Sicilia: Il mio scanto libero. Nuova via per Calabrese, Oviglia, Pinotti.
All'inizio di Novembre Maurizio Oviglia, Fabrice ed Eugenio Pinotti hanno effetuato la prima salita di "Il mio scanto libero" 7a+, 350m sulla parete "Nuovo Mondo" del Monte Gallo sopra Palermo.
Dal 4 al 9 novembre, Fabrice Calabrese, Maurizio Oviglia ed Eugenio Pinotti hanno effetuato la prima salita di "Il mio scanto libero" 7a+, 350m sulla parete Nord (finora mai salita e per la quale viene proposto il nome "Nuovo Mondo") del Monte Gallo, sopra Palermo. Successivamente, l'11 novembre, Maurizio Oviglia ed Eugenio Pinotti hanno completato l'opera con la salita in libera. Non è la prima volta che Maurizio torna in Sicilia, e non è la prima volta che dai suoi racconti emana un profondo amore per questa nostra isola che spesso ignoriamo (sbagliando), a scapito di altri posti più remoti... SICILIA, PALERMO... NUOVA PARETE, NUOVA VIA di Maurizio Oviglia Mi capita spesso di svegliarmi presto, molto presto, e di restare per ore immerso nei pensieri a fantasticare di trovarmi chissà dove, invece che nel mio letto. Per me oramai è un'abitudine e, nonostante maledica il sonno mancato, mi dico che in fondo è bene, è pur sempre un piccolo spazio per pensare in una vita per me sempre più frenetica. Sabato 3 novembre non fu un'eccezione e alle 5 del mattino ero sveglio, sul ponte della nave che da Cagliari mi avrebbe portato a Palermo. Le luci della costa erano già visibili e l'aurora cominciava a colorare il cielo. E' sempre bello arrivare a Palermo con la nave, il colore ocra delle pareti contrasta col blu turchese del mare, il Monte Gallo, il Monte Pellegrino, chilometri di falesie su cui sognare. E' appunto verso le 7 che la nave è passata davanti a quella parete, a quanto ne sapevo vergine, una parete alta, bellissima e austera, in pieno nord. Con i binocoli cercai di capire meglio, ma non vi riuscii, bisognava assolutamente andare a vedere. Ahimè, mi ero innamorato nuovamente ancor prima di sbarcare! Al porto c'era Fabrice ad attendermi... Fabrice io e te dobbiamo parlare, c'è una cosa che devo fare subito... Ma Fabrice mi conosce, ha già capito, e nonostante il cartoccio alla ricotta da mezzo chilo che mi propina e il traffico caotico rimango in piedi e non demordo, più caricato che mai! Un'ora dopo siamo a Mondello, mezz'ora più tardi sto salendo il primo tiro. Una settimana era il tempo della vacanza, una settimana abbiamo passato qui nell'ombra della grande parete nord, io, Eugenio venuto da Piacenza e Fabrice venuto da Londra, però palermitano DOC... Ogni giorno più stanchi, perchè la parete, fantastica oltre le aspettative, ci sfibrava poco a poco con i suoi incredibili strapiombi. Non avevamo certo l'attrezzatura adatta per un progetto così, poche corde, pochi moschettoni, poco tutto... ero venuto a fare monotiri o quasi, ma ora era tanta voglia di finire questa via, che stava prendendo forma poco a poco come una scultura. Alle soste mi perdevo a guardare il mare, che si stende davanti alla parete, infinito. E pensavo che il mio sogno di bambino era di fare l'alpinista, stare sulle montagne, scalare le montagne, al di sopra dei ghiacciai e delle valli. E invece stavo qui, sulle pareti in riva al mare, tra i profumi mediterranei. Colpa senza dubbio di Alessandro Gogna, dei suoi cento nuovi mattini, del suo mezzogiorno di pietra. Colpa sua se ero lì a fare l'alpinista senza montagne, il pioniere del XXI secolo su pareti mai salite in riva al mare, tra le strida dei gabbiani... combattendo con l'euforbia ed il rosmarino. Invece di andare sempre più su e spendere i miei soldi sulla Pakistan Airlines, sprofondo inesorabilmente sempre più