Scialpinismo: Pierra Menta 2006, vincono i francesi Brosse e Blanc e le italiane Martinelli e Pedranzini
12/03 La 21° Pierramenta, la grande corsa sci alpinistica a coppie in quattro tappe attorno al massiccio del Beaufortin (Savoia, Francia), è stata vinta dalla gran duo francese Stephane Brosse e Patrick Blanc e dall'altrettanto magnifica coppia italiana composta da Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini.
La 21° Pierramenta, la grande corsa sci alpinistica a coppie in quattro tappe attorno al massiccio del Beaufortin (Savoia, Francia), è stata vinta dalla gran duo francese Stephane Brosse e Patrick Blanc (con 3 tappe su quattro al primo posto) e dall'altrettanto magnifica coppia italiana composta da Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini che ha mantenuto il comando della gara dall'inizio alla fine vincendo tutte le tappe da giovedì 9 a domenica 12 marzo. La gara maschile ha proposto il gran duello tra Stephane Brosse e Patrick Blanc e l'equipaggio italiano di Guido Giacomelli e Hansjörg Lunger, vincitori della terza giornata e secondi in classifica generale. Sono stati quattro giorni intensi. Quattro lunghe tappe di grandissimo impegno per i moltissimi atleti (erano 176 squadre alla partenza) ma anche per l'organizzazione che ha affrontato splendidamente le difficili condizioni meteo che non hanno risparmiato copiose nevicate e i conseguenti problemi, come ci racconta Lorenzo Scandroglio che ha seguito per noi tutta la gara: L'AVVENTURA DEL 21° PIERRA MENTA di Lorenzo Scandroglio La Pierra Menta e i... "Savoiardi" I "Savoiardi" per noi italiani sono dei biscotti all'uovo più che gli abitanti di una regione alpina francese. Fatto sta che alla Pierra Menta - una delle più grandi classiche dello scialpinismo mondiale che si svolge attorno al massiccio del Beaufortin - abbiamo avuto la conferma che il nostro banale immaginario andrebbe aggiornato: passi pure infatti una certa dolcezza caratteriale dell'uomo savoiardo (che per altro ignora del tutto la leccornia suddetta e che forse chiama in altro modo), esso dovrebbe diventare sinonimo di "caloroso", ospitale, allegro, determinato, caparbio soprattutto. Non si spiegherebbe altrimenti il successo di questa ventunesima edizione della competizione scialpinistica che, da giovedì 9 a domenica 12 marzo, ha sfidato (vincendole) le condizioni metereologiche più difficili. Nessun'altra organizzazione sarebbe riuscita a reggere il colpo senza perdersi d'animo e senza perdere il controllo della situazione di una settimana intera di precipitazioni abbondanti, con accumuli di neve fresca ben oltre il metro, visibilità scarsa e, ovviamente, un pericolo di valanghe a livello 4. Eppure loro, i savoiardi, ce l'hanno fatta. Hanno apportato alcune modifiche, tanto che alla fine il dislivello positivo complessivo delle quattro tappe, con circa 7000 metri, era ben lontano dai proverbiali e massacranti 10.000 che la gara porta in vanto, hanno fatto saltare un po' di dinamite per causare artificialmente lo stacco delle masse nevose più instabili nei pressi del percorso, hanno mostrato qualche volto teso e usato parole chiare durante i briefing ("la situazione è molto difficile, il pericolo di valanghe altissimo, pertanto raccomandiamo ai tanti appassionati, oltre che agli atleti, la massima attenzione, a tenersi vicino alle tracce"), ma non hanno mai perso il buon umore e la verve festaiola "armata" il mattino di campanacci e armoniche, la sera di birra a fiumi; et voilà, domenica pomeriggio, alla sala polivalente di Beaufort, durante le premiazioni, hanno meritatamente raccolto l'applauso di tutti, atleti e appassionati, consapevoli che quest'anno, i veri vincitori sono proprio loro, gli organizzatori. Nonostante la mancanza dei cieli blu, nonostante la mancanza della tappa mitica del Gran Mont, nonostante - e qui ci sta tutto un po' di sciovinismo paradossalmente italiano - il ritiro anticipato della nostra coppia