Piolets d'Or 2014: cinque spedizioni in nomination

Dalle più remote regioni del Nepal e del Pakistan alle lande ghiacciate dell'Alaska, dall'imponente catena del Masherbrum all'asprezza di una montagna simbolo come l'Annapurna. Cinque ascensioni, realizzate da alcuni tra i più forti scalatori del panorama mondiale, in lizza per i Piolets d'Or 2014, il più importante premio internazionale di alpinismo che si svolgerà dal 26 al 29 marzo a Courmayeur e Chamonix, ai piedi del Monte Bianco.
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Hansjörg Auer, Simon Anthamatten e Matthias Auer in cima al Kungyang Chhish East, Karakorum, Pakistan nel luglio 2013
Auer & Anthamatten
Presieduta da George Lowe e composta da Erri De Luca, Denis Urubko, Catherine Destivelle, Sungmuk Lim e Karin Steinbach, la giuria ha selezionato le spedizioni in "nomination": i cechi Zdenek Hruby e Marek Holecek per la prima assoluta della parete nord del Talung (7.439 metri, Nepal); lo svizzero Simon Anthamatten e gli austriaci Hansjörg e Matthias Auer per la prima salita assoluta del Kunyang Chhish (7.400 metri, Pakistan) dal versante est; i canadesi Raphael Slawinski e Ian Welsted per la prima ascensione assoluta del K6 (7.040 metri, Pakistan) dal versante ovest; lo svizzero Ueli Steck per l'apertura di una nuova via in solitaria sulla parete sud dell'Annapurna (8.091 metri, Nepal); lo statunitense Mark Allen e il neozelandese Graham Zimmerman per la prima assoluta dello sperone nord-est del Monte Laurens (3.052 metri, Alaska). Una menzione speciale è stata inoltre attribuita ai francesi Stéphane Benoist e Yannick Graziani per la prima ripetizione - con alcune varianti - della salita dell'Annapurna lungo la parete sud.

Le spedizioni sono state valutate secondo i criteri della Carta dei Piolets d'Or, ovvero eleganza dello stile, spirito di esplorazione, impegno e autonomia, alto livello tecnico, pertinenza dell’itinerario tenuto conto dei pericoli oggettivi, economia dei mezzi, trasparenza nei mezzi utilizzati, rispetto degli uomini, dei compagni di cordata, delle persone facenti parte di altre cordate, dei portatori e degli interventisti del luogo, dell’ambiente e delle generazioni future di alpinisti dando loro la possibilità di vivere le stesse avventure. Il Piolet d'Or alla carriera sarà invece assegnato all'alpinista statunitense John Roskelley, classe 1948, autore di grandi imprese negli anni '70 e '80 sul Nanda Devi, sulla Grande Torre di Trango, sul K2, sul Makalu, solo per citare le più conosciute.

LE SCHEDE DELLE SPEDIZIONI IN NOMINATION
Talung, 7.439 metri (Nepal)
I cechi Zdenek Hruby e Marek Holecek hanno realizzato la prima salita assoluta della parete nord di questa montagna a sud del Kangchenjunga. Si sono messi in azione il 15 maggio sulla sinistra dello sperone. La parete era in buone condizioni, ma nella parte inferiore era minacciata dai seracchi. Il primo bivacco a 5.900 metri, il secondo a 6.300 metri dopo una lunga scalata per superare un risalto roccioso, il terzo a 6.700 metri. Il 18 maggio sono saliti a 7.000 metri lungo un canale di ghiaccio. Hanno raggiunto la cima a mezzogiorno del 19 maggio, in mezzo alle nuvole e con difficoltà di orientamento. Durante la discesa hanno bivaccato a 6.600 metri e sono rientrati al campo base il 20 maggio. Pochi mesi dopo, ad agosto, Zdenek Hruby è morto tragicamente durante una spedizione al Gasherbrum 1.

Kunyang Chhish East, 7.400 metri (Pakistan)
Nel gruppo del Kunyang Chhish c'era una vetta ancora inviolata, sulla quale avevano fatto un tentativo nel 2006 Steve House e Vince Anderson. La parete sud-ovest era l'obiettivo di Simon Anthamatten e dei fratelli Hansjörg e Matthias Auer. I primi due hanno provato a salire ma la tempesta li ha bloccati a 7.000 metri. Il secondo tentativo è stato vanificato dalla neve. Il 14 luglio sono ripartiti tutti e tre, compreso Matthias reduce da un infortunio al pollice. Il 15 sono giunti a 6.600 metri, il 16 sono saliti di altri 200 metri ma l'arrivo di una tempesta li ha costretti a rifugiarsi in un crepaccio. Il 18 hanno superato alcuni tratti molto complessi prima della traversata che li ha portati in cresta. Il 19 luglio sono in vetta alle 12.30.

K6 West, 7.040 metri (Pakistan)
Il K6 West è uno dei gioielli che brillano sopra il ghiacciaio di Charakusa. Più volte è stata tentata la sua ascensione da famosi alpinisti come Steve House, Marko Prezelj, Vince Anderson. A realizzarla sono stati i canadesi Raphael Slawinski e Ian Welsted che hanno dapprima dovuto attraversare un pericoloso tratto di ghiaccio ai piedi della parete nord-ovest, per poi individuare una linea abbastanza sicura sulla destra, arrivando alla cresta ovest. Dopo cinque giorni di scalata, il 29 luglio hanno raggiunto la cima.

