Trofeo Mezzalama: lo scialpinismo più duro del mondo

Domenica 29 aprile 2007 parte un Mezzalama da record con quasi 800 partecipanti al via per la gara di scialpinismo più dura del mondo che ogni due anni si corre, sul filo dei 4000m, sul Monte Rosa. La presentazione, i pronostici e il “dietro le quinte di Lorenzo Scandroglio e l’intervista sul “tempo che fa” di Pietro Crivellaro a Luca Mercalli meteorologo del Mezzalana.
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Domenica 29 aprile 2007 parte un Mezzalama da record con quasi 800 partecipanti al via per la gara di scialpinismo più dura del mondo.
Giulio Malfer
Non sarà ancora sorto il sole quando, domenica 29 aprile, alle 5,30, partirà da Cervinia la lunga cavalcata scialpinistica del Trofeo Mezzalama: 45 chilometri di sviluppo, gran parte dei quali attorno a quota 4000 metri del Monte Rosa (punto più alto la Punta Castore a 4200 m, poi il Naso del Lyskamm a quota 4100), con 2862 metri di dislivello in salita e 3145 in discesa. Arrivo ai 1600 metri di Gressoney La Trinité.

L’epica competizione che si svolge in Val d’Aosta fu istituita nel 1933 dallo Ski Club Torino e dal Club Alpino Accademico Italiano per commemorare l’amico Ottorino Mezzalama morto nel ‘31 sotto una valanga mentre stava per portare a termine la prima traversata delle Alpi con gli sci.
Il Trofeo Mezzalama è, pertanto, la più antica, la più alta e la più dura gara di scialpinismo del mondo. Una cavalcata a squadre da tre, legati in cordata (e immaginate cosa voglia dire sciare in discesa legati, fuori pista e su pendii ripidi), così da garantire la sicurezza sul terreno glaciale dove incombe l’insidia dei crepacci.

Giunto alla XVI edizione nonostante i 74 anni di età (prima fu la guerra a interrompere il Mezzalama degli anni ’30, poi, quando rinacque negli anni ’70, ci si mise un micidiale mix di maltempo e difficoltà finanziarie, infine, dal 1997, “la maratona bianca” è rinata e gode di sempre più ampi consensi, numeri crescenti e attenzioni mediatiche). Il trofeo scialpinistico per antonomasia ha già battuto quest’anno tutti i suoi record: alla partenza di Cervinia infatti si presenteranno 780 concorrenti per 260 cordate con i migliori scialpinisti di 14 nazioni del mondo (compresi, oltre ai paesi tradizionalmente alpini, Stati Uniti, Spagna, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Andorra, etc.).

Insomma, l’appuntamento biennale con il Mezzalama è per uno sci alpinista quello che per un maratoneta è la maratona di New York… e vale la pena scoprirla, passo passo, questa gran corsa: dagli allenamenti pre-gara, ai pronostici, dalle condizioni del percorso alle indicazioni per il pubblico, fino alle speciali previsioni meteo di Luca Mercalli metereologo del Mezzalana raccolte in una intervista da Pietro Crivellaro.

