57° TrentoFilmfestival, in viaggio con la WebTv

Dal 21 aprile al 3 maggio il 57° TrentoFilmfestival ha raccontato la montagna, l'alpinismo, l'avventura e l'esplorazione con film, libri, eventi, incontri con gli autori e i protagonisti. A noi che l'abbiamo seguito dalla WebTv del Festival c'è sembrato un lungo, intenso e coinvolgente viaggio...
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Ci ha catturato l'emozione dei giovani e dei giovanissimi che hanno salutato Chris Sharma come si saluta uno che ha le tue stesse passioni.
WebTV TrentoFilmfestival
In principio c'è sempre il dubbio dietro ogni esplorazione, ogni idea, ogni attesa. E' una sorta di sospensione prima che tutto accada. La stessa che si respirava anche alla vigilia di questo 57° TrentoFilmfestival. Il secondo che abbiamo seguito dalle cineprese della WebTv del Festival. Quella nostra particolare finestra, che un ciak dopo l'altro, anche quest'anno ci ha permesso di osservare il Festival mentre seguiva e trovava la sua strada tra i tantissimi alpinisti, scrittori, registi, eventi che lo hanno animato.

Alla fine ci siamo accorti di aver partecipato ad un viaggio. Un percorso lungo 12 giorni in cui abbiamo visto e condiviso tante emozioni, e che piano piano ci ha mostrato anche la sua anima. Sì, perché se c'è un'anima che questo Festival ci ha rivelato è stata sicuramente quella collettiva, fatta dalle emozioni, dalle diversità, dai contributi dei suoi protagonisti ma anche dei moltissimi visitatori e spettatori che sono diventati parte attiva e forza pura del Festival.

Ci ha catturato l'emozione dei giovani e dei giovanissimi che hanno salutato Chris Sharma come si saluta uno che ha le tue stesse passioni. Ci hanno conquistato quei ragazzi che dialogavano con Chris come fosse un amico di sempre - certo il migliore e più bravo della compagnia - ma pur sempre uno di loro. Come ci ha conquistato la verve e la simpatia di Chris intervistato per noi dalla sempre splendida Kay Rush che l'ha poi presentato sul palco. Sharma al Festival è stato un vero evento, una ventata di futuro e novità unita al dolce sorriso della passione.

Una passione che abbiamo ritrovato nel Cerro Torre portato in scena da Maurizio Nichetti. Il suo è stato un omaggio alla più bella e difficile montagna del mondo. Ma soprattutto è stato un regalo ai tanti uomini-alpinisti che le hanno dedicato i “migliori anni della loro vita” se non la loro stessa vita. Nichetti ha raccontato una straordinaria storia che ha fatto emergere il valore, i sacrifici, le passioni e le speranze di quegli uomini. Ha fatto rivivere i loro sogni, facendo emergere la storia “umana” del Torre dai meandri delle analisi e delle congetture che da decenni rischiano di soffocarlo.

Così la lode del dubbio di Brecht è diventata la forza di una serata che non voleva proporre nessuna verità. Mentre il Nichetti di Ratataplan che scala la montagnola di San Siro, le colonne sonore dei Miscele d'aria e le letture degli attori hanno regalato la profondità e il respiro di un grande spettacolo. Una sorta di “leggerezza” che forse ha liberato anche il commovente applauso tributato a Mario Conti che nel 1974, con Casimiro Ferrari, Pino Negri e Daniele Chiappa, ha firmato quella storica “cumbre” dei Ragni di Lecco. E tutto questo senza nulla togliere a nessuno. Tantomeno a Reinhold Messner che quello stesso giorno al Festival aveva presentato Grido di pietra (Ed. Corbaccio) il suo ultimo libro in cui dà la sua analisi e la sua verità sulla tanto discussa prima salita di Cesare Maestri al Torre. E questo a conferma delle molti visioni che questo Festival ha permesso. E anche della sua libertà.

A proposito di libertà, l'aggancio sembra perfetto per Sarca (R)evolution, la serata che il Festival ha dedicato alla Valle del Sarca. Un Eden di roccia immerso nel verde degli uliveti e nel blu del Garda simbolo stesso dell'arrampicata. Di tutta l'arrampicata. La nuova “inventata” dalla grande Rivoluzione scoppiata negli anni '80 e quella del prima e del dopo, quella appunto dell'evoluzione che l'ha permessa. Era un tributo necessario questa serata. Tanto quanto l'emozione vissuta quando Kay Rush ha chiesto ai presenti che avevano arrampicato ad Arco di alzarsi e applaudire. C'erano più di 1000 spettatori tra Auditorium e Cuminetti, in un attimo tutti erano in piedi per un grande, coinvolgente e commovente applauso che univa la grande famiglia del Sarca!

