Ignazio Piussi, al Centro Asteria a Milano
Al 3° incontro del "Mondo della montagna", organizzato dal Centro Asteria di Milano, è stato protagonista il forte alpinista friulano Ignazio Piussi.
Milano, 14 novembre 2000 Un grande personaggio ieri sera alla ribalta della terza serata del "Mondo della montagna", ciclo di incontri con i protagonisti dellalpinismo organizzato dal Centro Asteria di Milano, giunto alla sua decima edizione. La proiezione, e soprattutto il dibattito successivo, ha permesso ai presenti di conoscere da vicino Ignazio Piussi, uno dei più forti alpinisti del dopoguerra e persona di particolare sensibilità, in cui il richiamo della terra natia è sempre stato presente nel corso della sua vita. Il film "Ladro di montagne" realizzato da Nereo Zeper, autore dellomonimo libro, rappresenta la vita di Ignazio Piussi, friuliano, alpinista, senza timore di smentita, di levatura mondiale e grande sportivo a livello agonistico nazionale in diverse specialità: fondo, salto con gli sci, biathlon e bob. Si racconta linfanzia del protagonista, la gioventù nella quale era impegnato nelle attività di malga, la leva militare che gli consente di uscire dai confini della sua terra friulana e il periodo delle sue grandi imprese alpinistiche iniziate nelle Alpi Giulie e proseguite al di fuori di esse: Dolomiti, Monte Bianco, Oberland, Himalaya, Antartide. Colpisce la naturalezza con cui prepara e porta a termine le sue salite, a partire dalla seconda ripetizione della "Via degli Scoiattoli" alla cima Scotoni nel gruppo di Fanis fino alla rocambolesca seconda salita del tristemente famoso Pilone Centrale del Freney al Bianco, alla prima salita della parete Sud della Torre Trieste in Civetta seguita dalla prima invernale sulla via "Solleder- Lettenbauer" e dallo spigolo della cima Su Alto sempre nel gruppo della Civetta fino ai 17 tentativi sulla Nord dellEiger cercando di percorrere una via diretta alla cima. Si tratta di imprese sensazionali condotte con estrema semplicità e velocità da unalpinista non professionista con pochi mezzi materiali e poco tempo a disposizione, in compagnia di fidati compagni: Redaelli, Sorgato, Hiebeler, Bulfon, Perissutti, etc. Il lavoro allENEL lo obbliga ad assistere da vicino alla tragedia del Vajont: resterà impegnato per circa due anni a ripristinare le linee elettriche nella vallata sconvolta dalla inondazione avvenuta a seguito della frana caduta dal Monte Toc. La sua testimonianza fa riflettere sullerrore di valutazione compiuto dagli "esperti" in quella circostanza: si attendevano la frana, in quanto la frattura sulla parete del Toc era visibile ad occhio nudo, ma ne avevano probabilmente sottovalutato gli effetti. Piussi, che ha smesso di arrampicare a causa di un problema ad una spalla da molti anni, è ritornato al paese in cui è nato in val Raccolana e lì vive in semplicità come del resto ha fatto durante tutta la sua vita. In questi anni di professionismo, a volte esasperato, nel mondo dellalpinismo di punta, una grande lezione di vita a tutti. Giuseppe Gervasio | |||||
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