Orco Trad Meet 2012, una settimana di grande scalata
Grande festa dell'arrampicata trad nella settimana dal 15 al 22 settembre in Valle dell'Orco: la seconda edizione dell’International Trad Climbing Meet è stata un successo, tanto e forse più del primo meeting. Il report di Mauro Penasa (CAAI)
Se nel 2010 si era trattato di un esperimento, accolto con l’entusiasmo che circonda tutte le novità, con una quarantina di climber che avevano trovato pane per i loro denti sulle pareti classiche della Valle, ed un solo gruppetto capitanato da Tom Randall a consumarsi le mani su passaggi allucinanti, il livello tecnico dei partecipanti del Trad Meet 2012 è stato molto alto, a testimonianza dell’interesse che questa disciplina raccoglie presso gli arrampicatori stranieri.
Per cui i soliti quattro gatti, punta di diamante del gruppo, sono stati questa volta spalleggiati da un numero consistente di personaggi in grado di provare i tiri più estremi. Si potrebbe dire che due anni fa l’interesse era soprattutto per la ripetizione delle vie nell’ambiente meraviglioso della Valle, mentre ora un buon numero di climber si è focalizzato sulla salita di tiri duri, duri davvero, e con percentuali di successo sorprendentemente alte.
Molti arrampicatori di buon livello, quindi, più qualche scalatore di fascia top. Quasi nessuno che avesse davvero bisogno di compagnia sulle pareti. Da un lato bene, meno lavoro di organizzazione, d’altro canto viene a perdersi un po’ il carisma dello scalatore di casa che conduce tutto tronfio dei poveretti sull’orrore di tante fessure sprotette – cosa su cui a noi vecchi bastardi è sempre piaciuto fare un po’ conto...
Già, l’orgoglio costruito durante le nostre “grandi imprese” patisce sempre un po’ davanti a chi, meno deciso o privo di esperienza o semplicemente troppo giovane, fin là non si è mai o non si è ancora spinto, ma arrampica sempre inesorabilmente meglio... Quindi per noi “umani-anziani” è indispensabile lavorare sulle motivazioni, mentre ci accodiamo ad ammirare i più forti... Del resto sapete bene che veder scalare un climber di classe è un piacere che merita la rinuncia al “fare vie”, tanto radicato nel DNA di noi vecchietti...
La popolarità della Valle all’estero è cresciuta notevolmente dopo il primo meeting, ed il numero di frequentatori stranieri è molto aumentato. Forse merito dei racconti dei partecipanti, ma soprattutto della guida di Maurizio Oviglia, che ha aumentato a dismisura le possibilità di scelta per la scalata del giorno, valorizzando tutti i vari terreni, dal boulder, dove occhi allenati dicono rimanga molto da fare, ai monotiri e alle via lunghe, per lungo tempo considerate quasi “esaurite”.
Questa nuova popolarità ci ha agevolato nel reperimento di fondi per il Trad Meet 2012, perchè sul territorio hanno dimostrato di crederci. Senza l’aiuto fondamentale di IREN e del Comune di Ceresole Reale il meeting non ci sarebbe stato. Visto che ci siamo, è una buona occasione per ringraziare gli amici, accademici, guide e freelance climber, che hanno accompagnato i nostri ospiti sulle pareti, e in seconda battuta gli sponsor tecnici (Salewa, Millet, Mountainsicks, Kong, Versante Sud), per tutti gadget con cui abbiamo ricoperto i partecipanti.
Questa volta siamo riusciti a portare in Valle 34 climbers provenienti da 16 paesi, più un certo numero di altri stranieri aggregati per tempi più brevi. Tutti hanno potuto scalare insieme, con un tempo sostanzialmente bello che nessuno di noi osava sperare... Buon cibo (tutti vengono in Italia anche per quello), vino discreto, birra a fiumi, tutto ha cospirato a migliorare ancora quella atmosfera naturalmente buona che si instaura tra arrampicatori messi a giocare tra loro. E’ il bello dei meeting quando l’ambiente circostante non è troppo dispersivo, e sicuramente Ceresole Reale non lo è. Una sapiente rotazione nei gruppi e nelle destinazioni (da verificare, di primo acchito nessuno ha osato lamentarsi) hanno poi messo in evidenza la classe di molti partecipanti...
