Alexander Megos, secondo 9a a-vista con TCT a Gravere
Domenica scorsa nella falesia di Gravere in Val di Susa Alexander Megos è riuscito a salire a-vista TCT, la via liberata da Stefano Ghisolfi nel 2014 e dedicata al giovane amico Tito Claudio Traversa. Per Megos si tratta del secondo 9a salito nello stile più pulito, dopo la clamorosa salita di Estrado Critico a Siurana nel marzo del 2013 con la quale l’allora 19enne climber tedesco si era imposto sulla scena dell’arrampicata mondiale con la prima salita assoluta di un 9a a-vista. Ricordiamo che oltre a Megos, l’unica altra persona che finora è riuscito a salire un 9a a-vista è Adam Ondra (che ne ha 3 all’attivo), e che attualmente il 9a a-vista è considerato un assoluto limite nell’arrampicata sportiva.
Sono passati quattro anni dal tuo primo 9a a-vista. Ti ha sorpreso la tua salita di TCT?
Sì, anzi, sono passati un po’ di più di 4 anni dalla mia salita a-vista di Estado Critico. L’a-vista su TCT mi ha effettivamente colto di sorpresa. Mentre mi scaldavo non avevo delle buone sensazioni; mi sono scaldato in fretta, non sono entrato nel ritmo giusto e mi dava fastidio il dito che mi sono infortunato tempo fa. Dopo un primo 6c per scaldarmi, ho salito un 8a e poi ho valutato se provare il 9a oppure lasciarlo per un altro giorno. È stata Claudia Ghisolfi a convincermi a tentare. E poi mi sono detto perché no?
Finora avevi sempre pensato che non saresti mai più riuscito a fare un 9a a-vista
Sì, perché non avevo mai avuto la sensazione di scalare ad un livello tale da poter fare un altro 9a a-vista. Certo, adesso come adesso sono più bravo e più forte rispetto a 4 anni fa, ma comunque non avevo mai avuto l'impressione di essere sufficientemente forte per una tale performance.
Invece evidentemente lo sei. Lo sai vero, che TCT è una via particolare qui in Italia?
Sì, lo so che TCT è dedicata a Tito Traversa. Anche se purtroppo non l’ho mai incontrato di persona, lo conoscevo ovviamente per quello che faceva e sono rimasto molto scioccato quando ho saputo della sua morte.
A Siurana 4 anni fa non avevi nessuna pressione. Non eri famoso come oggi, all’epoca nessuno si aspettava un exploit di quel genere da te
È vero, non avevo nessuna pressione. Adesso è un po‘ diverso, naturalmente, ma cerco di avere meno pressione possibile. E domenica ne ho avuta poca. Mi sentivo così debole che non mi aspettavo niente, quindi ero relativamente rilassato.
E com’è andata?
Per la salita mi ci sono voluti circa 10 minuti credo. La prima parte è andata relativamente veloce e senza problemi. Poi c’è un riposo prima dell'ultima parte della via, composta di circa 8 metri strapiombanti, 45 gradi circa, con poche prese ben distanti. Più o meno il mio stile d’arrampicata. Quando sono arrivato in cima al bordo del tetto, non potevo crederci. Poi però mi ci sono voluti altri 2 minuti circa per raggiungere la catena, perché non avevo visto una presa.
Eri al tuo limite?
Ero abbastanza ghisato e fiacco, ma quando ero sulla via no, non ero al mio limite assoluto. Ma la cosa sorprendente è che quella salita mi ha completamente esaurito per il resto della giornata. Ho comunque fatto un altro 8c e un 8c+, ma dopo quella via ero completamente vuoto.
Per arrivare al tuo secondo 9a a-vista, quanto ci hai tentato?
Non ho provato molte vie a-vista devo confessare. Credo che questo sia stato il primo 9a che abbia mai veramente provato a salire a vista. Non è sempre così semplice. In Frankenjura per esempio, dove arrampico abitualmente, è già molto difficile. E se vai da qualche altra parte devi prima trovare un 9a adatto, che idealmente ha già i rinvii su, devi stare bene ed essere preparato mentalmente. Fino ad ora tutte queste cose non hanno mai combaciato contemporaneamente.
Adesso che hai confermato il 9a-vista: qual è il prossimo passo?
Sarebbe salire altri 9a a-vista e poi ad un certo punto, naturalmente, un 9a+. Si vedrà.
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