Annapurna, 8.091 metri (Nepal)
Dopo il 1970 e l'ascensione della squadra di Chris Bonington, la parete sud dell'Annapurna è stata teatro di alpinismo di alto livello in stile alpino. Vi si sono cimentati, tra gli altri, i francesi Pierre Beghin e Jean-Christophe Lafaille, con la morte del primo durante una terribile discesa da 7.300 metri di quota. Lo svizzero Ueli Steck ha aperto una nuova via, leggendaria, scalando di notte per sfruttare le buone condizioni di rigelo. Ha compiuto l'impresa da solo, l'8 e il 9 ottobre, completando salita e discesa in 28 ore.

Monte Laurens, 3.052 metri (Alaska)
E' una cima isolata, che si trova sul ghiacciaio Lacuna, a sud del Monte Foraker. Un gigante di ghiaccio, con uno sperone nord-est di 1.400 metri. Mark Allen e Graham Zimmerman hanno impiegato due giorni solo per arrivare ai piedi della montagna. Poi ci sono volute 67 ore (otto di discesa) per realizzare l'ascensione dal versante nord-est, caratterizzato da una prima parte di misto e poi da uno sperone di neve sotto alcuni seracchi. La cima è stata raggiunta al termine di una lunga e magnifica cresta innevata.

MENZIONE SPECIALE
Annapurna, 8.091 metri (Nepal)

Il 16 ottobre i francesi Stéphane Benoist e Yannick Graziani hanno lasciato il campo base dirigendosi sulla parete sud. Hanno risalito i pendii iniziali seguendo la via dei Giapponesi e trovando bivacchi al riparo dalle valanghe e dalle cadute di pietre. Bloccati dal maltempo, hanno trascorso due giorni sotto la banda rocciosa prima di traversare verso la via Beghin-Lafaille. Hanno poi seguito l'itinerario aperto da Ueli Steck, arrivando in vetta il 24 ottobre. La discesa è stata difficile a causa di un'infezione polmonare che ha colpito Benoist. La Giuria ha assegnato la "menzione speciale" a quest'ascensione in particolare "per lo spirito di cordata che ha animato l'impresa".


GIURIA 2014
George Lowe è nato nel 1944. Ha cominciato ad arrampicare a 18 anni, nel 1962, in California. La sua carriera si sviluppa in oltre 40 anni. La più celebre impresa è il tentativo, terminato a 150 metri dalla vetta, di scalata della parete nord del Latok 1 (7.145 metri), nel 1978 con il cugino Jeff Lowe, Jim Donini e Michael Kennedy. Una performance che non è mai stata ripetuta, e la cresta rimane inviolata. Nella sua lunga lista di successi ci sono la salita del Nose (El Capitan) in un giorno con Alex Lowe (1991), e del Grand Teton nel 1980 con il padre e il figlio. George Lowe ha aperto vie celebri in Alaska, in particolare sul Monte Hunter e sul Foraker.

Se Erri De Luca è universalmente conosciuto dagli amanti della letteratura, molti sono quelli che saranno sorpresi di scoprire la sua passione per l'alpinismo e l'arrampicata. Ha raggiunto come climber un livello molto elevato. Nel 2002 ha scalato una via graduata 8b all'età di 52 anni. Ha arrampicato molto nelle Dolomiti e ha fatto spedizioni in Himalaya. La montagna è talvolta presente nei suoi libri, di passaggio, ma soprattutto in due opere: 'Sulla traccia di Nives' e 'Il peso della farfalla'. Appassionato della Bibbia, operaio politicizzato negli anni '70, si è dedicato allo studio della lingua ebraica.

Catherine Destivelle già da molto giovane si è rivelata una arrampicatrice straordinariamente dotata. Ha raggiunto i più alti gradi negli anni '80; ha collezionato successi nelle gare, prima di tornare all'alpinismo ottenendo sempre grandi risultati. Ha aperto una via in solitaria sulla parete ovest dei Drus, nel 1991. Nei tre inverni successivi si è lanciata, sempre in solitaria, sulle tre grandi pareti nord delle Alpi: Eiger, Jorasses e Cervino (Via Bonatti). In Himalaya ha percorso in libera la via jugoslava alla Torre di Trango (con Jeff Lowe) e ha salito la parete sud dello Shisha Pangma (con Erik Decamp).

Denis Urubko è nato nel 1973 nel Caucaso. Ha salito tutti gli 8000 della terra ma sono soprattutto le vie aperte in stile alpino al Broad Peak nel 2005, al Manaslu nel 2006 e al Cho Oyu nel 2009 che lo hanno reso celebre nel mondo dell'alpinismo. Per l'impresa al Cho Oyu ha vinto il Piolet d'Or nel 2010, mentre nel 2012 è stato in nomination per una nuova via sul Pic Pobeda. Ha al suo attivo anche le ascensioni invernali del Makalu e del Gasherbrum 2 con Simone Moro.

Lim Sung Muk, 45 anni, vive a Seul dove lavora per la rivista Men and Mountains. Ha all'attivo numerose ascensioni in Pakistan, tra le quali una nuova via al Brakkzang, al Khache Brangse e al Ghonboro nella Valle di Arandu. Ha anche salito il Shikari e il Mustum nell'Hindu Raj. Nel 2003 ha aperto una via sulla Torre di Trango, nel 2004 ha salito la parete sud del Siguniang e nel 2009 l'Hunza Peak.

Karin Steinbach, originaria di Monaco, vive a San Gallo in Svizzera, dove esercita la professione di scrittrice e giornalista indipendente. Ha pubblicato numerose opere specializzate sull'alpinismo e la montagna oltre alle biografie di Peter Habeler, Ines Papert, Norbert Joos e Gerlinde Kaltenbrunner. Vanta anche collaborazioni con Alex Huber e Ueli Steck. Assieme a Caroline Fink ha scritto un'opera dedicata all'alpinismo femminile.

Maggiori informazioni sul sito ufficiale: www.pioletsdor.com


Note:
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