueli Steck

Il Presidente della sezione Cai di Colico Valerio Masa con il suo Consiglio, hanno permesso una della rare date che la star Ueli Steck, denominato "The Swiss Machine", ha tenuto in Italia. Il tutto all'insegna dell'umorismo a non finire e di una inconsueta autoironia che ha messo gli oltre 500 spettatori in una condizione di assoluta sintonia con il quarantenne fuoriclasse svizzero Steck, approdato al lago di Lecco in una uggiosa serata. Le sue imprese che hanno dell’incredibile sono state raccontate in questo inconsueto modo, merito anche della ottima ed ironica "spalla", la traduttrice locale Christine Kopp, un’accoppiata in tempo reale le cui botta e risposta con Ueli, simultaneamente tradotte, hanno tenuto banco per due ore intere, assieme alle spettacolari immagini che Ueli giostrava, deliziando un pubblico entusiasta e partecipe.

Ueli è apparso più maturo e meno timido, più saggio e tanto "normale", nonostante lui oggettivamente non lo sia. Rossano Libera lo introduce a lungo e sapientemente dipingendolo come uno dei rari alpinisti che hanno voltato una pagina storica dell’alpinismo stesso, alla quale tutti gli alpinisti hanno dovuto "mentalmente" adattarsi, e ci si riferisce a tutti i tabù, tutti i record impressionanti che Ueli ha fatto cadere e nascere con le sue corse estreme in velocità. Corse che hanno unito sia l’elevata difficoltà tecnica, che la velocità, che le prove di resistenza.

La corsa in 62 giorni sui 4000 delle Alpi con spostamenti in bici e parapendio, le 41 volte sulla parete nord dell’Eiger, la corsa in giornata tutta su cresta per Eiger, Mönch e Jungfrau, le corse appassionate lungo la integrale Cresta di Peuterey al Monte Bianco, come la corsa in scarpette traversando il Monte Bianco per la via Innominata e per il pilastro Bonatti, la sud dell’Annapurna, l’Everest. E poi dettagli e curiosità sui suoi pazzeschi allenamenti, per lui cose assolutamente "normali"; finché prova divertimento dice, diversamente avrebbe già smesso.

Sempre di corsa quindi anche i pochi minuti dedicati all’intervista sono a botta e risposta brevi, insomma sempre e comunque "speed"…

Nelle tue corse in montagna ti senti più alpinista o trail runner?
Alpinista.

10 anni fa non partecipavi a gare di trail running, ti allenavi comunque come un trail runner?
Sì, per me il trail running è un po’ la base del mio alpinismo perché ho bisogno di resistenza ed il trail running mi aiuta nel minor tempo possibile, più in fretta. All’inizio però, oltre vent’anni fa, ero solo un arrampicatore su roccia.

Pensi di essere in grado, come Kilian Jornet Burgada, di fare un record di velocità all’Everest?
No perché sulla via normale per me è troppo dura andare veloce, Kilian è molto più veloce: meno tecnico di me ma molto più veloce.

Sei diventato più asciutto ultimamente, sono cambiati i tuoi allenamenti?
Sì, ma sono ancora troppo pesante per fare grandi corse. Per cose tecniche invece ho bisogno di non essere troppo magro, necessito dei muscoli per le azioni tecniche e di forza.

Quante volte mangi al giorno?
Non so (sorride...nda) … adesso sono le ore 18 ed oggi ho mangiato una sola volta.

Fai una dieta particolare?
Mangio di tutto. Se però ci sono dei progetti precisi allora faccio una dieta per perdere peso.

Prima della prestazione cosa mangi?
Normale, niente di che.

Nella tua dieta è contemplato qualche sgarro, come per esempio qualche bevuta con amici?
Sì sì (e gli scappa una risata...nda)

Quanto tempo puoi trascorrere senza dormire e senza mangiare durante le tue prove Himalayane?
In Himalaya per me è possibile circa 24/26 ore senza dormire e mangiando molto poco, questo perché non bisogna dover correre sempre quindi l'intensità è minore .

Quanti sono i tuoi battiti cardiaci a riposo?
Circa 35 battiti al minuto.

Il riposo ed il recupero sono importanti per te? Dacci un’idea di quanto è il tuo tempo di recupero dopo una prestazione o dopo un allenamento lungo.
Non è facile una risposta in numeri o in parole… Per esempio, ho appena fatto la maratona di New York ma non mi sono fermato, continuo a correre e mi alleno 6 giorni la settimana. Magari allenamenti più blandi (il termine blando per Ueli è tutto relativo… nda) ma non mi fermo.

Che tempo hai fatto alla maratona di New York di 42 km?
3 ore e 4 minuti.

Quindi ti alleni anche in piano su asfalto?
No mai. Dopo la maratona tutto bene, manca un po’ la velocità
(il sottoscritto e Christine Kopp sorridono… nda)

Che scarpette hai usato per salire la via di misto "L’innominata" al Monte Bianco e poi la traversata?
Una scarpa speciale, con la suola in carbonio rigida, la "Atom S" di Scarpa, con ghetta. Ho usato anche una piccozza ed i ramponi.

Non hai mai avuto il desiderio di un "alpinismo di ricerca" sulle Alpi?
Sì, infatti qualche cosa ho fatto, soprattutto sull’Eiger, ma ormai quasi tutto è stato fatto sulle Alpi. In Himalaya invece è un altro discorso.

Sei Guida Alpina?
No.

Accompagneresti mai un amico a fare una semplice escursione o un’arrampicata di quarto grado?
Lo faccio con mia moglie.

Avevi detto stop ai record estremi tecnici di velocità e successivamente ti sei lanciato ai record ed imprese in Himalaya e corse sui 4000 delle Alpi. Non pensi mai agli imprevisti, ai pericoli?
Se tu vai in montagna è sempre, un rischio.

Il rischio è un fattore che alimenta la tua prestazione oppure la limita?
La limita.

La paura, invece, ti ha bloccato a volte?
Mai. Sono sempre stato sotto il mio massimo livello.

I tuoi noti modelli Bonatti, Profit e Messner a un certo punto hanno abbandonato radicalmente e improvvisamente "l’estremo" in montagna. Verrà anche per te questo momento?
Io penso che sia importante fare un taglio al momento che si è deciso, altrimenti non va bene. Chi non ha fatto questo taglio, e tanti sono gli esempi, non c’è più. Parlando di certi forti, ad esempio i francesi Lafaille e Beghin, avevano la mia età quando sono morti.

Il prossimo tuo grande obbiettivo?
Ritorno all’Everest, e Lhotse. Per tentarne la traversata tentata da alcuni ma mai realizzata, la prossima primavera. Impresa poco tecnica ma difficile per la quota, e di tanta, tanta resistenza.

Tempo dell'intervista 8 minuti e 52 secondi ;-)

Sponsor che hanno permesso la realizzazione della serata: Crazy, Pozzi, Df Sport Specialist, Credito Valtellinese, Pedroncelli, Auto Torino

Intervista Davide Chiesa

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Note:
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Petzl
S.C.A.R.P.A.
www
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