MEZZALAMA TRAINING&BACKSTAGE AL RIFUGIO GUIDE DEL CERVINO
Tra mercoledì 18 e sabato 21 aprile abbiamo trascorso alcuni giorni al Rifugio Guide del Cervino, ai 3460 metri di Pateau Rosa, dove si trovavano, a fare acclimatazione, i grandi favoriti del Mezzalama 2007. C’erano tutti, dai vincitori della Pierra Menta di quest’anno, Florent Perrier e Gregory Gachet, a Patrick Blanc (il mattatore di tante competizioni del 2005 e 2006 che sembra aver ritrovato lo smalto dopo un anno in ombra anche a causa del ritiro del compagno di tante battaglie Stéphane Brosse). I tre comporranno una delle cordate favorite, l’Equipe de France, e a quel che pare, tanto è sentito questo sport in Francia, molti tifosi sono già in fila ai confini del paese transalpino per venire a sostenere i loro beniamini.
Gli addetti ai lavori sono pronti a scommettere sui francesi e, per primo, un altro dei favoriti, Manfred Reichegger del team azzurro Centro Sportivo Esercito 1 che in quei giorni al Guide del Cervino non si è fatto vedere ma che abbiamo incrociato più volte sfrecciare verso il Castore: “Io credo che possiamo ambire al quarto posto e sarebbe già un grosso risultato.” ci ha confidato, Reichegger aggiungendo poi che “Sulla carta i francesi Gachet, Perrier e Blanc partono con la vittoria in tasca, poi non dimentichiamoci di Giacomelli, Pellissier e Troillet e inoltre ci sono gli svizzeri. Al Mezzalama può succedere di tutto. La fatica è immane, la quota può giocare brutti scherzi e sia io che Brunod soffriamo molto. Qui si corre sul filo dei 4.000 metri e spesso lo si supera. Ci sono insidie ovunque. Noi abbiamo avuto sempre poca fortuna in questa gara mitica, arrivare è un grande risultato, vicino al podio per noi sarebbe una vittoria”. I compagni di cordata di Manfred Reichegger saranno Dennis Brunod (vincitore della Coppa del Mondo individuale) e Dennis Trento. Un team cui non mancano, oltre alle credenziali del caso, un insuperabile senso di squadra e sincronia nei movimenti, che in una competizione come questa possono risultare determinanti.
Oltre ai francesi Gachet-Perrier-Blanc al Rifugio Guide del Cervino c’erano Guido Giacomelli, l’elvetico Florent Troillet e il valdostano Jean Pellissier, inedito tridente che parteciperà al Mezzalama sotto le insegne del Team Valtellina.
Che questa mitica gara a squadre da 3 compagini le carte è risaputo, essendo le altre gare della stagione tutte individuali o a squadre da 2, e pertanto la ricerca del terzo di cordata è sempre tutt’altro che facile. In questo caso l’infortunio durante la Pierra Menta del compagno di Giacomelli, l’altoatesino Hansjorg Lunger, si è protratto più del previsto ed è nato un team che è un punto di domanda ma anche una grande attesa: il valtellinese Guido Giacomelli, si sa, è fra i dominatori di questi ultimi anni (nell’ultima edizione del Mezzalama fece segnare il record assoluto in 4h 18’47” grazie anche alla neve fino al traguardo di Gressoney con i due francesi Patrick Blanc e Stephane Brosse) ma dovrà correre con un discontinuo Jean Pellissier, che però ha dalla sua il fatto di aver già vinto la grande maratona del Rosa e di conoscere quel terreno come le sue tasche (Jean è battipista a Cervinia), e con un Florent Troillet che in Coppa del Mondo individuale ha combattuto fino all’ultimo per la prima piazza.
Fra gli atleti di punta a far parte della “Compagnia del Rifugio” anche le bormine Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini che correranno con la valdostana Gloriana Pellissier.
Così, a spartirsi le brande in quota c’erano i mostri, da una parte, e noi delle cordate “brancaleone” dall’altra. Loro, in un giorno, sono andati e tornati da Gressoney, facendo tutto il percorso in anteprima: Colle del Breithorn, Passo di Verra, Castore, Felik, Naso del Lyskamm, Colle del Lyss, Canale dell’Aquila, Gressoney e ritorno. Noi a provare le manovre in cordata: sciare in tre legati a una corda su un pendio ripido e fuori pista richiede un coordinamento tutt’altro che immediato. Il rischio incombente a ogni curva è quello di finire come una spoletta o come un salame incaprettato. Quello che guadagni in sicurezza nella progressione su ghiacciaio lo perdi in discesa, dove ogni curva prendo uno strappo, e se uno dei compagni cade, ti accorgi!
Fra le donne, con il record di partecipazione femminile (oltre 50 di cui 48 in quadre femminili, le altre in squadre miste), si prevede una bella battaglia fra l’Equipe de France di Corinne Favre-Natalie Bourillon-Véronique Lathuraz e il Team italiano della FISI composto dalle dominatrici di tutte le gare di quest’anno, le valtellinesi Francesca Martinelli-Roberta Pedranzini e la valdostana Gloriana Pellissier.

IL PERCORSO: CON GLI SCI E A PIEDI
Tenuto conto che l’innevamento quest’anno non sarà come nel 2005 (quando si arrivò sci ai piedi fino al traguardo), e che i concorrenti dovranno effettuare gli ultimi chilometri a piedi, è altamente improbabile che vengano messi in discussione i record stabiliti in quella edizione (4h 18’47” per gli uomini e 6h04’45” per le donne).
“Quest’anno è fantastico – sottolinea comunque il direttore di gara Adriano Favre – la neve in quota c’è e non c’è ghiaccio affiorante, peccato solo che nel tratto finale la neve sia sparita, ma nello scialpinismo capita spesso di dover fare un tratto di corsa”.
Fra le novità di questa edizione – annuncia Favre – “un premio assegnato da North Face alla squadra che osserverà meglio le norme di progressione in sicurezza nei tratti tecnici e, soprattutto, la reintroduzione della categoria Guide Alpine che, in sostanza, sarà una sorta di campionato di scialpinismo interno in prova unica”.

