Pietro Dal Pra', prima libera integrale di Hotel Supramonte

Il 3/11/2000, Pietro Dal Prà ha liberato la via aperta da Rolando Larcher e Roberto Vigiani sulla P.ta Cucuttos nelle Gole di Gorropu, Sardegna.
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Pietro Dal Prà su Hotel Supramonte
Lorenzo Nadali
Hotel Supramonte, Sardegna
Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre «Hotel Supramonte» (8b max - 7c obbl.) - la famosa via aperta e salita per la prima volta da Rolando Larcher e Roberto Vigiani nelle Gole di Gorropu in Sardegna - ha ricevuto la visita di Pietro Dal Prà, che il 3 novembre ne ha effettuato la seconda ripetizione (dopo quella di Stefan Glowacz) liberando anche il 5° tiro.

Di seguito pubblichiamo quello che Pietro ci ha scritto sul suo soggiorno all'«Hotel Supramonte» e 'l'altro punto di vista' di Paolino Tassi, indispensabile amico e assicuratore che ha seguito tutta la vicenda dal suo particolare e... 'privilegiato' posto in prima fila.


" Sono in Sardegna a godermi la vita che ti può offrire quest'isola, una vita tanto piacevole soprattutto quando ti rilassi dopo una super scalata. E così, fra un "cannonau", del pecorino e i tanti bagni in mare, eccomi a ripensare alla bellissima salita che qualche giorno fa ho scalato in libera alle Gole del Gorropu.

«Hotel Supramonte» è una super via, di quelle che ti regalano gran divertimento e soddisfazione, di quelle che vale proprio la pena andare a fare. E' in Beat Kammerlander, vecchio leone innamorato cronico dell'arrampicata in tutte le sue forme, che ho trovato il compagno ideale per andare a giocare come bambini su e giù per la gran bella parete della punta Cucuttos.
Questa parete si trova in un posto suggestivo ed isolato ed è un piacere starci attaccati tutto il giorno, cosa che ho fatto con Beat per tre volte, di cui una solo per fare tante foto.

Pietro dal Prà e Lynn Hill
Pietro dal Prà e Lynn Hill
Foto F. Tremolada

arrampicare in Sardegna, Punta Cucuttos
La parete di Punta Cucuttos
Foto N. Hobley

Già al secondo tentativo ho salito rotpunkt il tratto più difficile già liberato. Il terzo tiro, valutato 8b, non è a mio avviso più di 8a+, stessa difficoltà del seguente. Il quinto tiro non era ancora stato salito in libera e si è rivelato il più difficile della via. E' meno strapiombante ed atletico dei precedenti, ma più complicato tecnicamente e molto più intenso per lo sforzo delle dita piuttosto che dei bicipiti. Pur essendo la sezione dura abbastanza breve, penso che questo tratto meriti la valutazione di 8b.

Quando Beat mi ha 'abbandonato'
per andare in giro a scalare con la morosa, sono riuscito a convincere Paolino Tassi, mio grande amico a digiuno di verticale da mesi in seguito ad un infortunio, ad accompagnarmi sulla via. Con lui ho finalmente studiato bene il quinto tiro, ma al momento di farlo non avevo più né pelle né energia.

Due giorni di mare e corse e via ancora con Paolino. Invischiati nei ritmi di una vacanza sarda, da buoni pigroni, abbiamo attaccato molto tardi, non pensando di salire tutta la via. Invece quel giorno ho scalato bene ed ho salito tutti i tiri al primo tentativo, compreso quello duro. Era con noi, ma appeso ad una statica a fotografare, anche Lorenzo Nadali, l'apritore di "Isolitudine", la gran via di artificiale (la sì che ci vuole la vera "pompa") appena a destra di Hotel Supramonte.