Una grande famiglia che, divertita, ha subito seguito un incontenibile Marco Furlani tra le grandi pareti che fanno da contorno alla Valle. Il suo è stato un autentico show. Un duetto (con Kay) difficile da dimenticare. Come sarà difficile dimenticare l'emozione di rivedere insieme sul palco Manolo, Heinz Mariacher e Luisa Iovane che ricordavano Roberto Bassi e quei tempi lontani in cui loro 4 inventarono la nuova arrampicata proprio sulle rocce del Sarca. E' stato bello. Come è stato bello rivederli insieme anche a Bruno Pederiva (il “5° Beatles”). Anche questo è stato un evento: non era mai successo ed è avvenuto lì, in quel momento, su quel palco. Come non era mai avvenuto che quelle pareti venissero raccontate da Maurizio Giordani, Rolando Larcher e Cristian Brenna con l'aggiunta di Angelo Seneci che ha chiuso il cerchio parlando dello sviluppo che la Valle ha avuto grazie all'arrampicata. Uno sviluppo che ha per simboli il Rock Master e il prossimo campionato del mondo del 2011. Come dire: è vero che poteva sembrare una serata “trentina” ma certo di un Trentino che nell'arrampicata è a livelli di eccellenza. Livelli mondiali, appunto.

Come di gran livello sono stati i film presentati al Festival. Basti citare “Sonbahar” del regista turco Alper Özcan. Una storia toccante narrata con autentica poesia che non a caso ha ricevuto la Gran Premio "Città di Trento" - Genziana d'oro. Oppure l'attesissimo "Karl" di Valeria Allevi a cui è andato il Premio Città di Bolzano - Genziana d'oro per il miglior film di sport alpino, esplorazione e avventura. Citando Augusto Golin - deux ex machina della sezione cinematografica del Festival ma non solo - quello dedicato a Karl Unterkircher è un film che arriva al cuore; e questo è il migliore complimento che possa essere fatto per chi ha conosciuto Karl. Per continuare nello specifico alpinistico e con i premiati, a "Oltre la parete" di Elio Orlandi è stato assegnato il Premio del pubblico per la categoria alpinismo, mentre La Genziana d'oro del Club Alpino Italiano per il miglior film di montagna è andato al bellissimo “Himalaya terre des femmes” di Marianne Chaud. Naturalmente di questi, come degli altri film premiati e di tutti quelli presentati al Festival troverete i trailers nella WebTv del Festival. Ma c'è un dato che ancora bisogna ricordare: come l'Auditorum per le 5 serate che ha ospitati, anche le sale cinematografiche hanno registrato un boom di visitatori. E questo è forse è uno dei dati più positivi!

Dicevamo all'inizio come questo sia stato un Festival che ha espresso un'anima collettiva. Un contributo fondamentale è stato dato dagli ospiti del Festival. In molti ovviamente sono passati anche nello studio della nostra WebTv regalandoci i loro pensieri insieme a momenti indimenticabili. A cominciare, solo per citarne qualcuno, da Piergiorgio Odifreddi con il suo In principio era Darwin, ovvero anche la scienza è esplorazione. Per continuare con Sylvie Coyaud che ha raccontato de La scomparsa delle api. E poi gli inviati speciali Gian Antonio Stella e Lorenzo Cremonesi. E ancora, Christian Cristoforetti con la sua mostra Pastori nelle Alpi. Manolo con le sue coinvolgenti riflessioni sulla montagna e l'arrampicata. Patrick Edlinger con la sua libertà d'arrampicare e il ricordo del grande Patrick Berhault. E poi, Rolando Larcher e Fabio Leoni e la loro passione per la montagna e l'arrampicata. Marco Preti e la sua speciale visione da climber e filmaker. Alessandro Gogna che parla del grande Riccardo Cassin. Marco Confortola e la sua lotta per la vita sul K2. Franco Michieli e la sua bellissima visione della natura e dell'esplorazione.

Tra i nostri ospiti c'è stato anche un Kurt Diemberger assolutamente eccezionale e poetico. Uno straordinario Giuliano Montaldo (quest'anno presidente della Giuria del Festival) che, intervistato da Maurizio Nichetti, ci ha fatto vivere un momento intenso e felice. Come, tra musica, natura e cime, abbiamo vibrato dall'emozione lasciandoci trasportare dai pensieri e dal clavicembalo di Mario Brunello. Forse eravamo troppo coinvolti? Nel dubbio (rieccolo di nuovo) potete giudicarlo da voi: basta un clik sulla WebTv del Festival per rivivere le nostre stesse emozioni... Buona visione e arrivederci al 2010 ancora per altri viaggi!

Vinicio Stefanello


Compagni di viaggio
Anche quest'anno ho avuto la fortuna di affrontare questo viaggio con dei compagni insostituibili: Francesco Mansutti (il nostro regista), Raffaella Rivi e Nicola Pittarello (riprese e montaggio), Daniele Gobbin (fotografia) e i miei impagabili soci di PlanetMountain.com Nicola Tremolada e Nicholas Hobley. Senza di loro difficilmente si sarebbe potuto raggiungere la meta. Il nostro abbraccio speciale va a Kay Rush che anche questa volta ha voluto ragalarci il suo sorriso e la sua professionalità per l'intervista a Chris Sharma. E un grazie di cuore va a Egidio Bonapace (il presidente tra noi!), Maurizio Nichetti (l'invenzione per noi), Augusto Golin (la forza con noi) e a tutto il magnifico Staff del TrentoFilmfestival.



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