Gran Sasso e l'arrampicata trad alle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo

Sul Gran Sasso, più precisamente alle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo, la guida alpina Riccardo Quaranta ha salito una serie di fessure, diedri e camini. Una nuova zona di arrampicata trad nel cuore della montagna più alta dell' Appennino centrale.
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Gran Sasso: arrampicata trad alle Fiamme di Pietra del Corno Piccolo
archivio Riccardo Quaranta

Sono passato tante volte alla base delle "Fiamme di Pietra" e non è mancata occasione che mi fermassi ad osservare quelle bellissime strutture che si protendono davvero come fiamme verso il cielo. Tutte o quasi solcate da bellissime fessure. Le "Fiamme" sono, più tecnicamente, una serie di guglie della propaggine meridionale del Corno Piccolo, fratello "minore" del Corno Grande, nel massiccio del Gran Sasso. Proprio quelle belle fessure, diedri e camini e, più recentemente, placche, hanno da sempre attirato tanti alpinisti che vi hanno tracciato vie soventi molto piacevoli, su roccia da molto buona ad ottima, seppur con uno sviluppo che non supera i 120 m.

Il mio pensiero è stato quello di dare significato e valore anche a tanti monotiri che non fossero tiri iniziali di vie precedentemente aperte: tante linee che sembravano - dal basso - assai accattivanti, anche se la loro lunghezza non superava la trentina di metri. Le idee che si ripropongono diventano chiodi fissi: ad un certo punto bisogna dare loro concretezza. Così è stato, in questa bella e lunga estate 2019 in cui ho trascorso diverse giornate in quel luogo speciale ed affascinante, a cavallo tra i due Corni.

Le regole del gioco
Come per tutti i giochi, io e i miei compagni di apertura, ci siamo dati delle regole. La prima è stata quella di NON attrezzare con protezioni fisse i tiri, quindi di lasciarli "clean" o, tradotto in un linguaggio più popolare, da salire con protezioni mobili. Questa prima "regola" ha fatto sì che fossero fessure e diedri fessurati le linee prese in considerazione. La seconda regola è stata quella di salire dal basso a vista senza prima provare il tiro. Questo forse è stato l’aspetto più stimolante del nostro gioco: non sapere di preciso a cosa si sarebbe andato incontro, guidati semplicemente dalla bellezza del tracciato intuito. È stato conservato il valore di un’apertura in stile alpinistico seppur, tranne per due itinerari, si è trattato di vie di una sola lunghezza. La terza regola è stata quella di attrezzare con fix e anelli di calata le soste: tutti i tiri hanno la sosta a fix inox 12mm di modo da rendere agevole la moulinette.

Il gioco
Il risultato sono stati 17 vie di trad climbing aperte; di queste 2 sono a più tiri e su una di queste è stato usato un fix di protezione lungo un tiro, quindi un solo fix di progressione adoperato per 17 vie. Uno dei tiri coincide con la prima lunghezza di una bellissima via di Francesco e Carlo Catonica ("Excalibur" di cui forse ho anche fatto la prima rp): con il parere degli apritori ho attrezzato una sosta che consente di salirne anche solo il primo tiro in moulinette. Le altre linee non sono riportate nelle relazioni delle vie aperte in quel settore, ma ciò non esclude che qualcuna possa essere stata salita in precedenza. Ovviamente sono a disposizione di chi, riconoscendo qualche salita, ne voglia chiarire la "paternità" e pronto a cambiare le indicazioni riportare nella relazione; i testi consultati per le informazioni sulle vie pre-esistenti li trovate nella bibliografia. A quest’ultima si rimanda anche per reperire informazioni circa l’accesso all’area qui trattata.

Consigli per l'uso
Le difficoltà variano dal 5a al 7a+/7b; per le vie di continuità, nell’attribuire il grado, è stato tenuto conto del fatto che bisogna proteggersi e per aggiudicarsi la "libera" del tiro bisogna farlo ogni volta che la si ripete: alias "non vale" lasciare le protezioni in posto e salire da primi! Per la proteggibilità ed il rischio è stata adoperata la scala Oviglia - Svab - Tondini. Generalmente, per i tiri più impegnativi, è possibile provarli con corda dall’alto, corda che può essere montata salendo da vie più semplici ai lati. Con corda da 60m è possibile salire in moulinette tutte le vie (fare sempre comunque il nodo all’estremità) e con un po’ di attenzione gran parte dei tiri sono scalabili anche con corda da 50m. Valutare l’eventuale uso di mezze corde per ridurre il carico sull’ultima protezione in caso di volo. Una serie di friend dallo 0.3 al 3 (numerazione BD) ed una serie di nut è generalmente sufficiente, eccetto dove diversamente indicato nelle relazioni.