Quando ho salito bene il quinto tiro, piuttosto tardi, ho deciso che dovevo terminare la via a tutti i costi e così ho chiesto a Lorenzo di attaccare alla statica che arrivava sulla sponda opposta del canyon i pochi vestiti e il cibo che aveva con sè. Sono partito a vista dal sesto tiro e sono arrivato fino all'ottavo, a due tiri relativamente facili dallo "zoccolo finale", ancora troppo per proseguire senza lampade frontali. Alle 17.30 mi sono calato, ormai al buio, alla bellissima nicchia dell'Hotel Supramonte dove più che dormire ho aspettato che tornasse la luce, senza sacco a pelo e quasi nulla da mangiare. La mattina, non poco intontito, ho salito ancora l'ultimo tratto e poi mi sono calato sulla via.

«Hotel Supramonte» é una via veramente speciale (complimenti a Rolando e Roberto) che pur percorrendo un parete a prima vista molto strapiombante, non impone mai una scalata tanto fisica. Tutte le sequenze dure, eccetto che sul quinto tiro, non sono di difficile intuizione. La chiodatura è falesistica su tutta la prima parte, a tratti più distanziata, ma mai preoccupante, sulla seconda. Andarci a scalare è un piacere che consiglio a tutti i climbers che ne abbiano il livello, soprattutto a quelli fortissimi dell'ultima generazione.

Consigli tecnici: portatevi tre o quattro rinvii lunghi o fettucce per eliminare gli attriti. Se provate più di una volta tendete una corda da 60mt. fra la seconda e la quarta sosta, vi aiuterà nella discesa. Se ci andate, come me, in un periodo di giornate brevi e volete evitare un bivacco, attaccate presto!

Ciao e a tutti buona libera scalata "

Pietro Dal Pra

arrampicare in Sardegna, Gole di Gorropu
L'ingresso della Gole di Gorropu
Foto N. Hobley

"Vista da dietro", ovvero la dura vita del secondo
di Paolo Tassi

Paolo TassiBeh, all'inizio dovevano essere solo quattro tiri, due doppie, magari mi vedevo qualche bel salto come tre giorni prima e la mia giornata di assicuratore sarebbe finita li. L'idea di essere catapultato nel vuoto, dopo mesi di vita orizzontale, provocava nel mio stomaco un certo che, ma quattro tiri con le maniglie li avrei sopportati.

Ma quel giorno Pierino si era trasformato. Saliva come un bruco, tutto sembrava così facile: facevo più fatica io aggrappato ai jumar che lui su quei disegni di appigli. Mentre in altalena arrotolavo sigarette lo sentivo recitare il rosario dei movimenti, e non ne sbagliava uno! Poi, finalmente, il quinto tiro, quello dei salti... Una sigaretta, una pacca sulla spalla, Pierino che si da un'impanata di magnesite alle mani e vai...con il mio bel lasco, pronto a godermi il suo atterraggio vicino a me e poi le doppie, il mare...
E invece no! Spalmato come la nutella, s'allunga, s'accorcia, s'allarga e arriva su! Bravo! E adesso?

Dopo un breve consulto mi invita a dormire in Hotel, e la chiave della stanza sono i miei jumar. Che fare? Non posso togliergli il giochino dalle mani, è troppo felice. Andiamo su! Lui continua la sua danza ed io le mie piroette nel vuoto. In poco arriviamo in Hotel, ancora un tiretto prima di dormire così domani è tutto pronto.

La stanza per noi riservata è fantastica e la cena, poco arrosto ma tanto fumo, fa partire la testa in mille direzioni, la scalata, l'amicizia, i compagni di cordata. Che bel mondo si vive quassù. Il giorno dopo ancora due tiri e arriviamo allo "zoccolo finale": questa via è proprio il contrario di quelle che avevo salito fino a questo momento nella mia vita.

Tutto sommato è stata una bella avventura, ho potuto ammirare dove salgono i migliori scalatori, ho perso la cognizione dello spazio fluttuando nell'aria, ho vissuto con un amico in uno dei suoi Giorni Grandi, in un mondo fantastico...

Ciao Paolino

(nella foto Paolo Tassi - (foto arch.
Guide Alpine Cortina)

intervista a Pietro Dal Prà, gennaio '99

Note:  



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