Oceano di silenzio e Il Mare d'Inverno: due vie lunghe sopra il mare di Maratea in Basilicata

Il report di Riccardo Quaranta che sulla costa che va da Acquafredda a Sapri (Maratea, Basilicata) ha aperto le vie di più tiri 'Oceano di silenzio' e 'Il Mare d'Inverno'.
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L'apertura di 'Mare d'Inverno' a Maratea in Basilicata (Oreste Bottiglieri, Riccardo Quaranta 06/2023)
Riccardo Quaranta

Carlo Magnabosco mi chiedeva, guardando ogni tanto le immagini che pubblicavo, circa la possibilità di aprire qualcosa tipo Gaeta dalle parti sue: arrampicata a picco sul mare, la fusione di due mondi apparentemente lontani ed invece tanto vicini. Da una perlustrazione di diversi giorni, con l’aiuto del drone di Johnny Montesano, lo scorso maggio nacque l’idea che poi si sarebbe concretizzata in Oceano di Silenzio, la prima via aperta sulla porzione di costa a picco sul mare nel territorio di Acquafredda.

Si tratta di un itinerario totalmente attrezzato a fix, su roccia da buona ad ottima. L’esposizione è SO, partendo la mattina presto è possibile percorrerlo anche d’estate, oppure nel tardo pomeriggio, godendo sempre di uno spettacolare scenario sul mare. Per ripetere la via bisogna prima effettuare 4 calate in corda doppia per raggiungere la base e poi risalire i tiri in arrampicata.

Durante l’apertura di Oceano di silenzio non mi era sfuggito quel bel pilastro di roccia nera e compatta che si innalzava una quindicina di metri a sinistra dell’attacco dell’itinerario su cui stavo lavorando.

L’idea di aprire un’altra linea fu immediata e come tutti i tarli ha finito per albergare costantemente nella mia testa, tra una sortita sulle Alpi e un po’ di lavori dalle mie parti. Era lì ad aspettarmi, come ogni tanto Carlo mi ricordava..

Quindi mi decido a sedermi al pc e, calendario davanti, scegliere in quale buco inserire 2-3 gg di lavoro per realizzarla. Quindi in perfetto stile “elettrocardiogramma dell’Italia”, rientro da una settimana zona Monte Bianco, tempo di organizzare materiali e pensieri ed eccomi nuovamente alle 5 di mattina col sedere sull’auto, direzione Maratea.

Le premesse non sono delle migliori, visto che un incidente mi causa più di un’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Comunque tengo duro, passo da Carlo a prendere il carico di fittoni resinati (delle sberle M10x150!!) e mi dirigo verso Acquafredda. Sul posto di "lavoro" c’è già Oreste che ho voluto coinvolgere visto il lavoro che sta dedicando a quel territorio, con l'apertura di due nuove falesie e l’accompagnamento sulla ferrata. Lo trovo già all’opera su quello che diventerà l’ultimo tiro. Un rapido saluto, mi dice che purtroppo dovrà andar via nel pomeriggio per una serie di circostanze, comunque cerco di affiancarlo nella pulizia e nella tracciatura. Ma posso fare poco visto che è giusto sotto di me intento a pulire un bellissimo diedro di roccia grigia.

Dopo qualche ora ci diamo il cambio, Oreste mi lascia ma ci scambiamo un po’ di idee su quello che ha visto della linea e la possibilità di ricongiungerla al pilastrino di cui gli avevo accennato. Lavorare su una parete esposta a SO con più di trenta gradi non è esattamente la cosa più facile che si possa fare. Tuttavia la motivazione è tanta ed il caldo non mi ferma nella discesa inesorabile verso il pelo d’acqua. Il pilastrino iniziale si conferma un pilastro di bellissima roccia, che fa pensare ad alcuni tratti della scogliera di Pranu Sartu in Sardegna.

Seguiranno altri due giorni tra pulizia, foratura (circa 50 fori M12 per 150mm non sono una barzelletta!) e la resinatura per rendere il lavoro più longevo ed affidabile possibile.. ma nonostante gli sforzi devo lasciare Maratea con la linea che ha bisogno della pulizia finale prima di essere percorsa; non posso restare oltre ma è un lavoro che andrà fatto. Ci penserà Oreste dedicando un’altra giornata alla sola pulizia e al disgaggio delle linee di calata (la seconda e la terza non corrispondono con la linea di salita).

Beh è trascorso quasi un anno dall’apertura e finalmente qualche giorno fa ho diretto la prua verso Maratea ed ho potuto finalmente (ma non dopo un’ulteriore rifinitura nella pulizia delle calate..) ripetere anche io Il mare d’inverno insieme a Corrado. Finalmente ho potuto godere un po’ il frutto delle lunghe giornate trascorse a lavorare sulla via.

L’atmosfera è sempre di estrema pace ed isolamento, non se ne pentiranno gli scalatori che amano uscire fuori dalle rotte più blasonate. Inoltre la ricettività, soprattutto fuori dalla stagione balneare, è ancora alla portata di tutti e non è male l’idea di conciliare mare ed arrampicata. Mi auguro che questo articolo possa aver suscitato la curiosità degli appassionati e che la frequentazione verticale di questi luoghi possa crescere, ma sempre nel rispetto di ambienti così spettacolari!

Grazie a Campo Base Outdoor Roma e Parbat Design per il supporto.

di Riccardo Quaranta, Guida Alpina

Link: www.riccardoclimbing.com

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