PER GLI SPETTATORI
Per il pubblico degli appassionati sabato 28, a Breuil Cervinia, alle 21, presso il Cinema des Guides, proiezione de “La Grande Maratona Bianca e il Mezzalama 2005”, una serata alla scoperta del Trofeo Mezzalama tradizionale e moderno con la partecipazione straordinaria del meteorologo
Luca Mercalli. Ingresso libero.
Domenica infine possibilità di assistere all’emozionante partenza di Cervinia e di risalire in funivia a Plateau Rosa a prezzi agevolati fin dalle 5,15 del mattino.


L'INTERVISTA A LUCA MERCALLI di Pietro Crivellaro
"Che tempo che fa” al Mezzalama?
Buone notizie per la gara di domenica 29 dal metereologo tv Luca Mercalli

D: Luca Mercalli, torinese, 41 anni, presidente della Società Meteorologica Italiana e fondatore del dell’autorevole rivista Nimbus, sei una colonna del moderno Mezzalama fin dalla rinascita del 1997. Hai affiancato Adriano Favre nell’atteso e delicato briefing della vigilia della gara, quando il tuo papillon non era ancora popolare come oggi ai telespettatori del programma di Rai 3 Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio.
Ma prima di fare un bilancio del decennio, vediamo anzitutto se oggi (martedì 24 aprile, ore 9 del mattino) puoi già indicarci “che tempo farà” domenica prossima sui ghiacciai del Monte Rosa e sull’aerea cresta del Castore, dopo un inverno così caldo e avaro di neve, in questi giorni quasi estivi.

R: Non dovremmo avere grandi sorprese: l’anticiclone resiste sull’Europa centrale e sul Mediterraneo, sbarrando il passo alle perturbazioni. Per ora, pur in assenza di dettagli che saranno disponibili venerdì, si può pensare a una giornata piuttosto soleggiata, con poco vento e temperature al di sopra della media. Una continuazione di questa anomalia climatica che da ottobre propone un tempo troppo caldo e asciutto, ma almeno in quella giornata ci farà piacere se si mantiene!

D: Allora questa volta non staremo in ansia come nel 2005 in cui la gara si disputò solo per una fortuita pausa del vento forte?

R: Nel 2005 la situazione meteo era molto più complessa e agitata. La previsione era sostanzialmente corretta, ma i modelli matematici davano una caduta del vento genericamente attesa per la mattina: non è possibile arrivare a dettagli più spinti, soprattutto in alta montagna. Passammo la notte insonne, davanti al computer, mentre a Cervinia pioveva a dirotto… poi, dopo un opportuno posticipo della partenza, ecco all’alba le prime schiarite seguite da una giornata stupenda.

D: Non era una novità il rischio di sospendere la gara. Anche nel 2003 le cose si aggiustarono in extremis e qualche atleta all’arrivo lamentò principi di congelamento.

R: In mezzo alle Alpi, sullo spartiacque tra Svizzera e Italia la meteorologia propone sempre sorprese, in un clima sempre severo e mutevole. Gli atleti qualche volta si dimenticano che a 4000 metri la temperatura è sottozero! Noi siamo qui anche per vegliare sulla loro sicurezza, che è la cosa più importante affinché la gara sia una festa.

D: Anche la vigilia delle due edizioni precedenti non è stata avara di emozioni. Una volta ci fu una specie di braccio di ferro con Adriano Favre che diede il via contro il parere del tuo computer, ed ebbe fortuna. Come andò?

R: Ci sono state edizioni con un cielo che più sereno e calmo non si poteva sperare, e allora è tutto facile. In altri casi, quando le condizioni sono più turbolente, la cautela è d’obbligo, e la scelta di dare il via è frutto di un delicato equilibrio tra le esigenze della macchina organizzativa e quelle della sicurezza. Negli ultimi 50 anni, in media il 29 aprile ha visto ai 3500 m del Plateau Rosa una temperatura minima di -10 C ma nel 1960 ha sfiorato i -21. Qualche volta il tempo è mite, come nel 1987 quando giunse a +8. Però basta che arrivi la nebbia o uno sbuffo di vento e tutto cambia all’improvviso. Affrontare un problema anche banale in condizioni meteorologiche estreme, può trasformare la gara in un incubo. Ecco perché io e Adriano, in genere andiamo a dormire per ultimi, dopo aver esaminato tutte le possibilità sulle carte meteorologiche.

