Valle dell'Orco trad meet 2014 - il report

A Ceresole Reale (Valle dell' Orco) dal 14 al 21 settembre è andata in scena la terza edizione del raduno internazionale di scalata trad Orco Trad Meet 2014. Il report di Claudio Picco e Mauro Penasa.
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Sir Biss, Sergent, Valle dell'Orco
A. Nielsen
Quasi settanta i climber che si sono avvicendati sulle pareti della Valle dell'Orco durante questo terzo meeting internazionale di scalata Trad. Ancora una volta un successo, a giudicare dai commenti entusiastici dei partecipanti, ma la cosa non deve stupire: quando si mette insieme un gran numero di appassionati a cui si chiede solo di dedicarsi alla loro passione, l'arrampicata, il risultato è dirompente. Si è trattato comunque di una settimana piuttosto faticosa, molto a causa del tempo che in questa edizione non è stato troppo favorevole. I partecipanti stranieri hanno raggiunto il numero di ben 47, più di 20 invece quelli italiani che li hanno accompagnati sulle pareti della Valle, così non è stato semplice gestire la pioggia che ci ha martellato per tre giorni consecutivi.

Piuttosto alto il livello, anche se non era presente alcun big, contrariamente alle precedenti edizioni che hanno visto i "Wide boyz" Tom Randall e Pete Whittaker manovrare con facilità sulle più ostiche off-widths... Tuttavia la voglia di cimentarsi era tanta, così le mani le hanno messe un po' ovunque, da Green Spit a War of Gloves, all'ormai classica Legoland, alla sempre ostica Cannabis...

Tra tanti giovani, alcuni vecchietti di spicco, primo fra tutti il ceco Ivo Wondracek, autore anni fa di una nuova linea sul Pulpito della Torre Grande di Trango, e con un bel palmares di 9 vie su El Capitan. Recep Ince, famoso pioniere dell'Ala Daglar, dove ha aperto decine di vie impegnative e difficili, è arrivato dalla Turchia, purtroppo solo per chiedersi dove era finito il bel sole dell'Italia. Grande piacere ha poi fatto la comparsa di Lindsay Griffin, presidente dell'Alpine Club, personaggio cardine nel panorama alpinistico per la sua infinita cultura, e con il quale ci siamo promessi collaborazioni future... A scaldare le polveri ci ha pensato subito "Carletto" Giuliberti, mandato allo sbaraglio alla Pala di Fornolosa con il gruppo britannico a ripetere, forse per la prima volta, Nocturnal Nightmare, uno dei prodotti dei "Wide boyz"... partenza ritardata e pioggia anticipata, così la via si è dimostrata quello che è, un incubo, notturno appunto...

Alcuni dei nostri ospiti avevano già partecipato a precedenti edizioni, e forse conservavano un ricordo ovattato delle difficoltà di queste linee... Andi Turner, forte scalatore britannico, mi ha candidamente confessato quanto la Cannabis, che pensava di salire con più facilità, sia davvero dura, mentre il ceco Martin Kulayta, dopo aver assicurato Whittaker su Green Spit nella sua libera di due anni fa, si è lanciato a sua volta lungo la temibile fessura, con risultati sorprendenti anche se ancora non definitivi... Insomma, le vie di spiccata personalità che tanto spesso ci si trova davanti in Valle rimangono problematiche nel tempo, a testimonianza che si tratta di terreno particolare e raro... Quando la scalata si avvicina a quella di falesia, i problemi scompaiono: il giovane belga Felix Debrabandere si è fumato, a vista e con ridicola facilità, il Tritacarne, un rognoso 7c al Droide (con le protezioni in loco, tanto di cappello comunque)... Ma il vero granito rimane tale, un pugno nello stomaco per tutti... Aspetto positivo la presenza di Max Celano, attivo scopritore in Valle, che ha condotto alcuni gruppi sulle nuove vie nelle zone di Acqua Chiara e di San Menerio: l'iraniano Hadi Nategh si è dimostrato all'altezza del compito, percorrendo per lo più a vista anche i tiri più ostici, sempre viaggianti intorno al livello 7...

La pioggia e l'umidità hanno purtroppo condizionato non poco le possibilità di realizzare veri exploit. Si è comunque sempre scalato, con piena soddisfazione dei partecipanti, lunedì, martedì e sabato sulle pareti della Valle, mercoledì, giovedì e venerdì sulle falesie più in basso. Con qualche sorpresa: qualcuno sembra immune alle avversità meteo, non avevamo mai visto arrampicare al Sergent sotto la pioggia (un bel gruppetto, tra l'altro), e le vie in artif al Dado (L'escargot) e al Caporal (Mangas Coloradas e Crazy Horse), di solito mai ripetute, sono state prese d'assalto dal nutrito gruppo olandese, incurante delle cascate che percorrevano in continuazione le pareti, a tratti le vie, a momenti schiena e maniche... Del resto non ci era mai neanche capitato di avere ospiti, e non pochi, impegnati in nuotate nel lago di Ceresole, sotto un cielo plumbeo e davvero poco invitante... C'è sempre da imparare, in fondo sapere che una cosa non è così inverosimile la rende un po' più reale anche per chi non ha nessuna voglia di seguire l'esempio, che è comunque, a nostra discolpa, la larga maggioranza...