Questo è uno dei settori più caldi del Corno Piccolo, avendo esposizione prevalente a S-SW, quindi è possibile arrampicare dalla primavera al primo autunno, neve permettendo; ricordare che ci si trova sempre sui 2400 m circa slm e che l’ambiente è prettamente alpino. A 15’ dalle pareti è sito il Rifugio Franchetti che quindi può rappresentare un ottimo punto di appoggio anche per permanenze di più giorni (ha 24 posti letto più un locale invernale che resta sempre aperto).

Semmai ce ne fosse bisogno, sottolineo che NON si tratta di una falesia di arrampicata sportiva, ma di un sito d’avventura, nonostante la brevità degli itinerari: intraprendere quindi le salite solo se in possesso della giusta formazione e capacità tecnica, iniziando da vie con grado ben al di sotto di quello che si padroneggia su terreno sportivo. Valutare sempre la qualità della roccia anche per il fatto che può modificarsi con le stagioni; è ovviamente obbligatorio l’uso del casco. Sulla quasi totalità delle soste è necessaria la manovra con anello chiuso. Non smetterò mai di ripeterlo: rispettare tutto dell’ambiente in cui scaliamo e trascorriamo il nostro tempo, riportare a valle ogni forma di rifiuto!

Ringraziamenti
Grazie a chi mi ha supportato anche in questo progetto, oltre che nella mia attività: il materiale per le soste è stato fornito dalla Climbing Technology e dal negozio specializzato Campo Base Roma. Altro ringraziamento va allo staff del Rifugio Franchetti che mi ha fornito supporto logistico nelle diverse giornate di lavoro. Last but not least i compagni di cordata che mi hanno affiancato, spesso sobbarcandosi zaini pesanti e lunghe attese alla base dei tiri: Laura D’Alessandro, Francesco Chiacchiarini, Veronica Sardini, Giuliano Tarquini, Christian Menei. Grazie di cuore!

Bibliografia
Gran Sasso D’Italia L. Grazzini - P. Abbate, Ed. CAI-TCI
Il chiodo fisso P. Ledda, Ed. Il lupo
Gran Sasso A. Bazzucchi - I. Brutti, Ed. Versante Sud
Biblioteca CAI Roma aggiornamenti on line della guida TCI: http://bibliocairoma.it

LE VIE DI ARRAMPICATA TRAD
Accesso ai vari settori
Il settore "Guardiano degli Inferi" è il più basso di quelli presenti nel "Vallone dei Ginepri" e si raggiunge scendendo qualche decina di metri più in basso rispetto all’attacco della ferrata Danesi. Il settore "Danesi" invece è situato proprio in corrispondenza dell’attacco della ferrata, prima del caratteristico forcellino dove attacca la via "Valeria". Il settore "Triestini" si sviluppa a monte dell’attacco della via omonima, risalendo quindi verso la sella dei due Corni. Continuando a risalire il ghiaione in direzione della sella, poco prima dell’attacco della via "Chiaraviglio", si incontra il settore "Punta dei due"; un solo itinerario di questo settore si attacca dal versante E ("I’m on fire"), a tutti gli altri si accede dal medesimo versante degli altri settori (S).

Settore Guardiano degli Inferi
1. Guardiano degli inferi, 17m, 5c, R1, 1L R.Quaranta - C. Menei il 28/08/2019 Attacca lungo un evidente e largo diedro-camino presto sbarrato da un netto tetto. Percorrere la fessura (un po’ erbosa) di dx del camino fino al tetto squadrato, superarlo uscendo a dx su bella placca. Continuare fino ad un secondo tettino, superarlo sfruttando sempre la fessura di dx fin dove questa si fa verticale e larga. Da qui traversare a prendere una fessura sulla parete di sx (CL) evitando la larga fessura con massi incastrati, poi dritti fino alla sosta.

Settore Danesi
1. Excalibur 28m, 6a+ R1, Francesco e Carlo Catonica nel 1996. Probabile I rp di R. Quaranta agosto 2019. Si tratta di una via pre-esistente a cui è stata attrezzata la prima sosta per poter ripetere il tiro in moulinette. Attacca a sx della "Via Del Tetto" per una spettacolare fessura obliqua da dx a sx; si può attaccare anche più centralmente in corrispondenza di grandi blocchi (attacco qui descritto). Salire in linea con un’evidente grande scaglia conficcata in una fessura, raggiungerla e sfruttarla per accedere alla lama soprastante. Con bellissima arrampicata salire la lama fin dove diventa sottile fessura. Dove questa muore traversare a dx (passo chiave) a prendere un’ottima fessura poco visibile e seguirla fino alla sosta posta sotto un grande masso (se si vogliono percorrere anche gli altri tiri, tralasciare la sosta a fix, traversare sotto il masso a sx e sostare su comodo terrazzino).