giù, a sud, attirato e stregato dal mezzogiorno e dalla sua gente... Siamo usciti di notte, quando le luci del crepuscolo non bastavano più a guidare i miei piedi e le mie mani nell'ultimo difficile diedro. Ad ogni passo ripetevo "Euge occhio che salto giù, non vedo più nulla!". Le lampare giù di sotto, nell'enorme specchio nero erano già accese, ma non bastavano ovviamente a guidare i miei passi. In breve fu totalmente buio, solo le luci di Ustica, in lontananza, ci ricordavano in qualche modo la civiltà. Ma scavallando la cresta ci apparve Palermo illuminata, immensa, e allora realizzammo che la nostra avventura, fuori dal mondo, in un nuovo mondo, era lì, a soli due passi da una grande città. Incredibile davvero, paradossi del nostro secolo! Dopo infinite e divertenti trattative con gli amici abbiamo chiamato la via "Il mio scanto libero", dove scanto sta per paura, nell'idioma locale... Anche se non è mai bello "svelare" i titoli, qualche parola la voglio tuttavia spendere: nonostante tutto, esprime la mia voglia, il mio diritto e la mia gioia di poter cantare a mio modo, liberamente, in territori e in luoghi che non sono i "miei", ma in fin di conti ancora inesplorati. Poche centinaia di metri oltre la nostra via, l'indimenticato Roby Manfrè aveva aperto 15 anni fa in solitaria "Ho sentito le sirene cantare". Ecco, questa via forse vuol raccogliere quel filo rosso da lui lasciato, trovare una continuità con il suo percorso umano e di alpinista, sia nei fatti che nello spirito. Non a caso ero a Palermo anche per questo, proprio nel giorno in cui abbiamo iniziato la via, per ricordarlo, in una serata organizzata da Fabrizio Antonioli in suo ricordo. In fondo devo tanto alla Sicilia ed ai siciliani. Nel bene e nel male, come del resto è la loro natura, senza compromessi eppure affascinante, mi hanno ridato quel che in Sardegna avevo perso: la possibilità di innamorarmi ancora a prima vista, di essere posseduto da quel sacro furore che ti fa stare una settimana su una parete nord, al freddo, solo per creare l'ennesima via. In altre parole, la gioia di vivere. Maurizio Oviglia Monte Gallo, parete nord Prima salita della parete, nome proposto "Nuovo Mondo" Via: "Il mio scanto libero" Prima salita: Fabrice Calabrese, Maurizio Oviglia ed Eugenio Pinotti, dal 4 al 9 novembre 2006. Prima libera: M. Oviglia e E. Pinotti, 11/11/06 Lunghezza: 350 m Difficoltà: 7a+ max, 6b+ obbl. La via è quasi interamente spittata dal basso, sono tuttavia necessari friend medio piccoli, corde da 60 m. L'arrampicata è atletica e di grande bellezza (per pudore non osiamo dire eccezionale), su una parete che strapiomba di circa 20 m, quindi molto esposta. Si consiglia pertanto la ripetizione a cordate ben preparate nelle manovre e immuni da vertigini, dato che la discesa in doppia è complicata e necessita di passare tutti i rinvii per rimanere attaccati. La discesa a piedi è tuttavia possibile, ma si finisce al parcheggio del Bauso Rosso. Nell'eventualità organizzarsi per farsi venire a prendere. L'accesso è da Mondello, attraverso la strada della riserva di Monte Gallo (a pagamento, 5 euro). La parete si raggiunge dal termine della strada in 20 minuti. Se non si vuole pagare il pedaggio prevedere 30 minuti in più. Ringraziamenti: desidero ringraziare prima di tutto i miei compagni di cordata Eugenio e Fabrice per avermi sopportato nelle mie ossessioni. Poi tutti gli amici palermitani, Luigi, Giuseppe Severino e Giuseppe Maurici, Donatella, Roberta, Marco Bonamini e infine Fabrizio Antonioli per la preziosa consulenza fotografica. Kong, La Sportiva e E9 per il supporto tecnico. |
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