Nelle precedenti edizioni i partecipanti erano perlopiù già molto esperti nella scalata trad su granito, mentre quest'anno molti giovani provenivano dall'arrampicata sportiva, con l'evidente obiettivo di misurarsi con un nuovo terreno, una nuova dimensione di avventura, e questo con estrema umiltà, nonostante il livello molto alto. Basti pensare a Katarina Manovski e Jelena Jakovljevic, due giovani ragazze serbe abituate alle competizioni sulla resina, e non alle fessure ad incastro da proteggere. A quanto si è visto faranno tesoro dell'esperienza maturata sulle pareti della Valle dell'Orco per crearsi quel mondo parallelo e un po' onirico che è la scalata trad. Creazione di cui non ha bisogno Alice Thompson, neozelandese di 20 anni, 8a sport ed E5 nelle dita, la più giovane del gruppo, ed anche quella che arrivava da più lontano.

Già, da dove arrivava tutta questa gente? Alla fine, durante la settimana si sono avvicendati in Valle 47 ospiti stranieri e 20 italiani. Abbiamo così mescolato insieme ben 21 nazionalità diverse, perlopiù di provenienza europea, come Belgio, Croazia, Cechia, Danimarca, Francia, Grecia, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Serbia, Slovenia e Svezia. E ancora Iran ed Israele, mentre per la prima volta abbiamo avuto visite da Brasile, Giappone, Nuova Zelanda e Turchia. Così qualcuno è arrivato davvero da lontano, come il buon Tadaaki Suda, direttamente da Tokyo, ma lui è innamorato dell'Italia, dopo il Tour de Geant del 2011... Ciò significa comunque che il Trad Meet della Valle dell'Orco è conosciuto ormai in tutto il mondo, e che partecipare ad un evento simile è molto motivante. In effetti un meeting di scalata è uno speciale momento di aggregazione che non ha necessariamente a che fare con le realizzazioni personali ma, grazie alla miscela esplosiva di entusiasmo e determinazione che si crea quando 50 persone possono vivere insieme per giorni la loro passione, si torna a casa con una carica incredibile, difficile da ottenere in altro modo. Chi partecipa ad un meeting in Valle dell'Orco se lo porta nel cuore per lungo tempo...

L'organizzazione è invece un lavoro lungo e complesso, tanto che ogni volta ci sembra improbabile che si possa ricominciare tutto da capo... ma gli apprezzamenti sono tanti, e così le pressioni a continuare, e la strada sembra di successo... Certo è che ci vuole sempre un po' di tempo per riprendersi dal Trad Meet. Questa edizione non ha fatto eccezioni, e a partire da lontano, perchè come ovvio, non avrebbe potuto svolgersi senza aiuti importanti. Ci riferiamo in particolare al Comune di Ceresole Reale e ad IREN: senza il loro contributo sostanziale il meeting non sarebbe possibile. Come anche senza la copertura del Club Alpino Accademico Italiano, che ci permette di gestire le inevitabili emergenze...

Compare un nuovo attore poi, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si propone per la promozione dell'arrampicata, dal trad sulle pareti più alte al bouldering sui massi di fondovalle. Attraverso Turismo Torino e Provincia, la manifestazione Paradise Rock ha infatti messo insieme Orco Blocco, Orco Trad ed Arrampicata per Tutti, per una settimana che ha fatto molto parlare della Valle e della scalata.

Ringraziamenti vanno inoltre a chi, nel suo piccolo, ci ha supportato in questa avventura (Fabio Cappellini e la Ferrero, Luca Ponziani e Mountainsicks, Manlio Motto e Kong, Roberto Cappucciati e Versante Sud), e a chi ha lavorato per il meeting: Andrea Giorda, Tito Arosio, Gabriele Boglino, Massimiliano & Ettore Celano, Tiziano Marchetti, Carlo Giuliberti, Rinaldo Sartore, Umberto Bado, Alberto Rampini, Maurizio Oviglia, Luca Pecoraro, Giandario Giolito, Rolando Larcher, Ermanno Zanetti, Luca Ponziani, Samuele Mazzolini, Carla Marten Canavesio, Marina Gaiottino e Sara Picco.

Infine un abbraccio particolare a Vincenzo Sartore, scalatore e musicista (decidete voi l'ordine) ed alla sua band: la musica è un linguaggio universale che, come l'arrampicata, è un potente mezzo di fratellanza che permette un'immediata condivisione delle esperienze e, cosa più importante, dei sogni di ognuno di noi.

di Claudio Picco & Mauro Penasa

05/10/2012 - Orco Trad Meet 2012, una settimana di grande scalata




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