Trad britannico: grandi vie per Caroline Ciavaldini, Yuji Hirayama e James Pearson a Pembroke

A Pembroke in Gran Bretagna Caroline Ciavaldini ha salito Mercia Wall E8, Yuji Hirayama ha salito The Big Issue E9 e James Pearson ha salito in stile flash Something's Burning E9. Caroline Ciavaldini presenta queste tre difficile vie trad.
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Caroline Ciavaldini ripete Mercia Wall, E8, Pembroke, Galles
archive James Pearson

In questi giorni il trad britannico sta vivendo momenti importanti, con tre salite di assoluto rilievo, sulle belle e selvagge scogliere del Pembroke, effettuate dall'inglese James Pearson, da sua moglie la francese Caroline Ciavaldini e dal 45-enne giapponese (mito dell'arrampicata) Yuji Hirayama. Mentre per Pearson e Ciavaldini questo magnifico posto nel sud del Galles non è nuovo – nel 2008 Pearson aveva salito un E8 a-vista e la Ciavaldini era riuscita nella ripetezione di un E8, cosa assolutamente inusuale per il gentil sesso – per Hirayama invece si tratta della sua prima esperienza con il trad inglese. Dopo alcune vie di "riscaldamento" per prendere le misure con la roccia e l'arte di piazzare i dadi e friends, i risultati sono stati i seguenti: per la Ciavaldini la via Mercia Wall E8 a Stennis Ford, per Pearson la salita flash della vicina Something's Burning E9 di Charlie Woodburn e per Hirayama, invece, la ripetizione di The Big Issue, E9 a Bosherston Head.

Probabilmente i nomi di queste vie significano molto soltanto per una ristretta cerchia di iniziati, allora proviamo a dirlo in altre parole: un E8 femminile capita di rado e questa salita ripropone la Ciavaldini ai vertici dell'arrampicata trad femminile, quella di Pearson invece è probabilmente la prima volta che un E9 viene salito in stile flash. E' quindi un passo importante verso quello che nessuno finora ha mai fatto e che sarebbe una "pietra miliare" davvero importante: un E9 a-vista. Quella di Hirayama, invece, è una salita da rimarcare perché è una delle più difficili tra quelle effettuate in Gran Bretagna da uno straniero.

Vista la classe dei tre non ne avevamo dubbi, ma l'abbinamento "difficoltà tecniche e protezioni marginali" fanno del trad un gioco mentale mai indifferente né scontato. E' vero che la morfologia della roccia (calcare) a Pembroke si presta particolarmente a prestazioni di questo genere – Pearson lo sa bene e non a caso i tre sono andati proprio lì – ma per capire cosa ci vuole per arrivare ad un risultato di questo genere abbiamo chiesto alla Ciavaldini di raccontarci tutto sulla salita di suo marito. Il suo è un punto di vista avvincente, da straniera e quindi relativamente nuova a questo gioco, ma anche da "inviata speciale" che ha tenuto le corde e che cerca di comprendere e spiegare le complessità del trad inglese.


JAMES PEARSON - SOMETHING'S BURNING FLASH di Caroline Ciavaldini

Due anni fa James aveva tentato di salire in stile flash la via Muy Caliente, un E10 molto audace a Pembroke. Per preparasi a questo pazzo obiettivo si era allenato per sei mesi, cercando di essere al massimo della forma per ridurre al minimo il rischio di cadere nella parte pericolosa della via, lì dove le difficoltà sono attorno all' 8a francese. Alla fine ha fatto un bel tentativo, cadendo dall'ultimo movimento difficile, nella sezione sicura della via. Ho visto la sua delusione nell'istante in cui è caduto. C'è qualcosa di molto frustrante nel preparasi per sei mesi per un singolo tentativo flash... un po' come nella gare, avrei detto io☺ - Poi James ha chiuso la via al successivo tentativo e, anche se questo gli ha ridato gran parte della sua solita felicità, penso che rivivere un'altra volta quella sfida non gli interessasse più.

All'inizio dell'anno abbiamo letto di Something's Burning, la grande nuova via di Charlie Woodburn a Pembroke e James ha guardato il video. La via sembrava una proposta "compatta" e anche abbastanza spaventosa. Sicuramente lui, ma anche io, eravamo motivati a provarla la prossima volta che saremo andati a Pembroke...

Yuji Hirayama ci ha chiamato un paio di mesi fa, chiedendo a James se a settembre avrebbe potuto fagli conoscere il "trad inglese". Non si può dire di no a Yuji, soprattutto quando è il tuo eroe e tuo amico, così James ha naturalmente programmato di essere lì con Yuji ai primi di settembre. E già alla fine di agosto ci siamo diretti a Pembroke, senza progetti particolari; volevamo semplicemente mostrare a Yuji le vie migliori senza ucciderlo.

Il giorno prima dell'arrivo di Yuji, James mi ha chiesto se volevo calarmi da Something’s Burning e dare un'occhiata alle protezioni ed ai movimenti per lui. Non credo che in quel momento pensasse di salirla in stile flash, forse segretamente stava cercando di motivarmi a fare la via. Durante la mia prima ispezione ho toccato alcune prese e ho trovato dove piazzare alcune piccole protezioni, ma quello che mi motivava di più era Mercia Wall, un E8 subito accanto.