2. Mezzogiorno di fuoco 25m, 6a+/b, R1, 1L R. Quaranta - C. Menei il 28/08/2019 Linea elegante che collega due fessure ben visibili. Attacca su una netta fessura che risulta in linea con il margine sx di un grande scudo presente più in alto. Salire la bella fessura con arrampicata di incastro fin dove muore sotto lo scudo. Attaccare la fessura che ne delimita il margine sx con arrampicata continua e poco prima che si esaurisca traversare un metro a dx fino ad un punto di riposo; riprendere a salire il margine sx con difficoltà minori fino in sosta. A dx c’è la sosta di Dora keeps on singing.

Settore Triestini
1. Stairway to hell! 15m, 7a, R2, 1L. R. Quaranta - V. Sardini 12/9/2019 Via splendida in costante diagonale, l’unica pecca è che è troppo corta. Attacca in comune con la successiva per poi traversare a sx a prendere una evidentissima e netta fessura diagonale da dx a sx. La sosta è posta poco al di sotto di quella del primo tiro della "via dei Triestini".

2. Tears of the dragon 24m, 7b, R1, 1L. R. Quaranta - V. Sardini 12/9/2019 La più dura delle vie del progetto #tradclimbingflames: partenza in deciso strapiombo che accompagna la scalata d’incastro per diversi metri; boulder a metà ed uscita non scontata. Grande ed evidente fessura leggermente obliqua da sx a dx, attacca pochi metri a monte (dx) della "Via dei Triestini", in corrispondenza di un tratto strapiombante di roccia gialla. Superata la sezione strapiombante, affrontare un passo impegnativo per entrare in una specie di diedro chiuso da cui si esce a dx per fessura di mano (attenzione alla roccia non ottima qui) ed infine si perviene alla sosta. Materiale: serie completa di friend dal 0.4 al 4 BD, doppiata nelle misure 2 e 3

3. Eternal Flame 18m, 6b, R1, 1L R. Quaranta - G. Tarquini 5/9/2019 Esigente off-width iniziale, poi fessura da incastro di mano e pugno. Attacca su una larga fessura strapiombante in corrispondenza di una bandierina del CAI. Superare il tratto strapiombante con faticosa arrampicata off-width, proseguire con spettacolare arrampicata lungo la fessura fino ad un tratto più verticale. Qui uscire leggermente a dx della fessura a pinzare rivoli fantastici. Utile, ma non indispensabile, un friend n. 5 BD per la sezione iniziale.

4. Electric eye 22m, 5a+, R1, 1L R. quaranta - G. Tarquini 5/9/9/2019 Via varia e didattica. Attacca 4-5 m a dx di "Eternal Flame". Inizio leggermente strapiombante, poi prende la fessura a sx di una specie di pulpito (a dx passa la successiva), segue un tratto facile, poi ultimi metri su una bella placca grigia a cui si accede con un ribaltamento su una lama (proteggersi prima del passo!). Sosta con due fix collegati da cordone rosso.

5. Devil’s kiss 22m, 5a+, R1, 1L R. Quaranta - V. Sardini 5/9/2019 Via varia e didattica. Attacca 3 m. a dx della precedente, quasi sullo spigolo. Dallo spigolo traversare a sx (si evita così l’attacco leggermente appoggiato), poi per fessura che borda il lato dx di una specie di pulpito, segue un tratto facile, poi poi ultimi metri su una bella placca grigia a cui si accede con un ribaltamento su una lama (proteggersi prima del passo!). Sosta con due fix collegati da cordone rosso.

6. Devil’s ridge 22m, 5b+ R. Quaranta - V. Sardini 5/9/2019 (top rope) Bello spigolo con roccia stupenda, salito solo in top rope. Possibile salire la via proteggendosi ma ha un lungo tratto improteggibile nella sezione centrale. Attacca sullo spigolo che delimita il bordo dx di questo settore. Seguire delle piccole fessure , poi placca stupenda ed infine raggiungere la sosta di "Devil’s kiss".

7. Total eclipse, 30m, 5a, R1, 1L. R. Quaranta - L. D’Alessandro il 9/08/2019 Attacca pochi metri a dx della variante "Gigi Mario" alla via dei Triestini, lungo un diedro fessurato ben netto sul suo lato sx. Si sale in direzione del diedro, si supera un chiodo e ci si tiene lungo lato sx del diedro. In alto leggermente a dx, senza salire sulla placca all’inizio ma solo al termine del pilastro.

8. Light my fire, 25m, 5b, R1, 1L. R. Quaranta - F. Chiacchiarini il 9/08/2019 Bella e varia. Attacca in comune con "Total Eclipse". dopo il chiodo prendere a dx per una larga fessura, superare un tratto leggermente strapiombante ma mai difficile fino a sostare prima che la parete si appoggi.

