Monte Pelmo, due vie di arrampicata per Paolo Michielini
Il racconto di Paolo Michielini dell'apertura, in solitaria, di due vie nel gruppo del Monte Pelmo (Dolomiti), la via Bonafede - Giustina e la via Nino Rizzardini.
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La Torre dei Bellunesi sul Monte Pelmo e le due vie aperte da Paolo Michelini
Paolo Michielini
Settembre 2008 – Torre Nino Rizzardini – parete sud.
I colori autunnali mi hanno sempre affascinato, soprattutto quelli che si trovano in montagna e negli acquerelli del “Nino”… dove sono riuscito a riprovare le stesse emozioni. E’ arrivato settembre e lei si svuota nuovamente, come ogni anno, dei pigmenti artificiali degli zaini e delle giacche in Gore-tex per lasciare spazio a quelli naturali della natura, fatta di larici e faggi ingialliti, di brina mattutina che ricopre i prati ancora verdi. Così salgo ancora una volta quassù, dove il "Nino" mi ha descritto tante volte la traccia dei camosci che supera la barriera di mughi sopra la Val de Cuna. Raggiungo la base dello spallone sud, risalgo il ghiaione e attraverso verso destra, lì dove iniziano le rocce, alla base di un profondo camino strapiombante. La mia idea è di salire per il diedro di destra, appena a sinistra del regolare spigolo che delimita la torre dal versante est. Sono ormai alto da quella che è la base dello spallone sud e la Dambra si vede già, con il suo immenso strapiombo giallo, stesso strapiombo che ho salito parecchi anni prima con Mirco Gazzola lungo la via Ferrazzuto.
Mi preparo, sistemo la sosta con un paio di chiodi e parto. Arrivo al diedro verticale, qualche friend, arrivo sotto allo strapiombo che lo chiude e attraverso a destra fino ad una piccola cengia. Salgo verso destra a prendere una serie di placche leggermente appoggiate, sempre sulla verticale della cima fino al diedro finale che mi fa sbucare proprio sulla cima della torre: di fronte a me la Pala Sud con la via Rizzardini – Pozzobon che già ho salito in solitaria nel ‘95. Le difficoltà, a parte il diedro iniziale di sesto inferiore, non superano il quinto e l’arrampicata è proprio divertente. Per un attimo mi vengono in mente i consigli del "Nino" e il rimpianto di non essere mai stato legato alla sua corda di canapa che ora rimane appesa nel suo tabià di Coi in Val di Zoldo… Grazie Nino, e questa piccola torre voglio ricordarla con il tuo nome.
2 Novembre 2011 – Torre Bonafede – Giustina, parete sud.
… solito avvicinamento, solito diedro grigio verticale e invece di volgere a destra verso la torre "Nino Rizzardini", continuo per il camino di terzo e quarto grado con passo di quinto che mi porta ad una grande terrazza detritica, da quassù la Torre dei Bellunesi con il suo salto giallo e strapiombante finale fa veramente impressione. Il mio obiettivo invece è la piccola torre gialla appena sotto. Qui, la parete della torre è incisa al suo centro da una fessura verticale: sistemo la sosta, lego un capo della corda, metto il Grigri come auto-assicura e salgo tra le pance strapiombanti appena a destra della spaccatura. Forse sesto grado, e per entrare passo sul lato sinistro della fessura, quinto grado e, cercando i punti deboli, dopo una cinquantina di metri arrivo sulla cima, con difficoltà decrescenti dal quinto al terzo grado... Sono quassù e guardo la Dambra lì in basso che appare come un sentinella a guardia di questa roccaforte. Rocce che tanto danno a chi le scala ma anche a chi le contempla dal fondovalle, memorie che cerchiamo di lasciare a chi passerà dopo di noi, magari inseguendo i medesimi sogni o solo per non dimenticare chi lassù continua a vivere nei nostri cuori.
TORRE BONAFEDE-GIUSTINA (toponimo proposto) – non quotata
Via Bonafede-Giustina
Apritore: Paolo Michielini il 02/11/2011
Lunghezza: 240 mt.
Difficoltà: Dal 4° al 6, roccia buona
Esposizione: Sud
Materiale: Sono rimaste attrezzate solo le soste con chiodi normali.
