Svab e Larcher all' International Climbing Meeting in Galles

Dall'11 al 18/05 gli accademici Rolando Larcher ed Erik Svab hanno partecipato al Meeting internazionale del BMC organizzato dal British Mountaineering Council in Galles, ripetendo a vista diverse vie fino al grado inglese di E6.
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Rolando Larcher a vista su The Jub Jub Bird E6 6b a Rhoscolyn, Gogarth, Galles
Adam Long
Dall'11 al 18 maggio si è tenuto nel Galles, nel centro di educazione alla montagna di Plas Y Brenin, organizzato dal BMC - British Mountaineering Council, il Meeting Internazionale di arrampicata al quale hanno preso parte 40 arrampicatori provenienti da 25 paesi di tutto il mondo che hanno arrampicato per una settimana con altrettanti 'locals' inglesi in cordate miste sulle mitiche pareti dell'arrampicata tradizionale inglese.

Una grande idea, un grande esempio, da prendere come spunto per organizzare qualcosa di simile anche qui in Italia, magari al centro del CAI di Pordoi. Gli inglesi hanno fatto vedere una encomiabile e perfetta organizzazione, una incredibile ospitalità, sia da parte del BMC, nella sua struttura di Plas y Brenin nel Galles del Nord, all'interno del Parco Nazionale di Snowdonia, che degli arrampicatori inglesi.

Tra gli alpinisti provenienti dal Giappone, dagli Stati Uniti, dal Sudafrica, dalla Russia, Norvegia e quasi tutti gli stati europei, sono stati invitati anche due rappresentanti del CAAI - Club Alpino Accademico Italiano: Rolando Larcher ed Erik Svab. Per confrontarsi con l'arrampicata su roccia con protezioni tradizionali e in cordata con altrettanti arrampicatori local, i “hosts”. Quest'anno tanti fortissimi arrampicatori hanno preso parte all'incontro, tra cui i belgi Nicolas Favresse e Sean Villanueva e l'americano David Sharrat.

Negli ultimi anni sempre più arrampicatori stranieri si mettono alla prova con le terribili vie di 'real climbing' inglese e spesso dimostrano che se la cavano più che egregiamente. Così anche i nostri due climber, forti dell'esperienza maturata sulle vie tradizionali delle montagne di casa, con Erik ormai un habituè delle pareti trad inglesi, era questa infatti già la sua quinta visita in Gran Bretagna, dove aveva già salito vie fino all'E8.

In Gran Bretagna gli arrampicatori come Ron Fawcett, Johnny Dawes, John Dunne, Pat Littlejon, i pazzi scriteriati dell'hard grit di oggi: Ben Heason, Dave Birkett, James Pearson e Dave Macleod, sono diventati personaggi mitici perché hanno legato le loro salite a linee e vie leggendarie, spesso irripetute e irraggiungibili, esattamente come loro le hanno salite, senza traccia di passaggio. La maggior parte dei climber inglesi 'normali' può solo ammirarle dal basso e anche se alcuni dalle nostre parti pensano che siano delle vie facili che diventano difficili e impegnative solo perché protette e pericolose, merita davvero andare a farsi un giro in UK e provare, per credere. Perché oggi le vie più difficili, quelle di E10 e E11 parlano 8c e 8c+ francese, parlano di gente che per allenarsi a farle sale il 9a in falesia in pochi giri e l'8c in solitaria...