Brunod-Reichegger che, per un attimo, ci ha fatto sognare quando fra il tripudio dei tifosi valdostani, alla terza tappa, è passata al cambio pelli della Tête de Cuvy davanti a tutti. Senza nulla togliere agli inossidabili francesi Stephane Brosse e Patrick Blanc che, non dimentichiamolo, hanno tagliato per primi il traguardo di tre tappe su quattro e, dunque, hanno conquistato la Pierra Menta 2006. Per le donne dominio assoluto delle italiane valtellinesi Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini. In sostanza una conferma per le coppie campioni del mondo a Cuneo di inizio marzo. La Pierra Menta 2006 tappa per tappa Fin dai primi frangenti della prima tappa di giovedì 9 marzo, con la salita alla Cote (1936 m), Blanc e Brosse hanno avuto il guizzo migliore e sono balzati in testa. Hanno chiuso la tappa con il tempo di 1:45':33". Dietro di loro, col fiato sul collo dei francesi, il valdostano Denis Brunod e l'altoatesino Manfred Reichegger che, a conclusione di tappa cedevano solo 20". Terzi Giacomelli e Lunger. Fra le donne le italiane Martinelli e Pedranzini chiudevano al primo posto nel tempo di 2:17':41" con un vantaggio di 30" sulle francesi Lathuraz e Bourillon. Terze le elvetiche Mabillard e Pont. La seconda tappa (venerdì 10 marzo 2006) con la salita ai 1836 m del Cote passando per il Col du Pre, ha visto riconfermate le classifiche della prima con un distacchi maggiori. In particolare Blanc e Brosse guadagnavano altri due minuti su Brunod e Reichegger. La terza tappa di sabato 11 marzo, la più simile alle tappe delle altre edizioni con 2300 metri di dislivello positivo, è quella che ha in qualche modo deciso le sorti di questa Pierra Menta: sorpresa al cambio pelli della Tete de Cuvy dove gli italiani Brunod e Giacomelli arrivavano per primi e dovevano poi aspettare qualche secondo per l'arrivo dei propri compagni. Più indietro Blanc e Brosse. Posizioni mantenute al cambio pelli successivo del Bouchet prima del colpo di scena del Plateau du Cuvy dove gli italiani Giacomelli e Lunger passavano in testa con un paio di minuti di vantaggio sui francesi Blanc e Brosse. Nessuna traccia di Brunod e Reichegger che, si è saputo dopo, erano costretti al ritiro per una crisi di ipoglicemia del valdostano. La tappa finale di domenica sembrava fatta apposta per i campioni di casa: poco dislivello e poco sviluppo, troppo poco perché Giacomelli e Lunger riuscissero a recuperare i 2 minuti che ancora li separavano dai francesi. La tappa si è conclusa comunque con Blanc e Brosse davanti (1:20':13") e Giacomelli-Lunger a un soffio (1:20":22'). Terzi gli elvetici Elmer e Troillet. Grande risultato anche per l'italiano Denis Trento che gareggiava con il francese Tony Sbalbi: la loro quadra chiudeva al quarto posto della classifica generale. Boscacci e Murada, già vincitori della Pierra Menta, chiudevano al settimo posto. Intanto fra le donne Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini aumentavano ancora il loro distacco dalle francesi Veronique Lathuraz e Nathalie Bourillon che chiudevano con oltre 12 minuti di distacco dalle azzurre. Terzo posto per le svizzere Catherine Mabillard e Severine Pont. In coda, fra le donne, si segnala il grande recupero delle azzurre Chiara Tallia e Bruna Riperto che, benché abbiano chiuso fanalino di coda, dopo una disastrosa prima tappa con mezz'ora di ritardo dalle catalane Hidalgo e Vila, hanno chiuso a soli 3':52'' dalle stesse. Fra i giovani italiani, nella categoria Espoir (fino a 22 anni), sono da tenere d'occhio il piemontese Matteo Edalini (che ha prevalso nella sua categoria in squadra con il francese Nicolas Bonnet), Mattia Coletti, Lorenzo Holzknecht (terzi), Davide Spini e Marco Maiori (quarti). Le voci dei protagonisti Stephane Brosse: "E' la mia terza Pierra Menta, ma tutte le volte è incredibile, fantastico! L'organizzazione è stata eccezionale, in queste condizioni difficili. Ho male alla caviglia e zoppico ma fin qui ho retto. Speriamo di arrivare fino alla Patrouille des Glaciers". Guido Giacomelli: "E' stata dura ed è un peccato questo secondo posto a così poca distanza. Ma l'ultima tappa era troppo breve per tentare un recupero. Poi Blanc e Brosse dopo il rallentamento di sabato sono tornati a girare...". Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini: "Siamo al settimo cielo, non abbiamo parole. E' la nostra prima Pierra, una gara straordinaria e molto dura. Ma ce l'abbiamo fatta!" Note a margine La Pierra Menta è molto più di una gara sportiva. Certo, da Chamonix a Grenoble, passando per la vicina Albertville, si vedono striscioni e scritte murali inneggianti ai beniamini locali, come succede in grandi manifestazioni agonistiche quali il Tour de France. Ma quel che fa la differenza è, per dirla alla francese, l'esprit della gente, lo stato d'animo, e l'atmosfera che si respira nella valle di Arêche-Beaufort: dal mattino fino a notte fonda schiere sterminate di persone di tutte le età prendono d'assalto i pendii per assieparsi lungo il percorso e far sentire la propria voce, nelle boulangerie certe anziane signore ti chiedono aggiornamenti sui risultati e alla Bergerie, il principale locale delle bevute notturne, può capitare di incontrare alcuni vecchi personaggi a metà fra folletti, gnomi e maghi, forse degli Hobbit. Di giorno poi non abbiamo mai visto, altrove, tanta gente con le pelli di foca. Il Mezzalama, la grande classica italiana, la più vecchia e la più alta competizione del mondo, da questo punto di vista cede qualcosa, scontando ciò che è anche il suo pregio, cioè quote più inaccessibili e la durata di un solo giorno. Per altro in quella zona della Savoia il limite delle nevicate è più basso che in Italia e la Pierra Menta può permettersi di partire dai mille metri di quota di Arêche e passare da pittoreschi villaggi come Le Bersend (in questi giorni riempita di ritratti della biatleta transalpina Delphyne Peretto, bronzo alle olimpiadi torinesi e nativa proprio di Bersend), spesso facendoli letteralmente attraversare dai concorrenti a piedi, con il risultato che il fondovalle più densamente abitato ne è coinvolto in pieno. Tecnicamente l'edizione 2006, per i motivi climatici di cui dicevamo, non ha presentato passaggi particolarmente impegnativi: niente creste, niente corde fisse, quote sempre sotto i 2000. In compenso salite ripide con inversioni tutt'altro che banali e discese impegnative, in particolare quella dalla Foret du Bersend e dal Col du Pre della seconda tappa. I numeri della 21° Pierra Menta Delle 176 squadre alla partenza (uomini e donne), 97 erano francesi, 28 italiane, 18 svizzere. Una squadra greca e una giapponese hanno entrambe portato a termine la "maratona" del Beaufortin. Fra le donne 9 squadre iscritte hanno tutte portato a termine la gara. di Lorenzo Scandroglio Classifiche 21° Pierra Menta femminile 1 MARTINELLI FRANCESCA / PEDRANZINI ROBERTA 10:43:10 (ITA) 2 LATHURAZ VERONIQUE / BOURILLON NATHALIE 10:55:44 00:12:34 (FRA) 3 MABILLARD CATHERINE / PONT SEVERINE 11:10:18 00:27:08 (CH) 4 FAVRE CORINNE / TOIGO CAROLE 11:23:13 00:40:03 (FRA) 5 FABRE VALENTINE / VAUDEY MURIEL 12:00:21 01:17:11 (FRA) maschile 1 BROSSE STEPHANE / BLANC PATRICK 08:16:36 (FRA) 2 GIACOMELLI GUIDO / LUNGER HANSJÖRG 08:19:29 00:02:53 (ITA) 3 ELMER RICO / TROILLET FLORENT 08:24:03 00:07:27 (CH) 4 SBALBI TONY / TRENTO DENIS 08:29:33 00:12:57 (FRA) 5 MEILLEUR VINCENT / BLANC BERTRAND 08:35:52 00:19:16 (FRA) 6 PELLICIER ALEXANDRE / CHAMPANGE CYRIL 08:40:48 00:24:12 (FRA) 7 BOSCACCI GRAZIANO / MURADA IVAN 08:44:42 00:28:06 (ITA) tutte le classifiche
nelle foto dall'alto: lo scatto dalla prima tappa; Blanc e Brosse subito in fuga dopo la partenza della Pierra Menta; cambio pelli per Giacomelli e Lunger; Francesca Martinelli (a sx) e Roberta Pedranzini al traguardo della Pierra Menta 2006. (ph Lorenzo Scandroglio |
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