Grotti, la magnifica falesia del Lazio
Fino ad oggi sulle riviste specializzate e sul web sono stati scritti molti articoli riguardanti Grotti. Tutti però risalgono al periodo della sua scoperta avvenuta nei primi anni ‘90. Di Grotti si diceva avesse le potenzialità per divenire una delle falesie più grandi d’Italia, ma dopo un primo periodo di euforia il sogno sembrava essersi infranto.
In questi ultimi 2/3 anni l’attività di spittatura è ripresa. Grotti sta vivendo un nuovo febbrile periodo di attività con la scoperta e chiodatura di circa 70 tiri in una nuova zona, La Curva, e con la manutenzione e spittattura di molti vecchi e nuovi itinerari nella Grotti Classica, Grotti Alta. Ora le vie sono circa 230 e, se nella zona vecchia le pareti sono quasi colme di spit (tranne che per il nuovo settore il Canile), in quella nuova le possibilità sono ancora molte. La presenza poi di alcuni nuovi itinerari meno estremi ha addolcito la fama di questa falesia, aprendola anche al grande pubblico. La falesia rimane comunque molto grande rispetto ai visitatori che la frequentano, ed il suo fascino forse è proprio questo: centinaia di vie che vi aspettano, senza dover attendere che si liberino dagli assalti degli scalatori. Infatti, nei giorni infrasettimanali spesso capita di non incrociare nemmeno un arrampicatore e di avere tutto per se.
L'arrampicata è atletica e a dita stese. La roccia è prevalentemente calcare a buchi, tendente a volte al conglomerato con inclinazioni che variano dalla placca verticale o leggermente strapiombante fino ai settori fortemente strapiombanti. Vi è un’altissima concentrazione di monoditi e biditi da far invidia a qualunque altro posto al mondo. Le prese sono a volte dolorose e forse per questo la falesia è spesso stata “snobbata” da tanti arrampicatori. Se non si è abituati, dopo un paio di giorni ci si deve fermare per far rigenerare la pelle: è il momento giusto per visitare Ferentillo, interessante falesia umbra a soli 40 minuti da Rieti.