Tanto per dire la prima via di Dave (UK) e Hadi (Iran) è stata Tempi Duri al Caporal, 7b+ in uscita, a testimoniare che l’imponenza del Caporal non ha avuto molto impatto sui nostri amici. Pete (UK) e Carlos (P) sul secondo tiro della Rivoluzione hanno fatto tutti i movimenti e ci sarebbe scappata la libera con qualche giorno in più, se non che per le arrampicate successive hanno preferito risparmiare i polpastrelli e darsi all’incastro selvaggio.
Sul Sergent è difficile fare il conto delle ripetizioni in libera di Cannabis, mentre nel 2010 solo Roberto Vigiani era riuscito a passare (ma a vista e mettendosi le protezioni, cosa che credo quest'anno sia successa a pochi o nessuno – non abbiamo pensato di monitorare le prestazioni dei più forti, non è l’obiettivo principale del meeting, ma solo ora ci rendiamo conto di quanto “lustro” queste realizzazioni possono dare ad una manifestazione...). Anche Michele (Caminati,) boulderista fortissimo con recenti tendenze Trad, ha salito Cannabis in un modo mai visto finora, ammettendo poi tutto candido che non è ancora il suo terreno, specie l’incastro sulle dure fessure della Valle... credetemi, basta avere un po’ di pazienza, non gli manca nulla a inchiodare tutti...
Se abbiamo organizzato i due meeting in Valle dell’Orco è perchè si tratta di un terreno unico per la pratica dell’incastro, questo sappiamo di offrire e per questo la gente viene fin qui. Molti dei nostri ospiti si sono rivelati dei veri maestri. Mai viste tante ripetizioni (al maschile ed al femminile) di Legoland, mai visto passare con tanta semplicità bombamenti insidiosi come Sitting Bull e Incastro Amaro.
La nuova struttura del Cippo Tondo, in mezzo ai boschi di Borgata Fè, è stata saccheggiata, con l’apertura di una nuova fessura neanche considerata da Max, infaticabile ricercatore, e la libera di un bel tetto dato per ora 7c+/8a in attesa che la fessura si ripulisca di alcuni detriti che ostacolano l’incastro.
A concludere la settimana Pete (Whittaker, per chi non l’avesse capito), evidentemente appena scaldato dai giorni precedenti, ha dato spettacolo ripetendo Greenspit, ormai da considerare un testpiece per i top climbers. Pete ha 21 anni, e mi fa un po’ di tristezza, vederlo così giovane e già senza obiettivi per il futuro...
Se i risultati ottenuti in questo meeting non possono quindi che renderci orgogliosi (neanche fosse merito dell’organizzazione...), l’idea del concerto finale è stata geniale, ed è tutta farina del nostro sacco. Da due anni Vincenzo ci pensava... Mescolando suggestioni del Nuovo Mattino, ricordi di gioventù e musica anni ’70, la sua ruvida voce stile Joe Cocker ha fatto esplodere una festa indimenticabile. Il suo gruppo, “Back to the Origin”, 6 musicisti classe ’53, quindi ormai decisamente anziani di fronte a tutti quei ragazzotti, ha dimostrato una tale carica di energia che le pareti della Sala del Grand Hotel tremano ancora... Chi doveva ripartire presto non è nemmeno andato a dormire! Ben fatto, vecchio Sartore!
Ciò che emerge prepotente da questa settimana è la forte impressione che l’interesse per la Valle dell’Orco non sia più solo appannaggio di scalatori “vecchio stampo”, nostalgici della scalata “libera” o adrenalin-dipendenti... anche i giovani climber, focalizzati più sull'alta difficoltà che sulla scalata a vista in Trad, hanno dimostrato di trovarsi del tutto a loro agio su queste pareti, cosa che in fondo c’era prima o poi da aspettarsi, ma soprattutto di trovarle interessanti e stimolanti. Questa è una magia che non deve mai finire di stupirci, e che dobbiamo sfruttare per il futuro di manifestazioni di questo tipo. Che credetemi, sono la fine del mondo!!!
