Val Chiavenna: l'arrampicata a Mezzera, Scilano e Caprone
Il reportage di Massimo Malpezzi fotografa l'azione sulle ultime creazioni di Enrico Baistrocchi e Matteo Deghi all'opera sui loro tiri ma soprattutto riporta alla ribalta alcune vecchie falesie come Mezzera e Scilano ma soprattutto la nuova Falesia del Caprone chiodata da Carlo Lisignoli, Marco "Chino" Geronimi e Matteo Deghi.
Il filo conduttore è la ricerca della linea, della roccia e del movimento ma sopratutto dell'amicizia con un pizzico di nostalgia ma anche tanta gratitudine per chi ha consentito tutto questo; senza Davide certi legami e certi sguardi non si sarebbero posati su questa bellissima valle che ogni volta che viene vissuta dai protagonisti non può fare a meno di far correre i pensieri proprio a lui.
SOLE E ACCIAIO di Enrico Baistrocchi
Sole e Acciaio è il titolo di un libro di Yukio Mishima, filosofo giapponese contemporaneo, che analizza l'importanza della cultura nell'uomo, il sole che nutre la terra, e la disciplina dell'attività fisica, l'acciaio del vomere che ara la terra in una metafora dal sapore antico legato alle tradizioni della cultura dei samurai; ma questa è un'altra storia.
Sole e Acciaio è il nome che ho scelto per una via in assoluto tra le più significative che ho chiodato, forse l'apice della mia espressione in fase di chiodatura per bellezza della linea ed impegno nell'arrampicata; ma questa è un'altra storia.
Sole e Acciaio non sarebbe mai nata se non fosse stato per la mia amicizia con Matteo ma soprattutto se non fossi innamorato della Val Chiavenna, col suo potenziale infinito ma soprattutto con la sua roccia a tratti stupenda, ma mai come le persone ed i ragazzi che lì ho imparato a conoscere; ma questa è un'altra storia.
La storia che vi voglio raccontare è quella di Davide, visto dai miei occhi e descritto con le mie parole, che è passato troppo in fretta attraverso la mia vita ma ha lasciato un segno che ancora adesso faccio fatica a misurare: con il suo entusiasmo, la sua continua ricerca del movimento e della linea perfetta, con la sua voce inconfondibile e quel tirare le prese in un modo che mi faceva male solo a vederlo. Mi ha fatto capire cosa volevo davvero dalla mia arrampicata godendo di ogni attimo con lui e mi ha fatto conoscere la Val Chiavenna.
Non pensavo mi avesse lasciato un segno così profondo e me ne accorgo quasi ogni giorno, quando in un modo o nell'altro alcuni miei pensieri vanno a lui facendomi capire quanto è stato importante quello che ha fatto per me: mi ha semplicemente ispirato.
Ogni tanto mi ritrovo a scavare nelle immagini della memoria perché ho paura di non ricordarmi alcune sue espressioni del volto, alcune frasi, riflessioni e "minchiate" che ci dicevamo, allora mi fermo e mi sforzo in preda all'angoscia di non riuscirci ma fortunatamente d'incanto, appena mi sovvengono, mi torna il sorriso e mi pervade un senso di tranquillità; ma anche questa è un'altra storia.
VAL CHIAVENNA di Matteo Deghi
Ho iniziato a scalare quando avevo 13 anni e ora che ne ho 23 posso dire di aver avuto tanti maestri. Da ogni compagno di cordata infatti, fin da subito ho cercato di apprendere il più possibile... mi è sempre piaciuto, guardare, osservare, scoprire, capire come si "muovevano" in determinate situazioni, studiare e imparare la tecnica e lo stile di ciascuno e di farne materiale prezioso.
A tutti è indubbio che devo qualcosa: esperienza, motivazioni, fiducia, tenacia e altro. Ricordo però con particolare nostalgia , affetto e riconoscenza Davide Grassi, perché per me più di tutti e sopratutto nei primi anni in cui ho iniziato ad arrampicare, mi ha fatto scoprire la bellezza di questo sport. Insieme abbiamo scoperto nuove falesie, i tanti tipi di roccia esistenti, ho imparato a muovermi meglio, a misurarmi e a gestire le mie forze, tutti consigli importanti per chi vuole avvicinarsi e praticare l'arrampicata.
Con lui ho scoperto e apprezzato sempre di più la mia Val Chiavenna con il suo potenziale di roccia inespresso. Davide ha iniziato un'opera di sviluppo e sistemazione di vecchi e nuovi tiri, ha contribuito insieme a Guido Lisignoli e Pio Scaramella allo sviluppo della falesia di Scilano, ha chiodato una delle falesie più strapiombanti della Val Chiavenna "Il paradis di omm", ha collaborato con Pio Guanella alla chiodatura della falesia del "Biscione" e molte altre... tutto questo seguendo un suo metodo, una sua logica che è stata quella di chiodare la via con linee logiche si, ma senza alcuna modifica "artificiale". Questo metodo è oggi diventato anche il mio.
Purtroppo Davide ci ha lasciato qualche anno fa insieme ad un altro amico di scalata Francesco Oregioni, durante una salita sul gruppo del Bianco. Il suo ricordo e il suo insegnamento, però continuano a vivere, insieme ad un gruppo di amici cerchiamo di portare avanti ciò che lui aveva cominciato... è un modo bello per sentirlo vicino a noi.
Sono nati così moltissimi nuovi tiri in Val Chiavenna come quelli di Mezzera, Scilano e al Sasso del Drago. Sono state chiodate nuove falesie come quella del Caprone e quella della Ciclabile, tiri molto vari per tipi di roccia e caratteristiche. Il potenziale di roccia in Val Chiavenna è ancora molto e spero così di continuare a chiodare assieme ai miei amici nuove linee sempre più belle e continuare così ciò che Davide mi ha insegnato.
SCHEDA: la falesia Mezzera, Val Chiavenna
SCHEDA: la falesia Scilano, Val Chiavenna
SCHEDA: la falesia Caprone, Val Chiavenna