Rolando Larcher: "Ci siamo divertiti un sacco, grazie alla gentilezza e alla disponibilità di chi ci ha accompagnato quotidianamente, ma anche alla nostra preparazione fisica e mentale. In Gran Bretagna vige un'etica severa ed irreprensibile, un esempio a cui noi tutti dovremmo attingere, in questi anni di completo abbandono ed abbrutimento, dove non ci sono più regole né rispetto per la pietra e la natura. Uno stile nuovo, ma non troppo, visto che da noi non lo si pratica in falesia, ma è consuetudine scalare con un'etica molto simile in montagna. In questa settimana abbiamo scalato quasi esclusivamente a vista portando a casa degli ottimi risultati, che ci hanno distinto al meeting e portato lustro alla scuola italiana.
Ho trovato un'arrampicata molto psicologica, ma anche molto fisica. E' strano avventurarsi a vista lungo repulsivi strapiombi, carichi all'inverosimile di materiale. Si parte timorosi, consapevoli solamente che su quel muro senza fessure c'è una linea tracciata, ma non si vede nulla, né un chiodo, spesso neanche tracce di magnesio, sulle pareti vicino al mare trovi solo salsedine e licheni. Ogni via è una battaglia, con la parete, con la paura e con la propria tenacia. Ma quando la salita riesce, la soddisfazione è grande, è appagante, una forte sensazione di 'averla scampata ancora una volta...'. Sicuramente qualcosa di molto più intenso del consueto tiro in falesia, per quanto difficile possa essere. Per fortuna, a malincuore, la settimana è terminata. Provo sentimenti contradditori, mi dispiace lasciare questa magica atmosfera che si respira, ma sono anche contento di tornare a casa con le gambe ancora buone, perchè l'ambizione d'innalzare il grado, cercando il mio limite psico-fisico, avrebbe potuto giocarmi brutti scherzi....”

Erik Svab: “Ormai per me è una passione irrefrenabile, da quando non vado più in spedizione fuori dall'Europa, vado però regolarmente due volte all'anno in UK, perché ormai ho capito che quella è una delle mie dimensioni preferite, l'impegno fisico ma anche psicologico delle grandi vie tradizionali inglesi, dove capisci quale è la differenza tra uno storico E5 e una banale via di 6c senza nome né storia.
Il fascino di queste vie sono in realtà le storie, quelle dei nomi, degli autori, delle prime salite. Io stavolta ho messo le mani su quella che viene considerata come la via più difficile del Wales: “Trauma” E9 6c, salita da Leo Houlding e ripetuta appena l'anno scorso solo dopo 8 anni da James Pearson e Dave Macleod. Un 8a+ francese di 18 metri protetto con un bird-beek (una specie di sky-hook da artificiale, un becco di 3 cm), un micronut e un friend, e poi è una via anche tecnicamente difficile! In quattro tentativi divisi in due giorni sono riuscito a concatenare tutti i movimenti, a farla in top-rope con un resting, ma alla fine ho deciso di lasciar perdere perché anche se avrei avuto qualche possibilità di farla, non volevo 'bruciarmi' l'unica settimana dell'anno interamente dedicata all'arrampicata per una sola via. Nei giorni seguenti mi sono dedicato all'arrampicata a vista, salendo vie fino all'E6. Se penso che durante il meeting solo Nico Favresse ha fatto meglio salendo un E7 a vista, mi considero più che soddisfatto. Inoltre è stata una bella settimana che abbiamo passato insieme con Rolando, dopo alcuni anni abbiamo avuto di nuovo occasione di arrampicare insieme più giorni.
Io ho già deciso, la prossima meta saranno le pareti del Pembroke, sulle coste sud del Galles, probabilmente a fine settembre, perché lì mi dicono che ci sono vie di resistenza e ben protette su roccia leggermente strapiombante...”


Rolando Larcher e Erik Svab- CAAI - Club Alpino Accademico Italiano

ERIK SVAB
- Salite in stile tradizionale nel Wales 12/5-17/5/2008
Llanberis Pass, Pretty girls make graves E6 6b
Rhoscolyn, Dreams and screams E6 6b, redpoint, 2 tentativo
Rhoscolyn, Big Boys E5 6a
Gogarth, Run fast run free E5 6a
Great Orme, Chang Gang E5 6a
Gogarth, Snakebite Wall E5 6a
Rhoscolyn, Electric blue E4 5c
Llanberis Pass, Cyrn Las, Lubyanka E3 6a

ROLANDO LARCHER - Salite in stile tradizionale nel Wales 12/5-17/5/2008
Rhoscolyn, The Jub Jub Bird E6 6b
Rhoscolyn, Dreams and screams E6 6b
Llanberis Pass, King Wad E5/E6 6b
Tremadog, Strawberries E6 6b,3/4 onsight con un salto di 5 metri su stopper…
Rhoscolyn, Warpath E5 6a
Llanberis Pass, Left wall E2 5b
Tremadog, Void E3 6a
Cloggy, The Axe E4 5c
Cloggy, West Butress, Eliminated E3, 150 m





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