Adesso vi lascio, ci si rivede in Valle tra un paio di anni, che io e Claudio (Picco, l’organizzatore ad alto livello, io faccio solo il basso livello) dobbiamo riposarci un po’...
Mauro Penasa – Club Alpino Accademico Italiano
Per cui i soliti quattro gatti, punta di diamante del gruppo, sono stati questa volta spalleggiati da un numero consistente di personaggi in grado di provare i tiri più estremi. Si potrebbe dire che due anni fa l’interesse era soprattutto per la ripetizione delle vie nell’ambiente meraviglioso della Valle, mentre ora un buon numero di climber si è focalizzato sulla salita di tiri duri, duri davvero, e con percentuali di successo sorprendentemente alte.
Molti arrampicatori di buon livello, quindi, più qualche scalatore di fascia top. Quasi nessuno che avesse davvero bisogno di compagnia sulle pareti. Da un lato bene, meno lavoro di organizzazione, d’altro canto viene a perdersi un po’ il carisma dello scalatore di casa che conduce tutto tronfio dei poveretti sull’orrore di tante fessure sprotette – cosa su cui a noi vecchi bastardi è sempre piaciuto fare un po’ conto...
Già, l’orgoglio costruito durante le nostre “grandi imprese” patisce sempre un po’ davanti a chi, meno deciso o privo di esperienza o semplicemente troppo giovane, fin là non si è mai o non si è ancora spinto, ma arrampica sempre inesorabilmente meglio... Quindi per noi “umani-anziani” è indispensabile lavorare sulle motivazioni, mentre ci accodiamo ad ammirare i più forti... Del resto sapete bene che veder scalare un climber di classe è un piacere che merita la rinuncia al “fare vie”, tanto radicato nel DNA di noi vecchietti...
La popolarità della Valle all’estero è cresciuta notevolmente dopo il primo meeting, ed il numero di frequentatori stranieri è molto aumentato. Forse merito dei racconti dei partecipanti, ma soprattutto della guida di Maurizio Oviglia, che ha aumentato a dismisura le possibilità di scelta per la scalata del giorno, valorizzando tutti i vari terreni, dal boulder, dove occhi allenati dicono rimanga molto da fare, ai monotiri e alle via lunghe, per lungo tempo considerate quasi “esaurite”.
Questa nuova popolarità ci ha agevolato nel reperimento di fondi per il Trad Meet 2012, perchè sul territorio hanno dimostrato di crederci. Senza l’aiuto fondamentale di IREN e del Comune di Ceresole Reale il meeting non ci sarebbe stato. Visto che ci siamo, è una buona occasione per ringraziare gli amici, accademici, guide e freelance climber, che hanno accompagnato i nostri ospiti sulle pareti, e in seconda battuta gli sponsor tecnici (Salewa, Millet, Mountainsicks, Kong, Versante Sud), per tutti gadget con cui abbiamo ricoperto i partecipanti.
Questa volta siamo riusciti a portare in Valle 34 climbers provenienti da 16 paesi, più un certo numero di altri stranieri aggregati per tempi più brevi. Tutti hanno potuto scalare insieme, con un tempo sostanzialmente bello che nessuno di noi osava sperare... Buon cibo (tutti vengono in Italia anche per quello), vino discreto, birra a fiumi, tutto ha cospirato a migliorare ancora quella atmosfera naturalmente buona che si instaura tra arrampicatori messi a giocare tra loro. E’ il bello dei meeting quando l’ambiente circostante non è troppo dispersivo, e sicuramente Ceresole Reale non lo è. Una sapiente rotazione nei gruppi e nelle destinazioni (da verificare, di primo acchito nessuno ha osato lamentarsi) hanno poi messo in evidenza la classe di molti partecipanti...
