Sulfuria, la nuova falesia nelle Gole di Frasassi

Paolo Romagnoli e Maurizio Oviglia raccontano la nascita della falesia Sulfuria nelle bellissime Gole di Frasassi in provincia di Ancona.
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Dal parcheggio la falesia di Sulfuria appare sulla destra
Maurizio Oviglia
Circa un anno fa un gruppo di arrampicatori marchigiani si attiva per attrezzare una nuova falesia nelle Gole di Frasassi, una zona per lungo tempo vietata agli arrampicatori per vincoli ambientali. L’entusiasmo è tanto, ma la roccia non è sempre il calcare che si sogna di trovare, e serve un grande lavoro di disgaggio e pulizia. Fin qui nulla di nuovo, una storia comune a tanti altri siti di arrampicata, gioie e dolori ben noti ai chiodatori, meno a quanti poi verranno dopo a usufruire del loro lavoro. Ma a Sulfuria è stato fatto ben di più, è stato sdoganato, almeno parzialmente, un territorio che sembrava irrimediabilmente perduto. Ho visitato la falesia durante i lavori di chiodatura ed è stato naturale dare una mano, per quanto potevo fare in un giorno di toccata e fuga. Ma in ogni caso è stato per me importante partecipare al travaglio, tra entusiasmo e disperazione, che ha portato alla nascita di questa falesia, al di là che gli artefici siano in gran parte miei cari amici. Questa piccola presentazione è quindi un atto dovuto e una vostra visita alla falesia, anche solo per una volta, è il minimo tributo che possiate offrire a Frasassi, non più solo quella delle Grotte, ma finalmente anche quella dell’arrampicata… (M.O)

SULFURIA di Paolo Romagnoli

"Ehi! Levateve da lì sotto che sto a lascià ‘sto bambinello!" Fuggi fuggi generale e poi il ritorno in codice al comando di correre ai ripari "Vai !" Assesto gli ultimi colpi alla chiave di volta, ribadisco il "Via, eh!?" e il metro cubo di calcare sospeso in mezzo alla parete si stacca con un fragore che riecheggia per tutta la gola. Al suo posto una nuvola bianca e l’inconfondibile odore. Di sotto fanno capolino le teste dei colleghi bonificatori: incominciano le prime risatine isteriche quasi ad esorcizzare lo spavento per il cessato pericolo ed i primi coloriti commenti.

"Ammazza!" dice Massimo "Altro che bambinello! Quello era un cristià adulto, vaccinato e con tutti i parenti fino alla settima generazione!" Mi giro e guardo verso San Vittore Terme a non più di un chilometro in linea d’aria. Mi rannicchio quasi a nascondermi. Ridicolo, sono appeso ad una corda che esce per più di 20 metri dal bosco in mezzo alla parete bianco gialla ed io sempre con ‘ste magliette fluo. Decido che non c’è nulla di imbarazzante e mi rimetto a spolverare la parete, d’altronde non sono in ascensore e il rumore e l’odore diversi… Scendo e do un’occhiata al lavoro: "Little Boy! Il nome calza proprio a pennello."

I lavori a Sulfuria iniziano accompagnati da folate olezzanti della vicina sorgente di acqua sulfurea, da qui il nome. Una gestazione di sette mesi. Il tutto innescato, forse per sfida o per scommessa, da un forum promosso da Federparchi il cui imperativo era scovare le peculiarità del Parco Regionale Gola della Rossa e Frasassi nell’ottica di un rilancio turistico. A quell’incontro ci presentiamo come Scuola di Alpinismo e di Arrampicata Libera del CAI, e diciamo chiaramente che il più grande tesoro della zona è costituito dalle pareti di roccia (molte ancora inviolate) e che una gestione oculata e non repressiva delle pareti sarà senz’altro utile al rilancio del turismo e dell’economia locale.

Ci guardano di traverso e poi il tripudio di luoghi comuni e superficialità: mancano i soldi, la roccia non è solida, ma è pericoloso! Non vi basta quello che avete? C’è Castelletta… già… Castelletta! Al successivo incontro torniamo alla carica. Stavolta caliamo un asso: un business plan, preparato da Marcello, sulla ricaduta economica in 10 anni di un’implementazione turistica dovuta allo sviluppo, e non alla repressione, dell’arrampicata. Ipotizza una festa all’anno in cui verranno celebrate le nuove falesie o risistemate quelle vecchie. Il piano è così ben fatto che Federparchi si lascia scappare: "Figo! E almeno qualcuno ha fatto i compiti."