D: Proviamo a fare un bilancio del decennio. Negli anni Settanta il Mezzalama è stato rinviato più volte fino a scomparire a causa del tempo inclemente. Come mai dalla rinascita del 1997 si è sempre disputato regolarmente?

R: Chissà… un po’ di fortuna, ma anche i cambiamenti climatici hanno fatto la loro parte. Gli anni inclementi sono tutti dietro le spalle, nel 1986, il 29 aprile c’erano 4 metri di neve al Gabiet e le valanghe cadevano fin sui paesi. Impossibile pensare a un Mezzalana in quelle condizioni… oggi al Gabiet spuntano invece i primi fili d’erba.

D: E tu perché fin dal 1997 hai voluto occuparti del Mezzalama?

R: Ognuno corre la sua gara. Io, pur andando da sempre in montagna per lavoro, ci metterei quattro giorni invece che quattro ore a percorrere il Mezzalama. Allora la mia sfida è – come ogni giorno - con il bollettino meteo, ma è anch’essa un gioco di squadra, frutto dell’intero staff della Società Meteorologica Italiana. L’unica differenza è che domenica invece del papillon indosserò il passamontagna.
Note: TUTTO MEZZALAMA
Il Mezzalama si svolge con partenza in linea di tutti i concorrenti ai 2.000 metri di quota di Cervinia. Da qui fino ai 3.826 metri del Colle del Breithorn, dove è situato il primo cancelletto orario (chi passa entro le 2h30’ può proseguire altrimenti viene fermato), avviene la prima scrematura in cui i concorrenti si dispongono in una interminabile fila; a questo punto il grosso del dislivello è fatto anche se, in realtà, tra un’impennata e l’altra ci sono ancora da aggiungere un migliaio di metri (in totale 2.862 metri di dislivello in salita). Al Passo di Verra (3.848 m) viene effettuata la verifica che le squadre si attengano alle procedure di sicurezza per affrontare la salita alla vetta del Castore (4.226 m), spesso con i ramponi. Il secondo e ultimo cancelletto orario si trova sul ghiacciaio del Felik a 3.719 metri di quota (entro le 5h30’ dalla partenza). A questo punto si scende verso il rifugio Quintino Sella (3.585 m) per poi risalire al Passo del Naso del Lyskamm (4.100 m) e lanciarsi nella lunga discesa che supera il colle del Lys (4.000 m), la Capanna Gnifetti (3.640 m), il Rifugio Mantova e concludere, dopo 45 chilometri, ai 1.637 metri di Gressoney La Trinité. Il traguardo quest’anno verrà tagliato a piedi con gli sci in spalla.
Un itinerario che, come ben si comprende coniuga al massimo grado l’abilità sciistica e quella alpinistica; i pendii sono ripidi e richiedono l’uso di corda, piccozza e ramponi. Le squadre partono legate in cordata già da Cervinia in una selva di gambe e di bastoncini a rischio d’inciampo. Si slegano solo per la discesa finale.

PLANETMOUNTAIN AL MEZZALAMA
Alla XVI edizione del Mezzalama parteciperà anche il già rodato, ma non per questo migliorato, team di Planet che avete già seguito all’opera al Tour du Rutor. Per seguire la gara dall’interno e seguire i primi, all’inizio a vista, poi col binocolo.
Vi racconteremo anche il nostro punto di vista, quello degli ultimi, il cui principale obiettivo non è competere con un avversario per una determinata posizione, ma gareggiare con il tempo e con le proprie forze per poter stare nei limiti orari previsti e realizzare un sogno. Un sogno che si paga a suon di fatica, forza di volontà, rinuncia, determinazione, grinta. Che da sempre e per sempre sono gli ingredienti del Trofeo Mezzalama. Di tutti coloro che, fin dalle prime edizioni, l’hanno corso. Dai primi in classifica agli ultimi, ognuno con il proprio obiettivo. Senza sconti.
Il team di Planet sarà un team misto e sarà conteggiato nella classifica maschile ed è composto dal sottoscritto, da Cecilia Cova (una delle rare guide alpine-donna in Italia) e da Cristiano Mergozzi. Al nostro fianco, per la parte giornalistica, Simone Bobbio.

arch. news Mezzalama
Trofeo Mezzalama, sito ufficiale



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