Tanto per dire la prima via di Dave (UK) e Hadi (Iran) è stata Tempi Duri al Caporal, 7b+ in uscita, a testimoniare che l’imponenza del Caporal non ha avuto molto impatto sui nostri amici. Pete (UK) e Carlos (P) sul secondo tiro della Rivoluzione hanno fatto tutti i movimenti e ci sarebbe scappata la libera con qualche giorno in più, se non che per le arrampicate successive hanno preferito risparmiare i polpastrelli e darsi all’incastro selvaggio.
Sul Sergent è difficile fare il conto delle ripetizioni in libera di Cannabis, mentre nel 2010 solo Roberto Vigiani era riuscito a passare (ma a vista e mettendosi le protezioni, cosa che credo quest'anno sia successa a pochi o nessuno – non abbiamo pensato di monitorare le prestazioni dei più forti, non è l’obiettivo principale del meeting, ma solo ora ci rendiamo conto di quanto “lustro” queste realizzazioni possono dare ad una manifestazione...). Anche Michele (Caminati,) boulderista fortissimo con recenti tendenze Trad, ha salito Cannabis in un modo mai visto finora, ammettendo poi tutto candido che non è ancora il suo terreno, specie l’incastro sulle dure fessure della Valle... credetemi, basta avere un po’ di pazienza, non gli manca nulla a inchiodare tutti...
Se abbiamo organizzato i due meeting in Valle dell’Orco è perchè si tratta di un terreno unico per la pratica dell’incastro, questo sappiamo di offrire e per questo la gente viene fin qui. Molti dei nostri ospiti si sono rivelati dei veri maestri. Mai viste tante ripetizioni (al maschile ed al femminile) di Legoland, mai visto passare con tanta semplicità bombamenti insidiosi come Sitting Bull e Incastro Amaro.
La nuova struttura del Cippo Tondo, in mezzo ai boschi di Borgata Fè, è stata saccheggiata, con l’apertura di una nuova fessura neanche considerata da Max, infaticabile ricercatore, e la libera di un bel tetto dato per ora 7c+/8a in attesa che la fessura si ripulisca di alcuni detriti che ostacolano l’incastro.
A concludere la settimana Pete (Whittaker, per chi non l’avesse capito), evidentemente appena scaldato dai giorni precedenti, ha dato spettacolo ripetendo Greenspit, ormai da considerare un testpiece per i top climbers. Pete ha 21 anni, e mi fa un po’ di tristezza, vederlo così giovane e già senza obiettivi per il futuro...
Se i risultati ottenuti in questo meeting non possono quindi che renderci orgogliosi (neanche fosse merito dell’organizzazione...), l’idea del concerto finale è stata geniale, ed è tutta farina del nostro sacco. Da due anni Vincenzo ci pensava... Mescolando suggestioni del Nuovo Mattino, ricordi di gioventù e musica anni ’70, la sua ruvida voce stile Joe Cocker ha fatto esplodere una festa indimenticabile. Il suo gruppo, “Back to the Origin”, 6 musicisti classe ’53, quindi ormai decisamente anziani di fronte a tutti quei ragazzotti, ha dimostrato una tale carica di energia che le pareti della Sala del Grand Hotel tremano ancora... Chi doveva ripartire presto non è nemmeno andato a dormire! Ben fatto, vecchio Sartore!
Ciò che emerge prepotente da questa settimana è la forte impressione che l’interesse per la Valle dell’Orco non sia più solo appannaggio di scalatori “vecchio stampo”, nostalgici della scalata “libera” o adrenalin-dipendenti... anche i giovani climber, focalizzati più sull'alta difficoltà che sulla scalata a vista in Trad, hanno dimostrato di trovarsi del tutto a loro agio su queste pareti, cosa che in fondo c’era prima o poi da aspettarsi, ma soprattutto di trovarle interessanti e stimolanti. Questa è una magia che non deve mai finire di stupirci, e che dobbiamo sfruttare per il futuro di manifestazioni di questo tipo. Che credetemi, sono la fine del mondo!!!
Adesso vi lascio, ci si rivede in Valle tra un paio di anni, che io e Claudio (Picco, l’organizzatore ad alto livello, io faccio solo il basso livello) dobbiamo riposarci un po’...
Mauro Penasa – Club Alpino Accademico Italiano
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