Gran Sasso, terzo traforo

Firmato il decreto per la costruzione del terzo traforo del Gran Sasso, ma non si placano le polemiche.
Un decreto firmato dal Ministro delle Infrastrutture Lunardi sembra aver posto fine alla querelle sulla costruzione del terzo tunnel del Gran Sasso, che infiamma la regione da dodici anni: la galleria si farà. Lo ha annunciato, a L’Aquila, lo stesso ministro. “Il tunnel è destinato a diventare ben presto una realtà. Entro la fine dell’anno avremo il progetto esecutivo e a quel punto l’impresa potrà cominciare i lavori che dovranno essere completati nell’arco di 24 mesi”. Queste le parole del ministro in visita nel capoluogo abruzzese, dal tono definitivo ed inappellabile.

Sui dettagli dell’operazione, il ministro Lunardi ha precisato che i lavori riguarderanno solo la cosidetta “terza canna”, un passaggio di servizio di 6 km che permetterà l’accesso separato ai laboratori di fisica nucleare che ora avviene - con notevole pericolo per il traffico, va detto - dall’interno del traforo. Non previsto, invece, l’ampliamento dei laboratori, richiesto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

L’importo è quello previsto nel 1990: 72.300.000 euro, di cui 15.493.000 destinati alla messa in sicurezza dell’acquedotto del Ruzzo (il problema delle risorse idriche era quello maggiormente sentito dal “fronte del no”) e 5.681.999 al ripristino ambientale. Per accorciare i tempi, si ricorrerà ad un appalto integrato, nel quale progetto esecutivo e realizzazione verranno affidati ad un’unica società.

Su quanti si sono finora espressi contro il traforo, Lunardi ha detto: “Si tratta di contestazioni che non hanno motivo di esistere. Conosco bene il progetto e la situazione idrogeologica del Gran Sasso, e posso quindi affermare che la galleria non andrà in alcun modo ad intaccare le falde acquifere”

Il decreto non ha tacitato però il fronte del no, comprendente associazioni ambientaliste ma anche amministrazioni locali (60 comuni, 2 provincie e il Parco Nazionale Gran Sasso - Laga). Il discorso del ministro si è svolto praticamente “a porte chiuse”, davanti ai soli rappresentanti delle amministrazioni locali, mentre nel centro blindato si svolgeva una manifestazione del Comitato contro la realizzazione del traforo.

Successivamente, comunicati del WWF e dei Comunisti Italiani della regione hanno duramente condannato le parole del ministro, preannunciando ulteriori iniziative di mobilitazione ed un referendum.

di Aldo Frezza


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