Un omaggio a Mario Fantin, l’esploratore con la macchina da presa, al 70° Trento Film Festival

Nove film recentemente restaurati, un documentario e una mostra per ricordare Mario Fantin, il regista, alpinista e sognatore che si definiva 'cacciatore di immagini alpine'. L’omaggio dal 29 aprile all’8 maggio durante il 70° Trento Film Festival nasce dalla collaborazione con il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano, la Cineteca di Bologna e il Museo Nazionale della Montagna.
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Il regista ed alpinista Mario Fantin
Trento Film Festival

Il bolognese Mario Fantin, con un diploma da ragioniere in tasca, dopo la guerra sceglie un mestiere a dir poco inconsueto: l’esploratore con la macchina da presa. E sale il più in alto possibile, fino ai 6000 metri della seconda vetta del globo, nella spedizione immortalata da Italia K2, la cui regia verrà però affidata a un professionista esperto come Marcello Baldi, con Fantin relegato al ruolo di operatore per la parte alpinistica, che ci appare oggi come la più spettacolare e originale del film.

Partendo dalle Alpi, e spesso al seguito di Guido Monzino - dapprima direttore generale della Standa, l’azienda di famiglia, poi trasformato dall’amore per la montagna in mecenate-esploratore - Fantin si porta appresso la cinepresa 16mm in oltre trenta spedizioni extra-europee, raggiungendo le Ande peruviane, il Kilimangiaro, il massiccio del Paine, la Groenlandia, il Tibesti, l’Africa Occidentale… Finché decide che la scoperta del mondo può avere luogo anche nel chiuso delle mura del suo appartamento, dove a partire dal 1967 raccoglie e ordina un’imponente mole di dati e documenti che costituiranno il CISDAE - Centro Italiano Studio Documentazione Alpinismo Extraeuropeo, poi confluito negli archivi del Cai.

Fantin partecipò al festival di Trento fin dalla prima edizione, nel 1952, con il filmato didattico di arrampicata Abecedario di pietra firmato insieme a Mario Maffei, premiato con una medaglia d’argento. Diventò da allora una delle presenze più assidue nel primo decennio della manifestazione: nel 1953 presentò due film, Con picozza e ramponi e Monte Bianco, tre nel 1955, altri due nel 1957 e ben quattro nel 1960. Ma a Fantin, con la sua passione e febbrile attività, lo spazio non bastava ancora, e negli annali del festival resta il curioso "incidente" del 1954, quando in seguito al rifiuto della commissione di selezione ai film che aveva iscritto, con il sostegno di Monzino organizzò a Trento una sorta di "contro-festival", interamente dedicato alle sue opere.

A tutt’oggi, con 22 film in programma, fino all’ultima partecipazione in sua presenza con Costa d’Avorio nel 1966, Mario Fantin, scomparso nel 1980, resta il regista che più spesso partecipò al festival, e una delle figure che ne hanno accompagnato lo sviluppo e definito il percorso.

Cineteca di Bologna, FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano (proprietario del Fondo Monzino) e Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" – Cai Torino (proprietario dell’Archivio Fantin) hanno intrapreso un progetto importante volto al restauro di un ampio numero di film realizzati da Fantin. Nove di questi, recentemente restaurati, vengono presentati a Trento in un programma articolato tra le giornate del 30 aprile, 1 e 2 maggio, a cura di Andrea Meneghelli (Cineteca di Bologna), Marco Ribetti (Cineteca Storica del Museo Nazionale della Montagna – Cai Torino), Maria Chiara Corazza (FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano).

Ma l’omaggio a Mario Fantin non si esaurisce in questa pur ricca selezione: del programma della 70. edizione farà parte, nella sezione Proiezioni speciali anche il nuovo lungometraggio documentario Il mondo in camera di Mauro Bartoli, prodotto da Apapaja - Produzioni Cinematografiche, in collaborazione con Cai, Regione Emilia- Romagna e MiBACT: in anteprima mondiale, il film esplora non solo la passione di Fantin per la montagna e l’avventura, ma anche la sua biografia familiare, riportando alla memoria una figura complessa che ha rischiato di essere dimenticata.

Completa questa immersione nel mondo di Fantin la mostra che lo stesso Mauro Bartoli, a partire dalle sue ricerche su Fantin, ha curato insieme a Claudio Ballestracci (Lab Film), con la collaborazione di Monica Brenga e Pamela Lainati (Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai): "Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. racconto di un'impresa" è un omaggio al suo contributo infaticabile e invisibile alla spedizione Cai al K2 nel 1954, agli ordini di Ardito Desio, che presenta per la prima volta il taccuino dove Fantin appuntò note tecniche sulla realizzazione del futuro film Italia K2. La mostra verrà inaugurata venerdì 29 aprile, primo giorno del 70. Trento Film Festival, alle ore 16.00, e resterà aperta presso gli spazi di Torre Mirana (via Belenzani 3) fino al 14 maggio, tutti i giorni con i seguenti orari: 9.30-13.00, 14.00- 18.30.

Come già annunciato, il 29 aprile il 70. Trento Film Festival si aprirà con l’anteprima assoluta del restauro di Italia K2 di Marcello Baldi (Italia, 1954, 95 minuti), realizzato dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, in collaborazione con il Centro di Cinematografia e Cineteca del Cai e con il sostegno del Ministero della Cultura.

Info: trentofestival.it




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