Silvio Reffo 8b+ a-vista a Grotti e al Gabbio di Ferentillo

Il report del climber vicentino Silvio Reffo che durante la vacanza d’arrampicata in Centro d’Italia ha salito due 8b+ a-vista, Ridi Mò a Grotti e Jorgao al Gabbio di Ferentillo. Si tratta di alcune delle onsight più difficili mai effettuate in Italia
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Silvio Reffo in arrampicata a Grotti
archivio Silvio Reffo

A primo sguardo, l’8b+ a-vista in Italia potrebbe sembrare una performance superata tempo fa, soprattutto se si analizza soltanto il numero crudo del massimo mondiale finora raggiunto, il 9a salito al primo colpo da Alexander Megos e Adam Ondra. Invece sembra che qui in Italia le falesia siano particolarmente "repulsive"; archiviate le paretesi Megos sul 9a di TCT a Gravere, Domen Škofic su Reini’s Vibes 8c/+ a Massone, Ondra sul 8c Nagay al Covolo ed una manciata di stranieri che hanno salito l'8b+ a-vista qui da noi, per quello che ci risulta, gli unici italiani che hanno chiuso un 8b+ onsight in Italia sono Stefano Ghisolfi e Laura Rogora, rispettivamente su Pietra Murata a Massone e Obi One Kenobi a San Rocchino. Adesso Silvio Reffo ci è riuscito nella regina madre delle discipline su Ridi Mò a Grotti e Jorgao al Gabbio di Ferentillo. Due falesie storiche, esigenti, che offrono uno stile d’arrampicata decisamente "old school" che non ammette il benché minimo errore.


GROTTI, FERENTILLO E l’8B+ ONSIGHT di Silvio Reffo

Fin dagli esordi della mia vita verticale, scalare una via al primo tentativo è stata un’attività che mi ha spesso motivato e regalato reali soddisfazioni. Avere una sola possibilità è una sfida psico-fisica che racchiude per me “l’essenza” della scalata e la accomuna per intensità ad una vera e propria competizione.

Ricordo ancora, negli anni, innumerevoli battaglie contro la ghisa che, qualche volta, si sono concluse con un amaro volo (ripenso, per esempio, a quest’estate, quando sono volato proprio davanti alla catena di un 8b/b+ a vista, in una falesia nel vicentino), mentre qualche altra con un urlo liberatorio (come la salita flash di Mind Control, 8c ad Oliana). Quel che è certo è che questa scalata mi regala sempre un’esperienza verticale incredibile e insostituibile!.

Un semplice numero affiancato da un a-b-c non può esprimere la difficoltà quando si scala a vista. Molti sono i fattori che possono rendere la salita più difficile, come i rinvii in loco, se la via è stata provata di recente, il colore della roccia, se gli appigli sono stati creati o naturali e, non per ultimo, l’inclinazione della parete (molte volte le vie sul verticale o in placca necessitano di condizioni climatiche più "specifiche").

Quest’anno io e la mia famiglia avevamo a disposizione una settimana di vacanza per le festività natalizie e, come spesso accade, ne approfittiamo per un mini trip verticale. Inizialmente il programma era quello di dirigerci verso la Croazia per goderci la scalata in questa zona dove, negli ultimi anni, sono stati sviluppati numerosi siti esposti al sole, adatti per difficoltà a tutte le esigenze e, soprattutto, "bambinabili". La situazione epidemiologica e il pensiero di sottoporci ad eventuali quarantene ci ha fatto, poi, desistere e abbiamo così deciso di raggiungere, insieme ad alcuni amici, il Centro Italia. In particolare le falesie di Grotti vicino a Rieti e il Gabbio di Ferentillo, poco distante da Terni.

La prima è una grande bastionata di conglomerato a buchi dolorosi con una qualità delle vie molto elevata, soprattutto sui gradi 7. A Ferentillo, invece, ti aspetta un’insieme di falesie con roccia compatta su liste e canne, caratterizzata da vie boulderose, mai banali, soprattutto sui gradi medi. Queste falesie oltre ad essere un’ottima meta invernale hanno un valore aggiunto, l’accoglienza dei climbers locali.

L’obiettivo di questa vacanza è, quindi, quello di scalare il più possibile e concentrarmi sull’arrampicata on-sight, cercando di salire qualche via storica di queste falesie. I primi due giorni cerco di trovare il giusto feeling con la roccia, con questi buchi non sempre confortevoli e, soprattutto, con la ghisa e la pelle estremamente infiammata dalle ultime settimane di allenamento. Un giorno di riposo e una visita alle Cascate delle Marmore e arriva l’ora di sparare qualche cartuccia!

Dopo il riscaldamento, riesco nella salita a vista di Ridi Mò, una via che in origine era gradata 8b, ma dopo la rottura di alcune prese la gradazione si è elevata ad 8b+. Dopo un solo giorno di scalata, la pelle è, pero, di nuovo completamente andata e la stanchezza si fa sentire, quindi, decido di staccare per due giorni.

Dopo due giorni di riposo, la pelle è perfetta e, soprattutto, il braccio è tornato a sentirsi vivo. Sfrutto il buon feeling per chiudere in pochi giri Il Corvo, storico 8c del Gabbio e per salire, subito dopo, a-vista, Jorgao 8b+ corto e boulderoso. A volte, saper rallentare, accettare la stanchezza e riposare un giorno in più aiuta!

L’ultimo giorno di scalata scorre veloce e approfittiamo per toglierci le ultime soddisfazioni e riempire gli avambracci di sana ghisa. È tempo di tornare a lavorare ed allenarsi per tanti progetti verticali e farci trovare pronti per il prossimo trip.

Lista vie della vacanza:
Il corvo 8c Gabbio di Ferentillo
- Jorgao 8b+ on-sight Gabbio di Ferentillo
- Umore e Depressione 8a on-sight Grotti Alta
- Underworld 8a+ on-sight Grotti Alta
- 8b on-sight Grotti Alta (Ultimi 3 spit in comune con Underworld scalata 4 giorni prima)
- Lupo de Lupis estensione 8a+/b on-sight Grotti Alta
- Ridi Mò 8b/b+ on-sight Grotti Alta

Link: La Sportiva




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