Settore Punta dei due - versante SE
1. 666, 28m, 6c-6c+, R2, 1L. R. Quaranta - L. D’Alessandro il 9/08/2019 Fessura estetica, continua ed impegnativa. Attacca sul lato dx del diedro del primo tiro di "Maiali nello spazio" a cui poi in alto si ricollega. Si raggiunge la base della fessura con un passaggio boulder non proteggibile (attenzione!), poi lungo la fessura aggettante per tutta la lunghezza, ma ben appigliata. Quando termina si traversa a sx verso il diedro-fessurato. Infine lungo questo alla sosta posta al termine delle difficoltà.

2. Flight of Icarus, 28m, 6a+, R1, 1L. R. Quaranta - L. D’Alessandro il 9/08/2019 Interessante sistema di fessure. Attacca 1 m a sx di "Light my fire". Segue la fessura di dx per poi spostarsi su quella di sx ed infine per placca appoggiata alla sosta.

3. Light my fire, 14m, 5b, R1, 1L. R. Quaranta - F. Chiacchiarini il 9/08/2019 Bel diedro fessurato. Attacca poco più in basso di "Lucifer Sam": segue il netto diedro e termina con un ribaltamento atletico su comodo terrazzino.

4. Lucifer Sam, 18m, 5a, R1, 1L. R. Quaranta - L. D’Alessandro il 20/08/2019 Attacca appena a sx dell’inizio della via Chiaraviglio, in corrispondenza di una larga fessura all’inizio leggermente strapiombante; segue poi una zona più facile per infine risalire una specie di fessura-scaglia.

5. Firewall 50m, 6c, R1, 2L. R. Quaranta - C. Menei - L. D’Alessandro in libera dal basso il 13/09/2019
Via che mescola lo stile di fessura su placca appoggia nel primo tiro ad un secondo tiro sostenuto. Attacca sul lato dx del camino della via "Chiaraviglio" lungo un diedro articolato.
L1, 20m, 5a+ Percorrere il diedro per 3-4 m, poi spostarsi a sx a prendere un diedrino fessurato che obliqua da dx verso sx. Al termine di questo dritti per scaglie fino ad una zona appoggiata, sotto una zona strapiombante con roccia gialla. Sosta con due fix collegati.
L2, 30m, 6c Dalla S1 traversare delicatamente a sx (fix), quasi in orizzontale continuare fino ad una evidente fessura leggermente strapiombante. Affrontarla con arrampicata continua d’incastro e seguirla con difficoltà decrescenti fino ad una specie di cengia. Da qui portarsi sullo spigolo a dx ed infine sulla sommità del pilastro.
Discesa
Con corda singola da 50m: da S2 a S1 e da questa alla base della parete; con mezze da 50 o 60 da S2 direttamente alla base.
Materiale
Corda singola da 50m o mezze corde, serie completa di friend dal n. 0.4 al 3 BD, set di dadi, cordini e fettucce.

Settore Punta dei due - primo avancorpo - versante E
6. I’m on fire, 70m 6b, R2, 3L. R. Quaranta - L. D’Alessandro il 20/08/2019 in libera dal basso
Itinerario che si svolge sul lato E del settore delle Fiamme e che collega due belle sezioni di arrampicata in fessura intervallate da un tiro di collegamento. Molto suggestivo l’arrivo in punta.
L1, 20m, 6b. Si attacca il diedro sulla fessura di sx, inizialmente con facile arrampicata, poi la difficoltà si fa continua (6a+); si supera un tratto strapiombante verso sx (6b) e si prosegue con faticosa arrampicata di incastro fin dove la parete si appoggia. Sosta su due fix.
L2, 20m 4a. In leggero obliquo verso sx su placca a rigole bellissime (4a) si perviene ad una zona di blocchi ed infine ad una grande e comoda cengia. Sosta su spuntone da attrezzare.
L3, 30m, 6b. Si attacca con tecnica Dulfer un netto diedro fessurato per i primi 6m (6b continuo) che diviene poi stretto camino. Si prosegue per questo con tecnica di incastro (friend incastrato, passo di 6a+) con difficoltà decrescenti. Si perviene ad un’ampia cengia. Sosta su due fix attrezzata per la doppia (in comune con il primo tiro della "Canzone del Maggio")
Discesa

Con una doppia da 30m si arriva alla base di L3, da qui lungo la cengia facilmente a piedi alla Sella dei due Corni.
Materiale

Corda singola da 60m, serie completa di friend dal n. 0.4 al 3 BD, dadi medio-grandi, cordini e fettucce.

di Riccardo Quaranta
Guida Alpina www.riccardoclimbing.com

SCHEDA: Fiamme di Pietra, Corno Piccolo, Gran Sasso




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