Ora siamo in ballo, e bisogna ballare. La nostra Scuola, "La Fenice", si fa carico di tutto: gli istruttori si autotassano e decidono di acquistare il materiale per cominciare i lavori. Le voci corrono, Carlo e Luca che ci hanno fornito il materiale chiacchierando con i loro fornitori hanno messo la pulce nell’orecchio di qualcuno. Il qualcuno non è altri che Petzl. Ci incontriamo ad Assisi, era una notte buia e tempestosa, ma l’entusiasmo e l’intraprendenza da ambo le parti la rendevano una radiosa mattina di giugno. "Vi do un po’ di materiale, mi raccomando fatene buon uso."

Ed eccoci qui a disgaggiare, pulire tracciare e fixare le vie della nuova falesia: la prima all’interno della gola di Frasassi. E così Mentre Francesco, Claudio e Federico si dedicano alla pulizia del sentiero, che era solo una traccia, sulle pareti si delineano pian piano le vie: Fabio battezza la sua Sax Appeal dedicandola al suo sconfinato super ego, mentre Maurizio giunto dalla Sardegna, ne dedica una a Francesco, l’infamone che gli ha tolto il piacere di qualche prima onsight. Francesco ha già liberato quasi tutto gli manca solo la sua Russian Roulette la via che in fase di pulizia quasi gli costa la vita. Insieme, poi, chioderemo la via simbolo di Sulfuria "L’aquila e la fenice". Rolando Larcher, guest star del Frasassi Rock che si terrà a giugno, ne farà la prima libera: 7c+.

Massimo si è speso per il settore no big "Mastro Rampichino" dal 4a al 5c. Una gran mangiata di terra e rovi per portare alla luce il settore più frequentato di tutta la falesia. La crescente eccitazione per l’evento che si avvicina contagia anche altre associazioni affini: così dalla Fasi e UISP Lorenzo, Teo e Silvia partecipano ai lavori chiodando anche Milka e Nasdraja in onore del loro recente soggiorno a Paklenica. Inevitabile infine dedicare una via ai gestori del bar la Pinta che hanno anche contribuito all’acquisto del materiale per l’attrezzatura: Anna & Maurizio.

E’ il primo giugno, la prossima settimana si scatenerà Il Frasassi Rock Climbing Festival. Metto l’ultimo fix su Excalibur, altro open project per i big. Scendo, mi guardo attorno e dichiaro conclusi i lavori. Osservo il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi, sono fiero di avervi partecipato. Sulfuria non è solo una nuova falesia. E’ senz’altro il simbolo di una inversione di rotta alla riconquista di un territorio che per troppo tempo e insensatamente ci è stato vietato. Se a Frasassi il turismo sta calando il rilancio passa sicuramente attraverso l’arrampicata e Sulfuria ne è il primo piccolo grande passo.

Il progetto Sulfuria è stato realizzato grazie alla Scuola Intersezionale di Alpinismo e Arrampicata Libera del C.A.I." La Fenice" e ad altri volenterosi personaggi, in primis Marcello Romagnoli, Massimo Mosca, Fabio Sacchini, Francesco Piacenza, Claudio Paladini, Federico Trillini, Francesco Giusti, Lorenzo Rossetti, Matteo Plebani, Silvia Santini cui vanno il mio ringraziamento e, ne sono sicuro, quello di tutto il popolo verticale …

Un ringraziamento particolare a Maurizio Oviglia per la disinteressata collaborazione e la preziosa amicizia di cui ci onora. E infine Carlo Bellucci e Luca Casali di Big Wall per le forniture ed i preziosi contatti e la ditta Petzl per aver creduto, più di tanti amministratori, in un territorio speciale.

SCHEDA: Gola di Frasassi - Sulfuria


Note:
Expo.Planetmountain
Expo Petzl
www
www.scuolalafenice.it



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