Per ora non sono una brava arrampicatrice trad, faccio fatica a valutare la qualità delle protezioni, e specialmente mi manca l'esperienza di cadere su piccoli dadi ☺. Con i micro dadi si deve essere bravissimi per piazzarli alla perfezione, e non si sa mai se la roccia si romperà durante una caduta.

Ho detto a James che pensavo che la via fosse "facile", scatenando inconsciamente in lui l'idea della salita flash. Ho visto James arrampicare trad in passato, so che in quei momenti è capace di fare dei movimenti molti difficili, dare tutto quello che ha. Dare molto di più di quanto darebbe se fosse su una via sportiva. Sulla via Muy caliente, per esempio, c'erano degli movimenti sulla pericolosa sezione di 8a che io non riuscivo nemmeno ad impostare, ma che speravo lui fosse sufficientemente alto da riuscire a fare. All'epoca non ha accennato nessuna fatica in quelle sezione. E su Something’s Burning ci sono due movimenti che io non riesco a fare: un movimento lunghissimo dai primi rovesci, protetto da 3 buoni dadi, ed un dinamico in diagonale protetto da 3 micronuts. Forse sono troppo sicura della qualità delle protezione, forse mi fido troppo delle capacità di James, ma so anche che è mille volte più bravo di me nei lanci e anche se fosse arrivato a quel punto in "ghisa", pensavo che sarebbe comunque riuscito a farcela. James si fida del mio giudizio e quando gli ho detto che ci sarebbe riuscito senza provarla con la corda dall'alto prima, a patto che gli avessi mostrato le protezioni, ha deciso di fare un tentativo.

Condivido con James tutta la sua arrampicata, lo conosco abbastanza bene anche se a dire il vero sono ancora lontana dal comprenderlo del tutto. Per tre giorni James ha rimandato il momento del tentativo. Ho avuto il tempo di salire il mio progetto, Mercia Wall, e di affinare le sequenze su Something’s Burning. Yuji invece è riuscito a salire il suo primo E7 a-vista, From a Distance. Ma James aspettava ancora. Una parte di me voleva dirgli di provarlo, l'altra parte invece ha realizzato che si stava preparando mentalmente. Erano passati due anni dall'ultima trad in Inghilterra, anche se nel frattempo ha salito Is not always Pasqua l'E9 di Mauro Calibani, l'inverno scorso. Penso che una parte di James fosse molto preoccupata a non fare "pasticci", non tanto a farsi del male, ma più perché avrebbe rovinato un bel gioco. Non ci sono molti E9 nel Regno Unito, e forse soltanto una manciata che potresti tentare senza rischiare la vita. Con quello che so ora, non sono più così sicura che la via di Woodburn sia davvero una di quelle da ritenere "sicure". In ogni caso, non c'era più modo di fermare James.

Finalmente James ha deciso di provare. Gli ho chiesto di calarsi accanto a me, così gli avrei mostrato i micro nuts da vicino, come piazzarli, in una posizione molto faticosa. Non ero più così sicura che le protezioni fossero buone. James ha deciso che andavano bene e si è calato alla base. Poco prima di iniziare mi ha confidato che era un po' nervoso, gli ho detto di accettare la sensazione di stress, di pensare che fosse un buon modo per far circolare meglio il sangue... Ha piazzato la prima protezione eccellente, è sceso arrampicando per riposarsi... ed è partito.

Da quel momento in poi non ci sono riposi fino a dopo il lancio, e guardando da sotto mi sembrava quasi sempre in controllo, a parte il dinamico dove ha davvero rischiato una caduta. Quello che mi ha raccontato dopo, invece, è che era sempre al suo limite, su ogni movimento, e molto sorpreso di continuare a salire verso l'alto. C'è un mini riposino prima del lancio, l'ho osservato mentre cercava a lungo l'appoggio che gli avrebbe permesso di fare il dinamico... poi si è lanciato e ha preso la "ronchia" con una mano. E' stato divertente: con l'altra mano ha fatto un movimento strano, un misto tra "sghisare" la mano per un istante ed un segno di "sì". L'aveva fatto, eravamo contentissimi.

Ora Yuji sembra aver colto la stranezza del trad inglese. Penso che sia molto sorpreso da quanto sono pericolose alcune vie, e sta trovando l'equilibrio giusto tra "essere coraggiosi e non essere kamikaze". Ha trovato il suo progetto. Mentre scrivo queste parole è dietro di me, faccio finta di non accorgermene ma sento che sta facendo stretching, controllando la sua respirazione. Sento che sta rivedendo la sua via, preparandosi mentalmente, e questo mi ricorda molto il giorno in cui ha chiuso il tiro chiave di Zembrocal (8c+) sull'Isola di Réunion. Questo pomeriggio proverà il suo progetto, a quanto pare uno abbastanza spaventoso... Io gli ho detto che gli avrei tenuto le corde, vedremo...*

di Caroline Ciavaldini

Note
* La via per la quale Yuji si stava preparando era, come accennato sopra, The Big Issue, E9, la storica (e anche controversa) via di John Dunne a Bosherton Head. Dopo averla provata con la corda dall'alto Yuji l'ha salita senza intoppi, piazzando tutti i nuts e i friends durante la salita, ovviamente.





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