Discesa: in doppie attrezzate
TORRE NINO RIZZARDINI (toponimo proposto) – non quotata
Via Nino Rizzardini
Apritore: Paolo Michielini nell’ Agosto 2009
Lunghezza: 200 mt.
Difficoltà: Dal 4° al 6- roccia buona
Esposizione: Sud
Materiale: Sono rimaste attrezzate solo le soste con chiodi normali.
Discesa: in doppie attrezzate
Note: I primi tre tiri sono in comune con la via delle Torre Bonafede-Giustina.
Le vie sono state aperte in solitaria auto-assicurato, usando chiodi normali e friends. A metà dell’ultimo tiro della torre Bonafede-Giustina si trova un dado incastrato di passaggio e la sosta poco sotto la cima. Le torri, a quanto ne sò io, non sono mai state salite e come propongo di dedicarle una ad un mio carissimo amico scomparso nel 2005, il pittore Nino Rizzardini e cresciuto nella frazione di Coi in Val di Zoldo ai piedi del Pelmo, e l'altra ai due soccorritori di San Vito di Cadore, Alberto Bonafede e Aldo Giustina. Sono due torri ben visibili sia salendo dal paese di Coi in Val di Zoldo, sia dal versante di Zoppè di Cadore salendo al Rifugio Venezia.
Paolo Michelini
I colori autunnali mi hanno sempre affascinato, soprattutto quelli che si trovano in montagna e negli acquerelli del “Nino”… dove sono riuscito a riprovare le stesse emozioni. E’ arrivato settembre e lei si svuota nuovamente, come ogni anno, dei pigmenti artificiali degli zaini e delle giacche in Gore-tex per lasciare spazio a quelli naturali della natura, fatta di larici e faggi ingialliti, di brina mattutina che ricopre i prati ancora verdi. Così salgo ancora una volta quassù, dove il "Nino" mi ha descritto tante volte la traccia dei camosci che supera la barriera di mughi sopra la Val de Cuna. Raggiungo la base dello spallone sud, risalgo il ghiaione e attraverso verso destra, lì dove iniziano le rocce, alla base di un profondo camino strapiombante. La mia idea è di salire per il diedro di destra, appena a sinistra del regolare spigolo che delimita la torre dal versante est. Sono ormai alto da quella che è la base dello spallone sud e la Dambra si vede già, con il suo immenso strapiombo giallo, stesso strapiombo che ho salito parecchi anni prima con Mirco Gazzola lungo la via Ferrazzuto.
Mi preparo, sistemo la sosta con un paio di chiodi e parto. Arrivo al diedro verticale, qualche friend, arrivo sotto allo strapiombo che lo chiude e attraverso a destra fino ad una piccola cengia. Salgo verso destra a prendere una serie di placche leggermente appoggiate, sempre sulla verticale della cima fino al diedro finale che mi fa sbucare proprio sulla cima della torre: di fronte a me la Pala Sud con la via Rizzardini – Pozzobon che già ho salito in solitaria nel ‘95. Le difficoltà, a parte il diedro iniziale di sesto inferiore, non superano il quinto e l’arrampicata è proprio divertente. Per un attimo mi vengono in mente i consigli del "Nino" e il rimpianto di non essere mai stato legato alla sua corda di canapa che ora rimane appesa nel suo tabià di Coi in Val di Zoldo… Grazie Nino, e questa piccola torre voglio ricordarla con il tuo nome.
2 Novembre 2011 – Torre Bonafede – Giustina, parete sud.
… solito avvicinamento, solito diedro grigio verticale e invece di volgere a destra verso la torre "Nino Rizzardini", continuo per il camino di terzo e quarto grado con passo di quinto che mi porta ad una grande terrazza detritica, da quassù la Torre dei Bellunesi con il suo salto giallo e strapiombante finale fa veramente impressione. Il mio obiettivo invece è la piccola torre gialla appena sotto. Qui, la parete della torre è incisa al suo centro da una fessura verticale: sistemo la sosta, lego un capo della corda, metto il Grigri come auto-assicura e salgo tra le pance strapiombanti appena a destra della spaccatura. Forse sesto grado, e per entrare passo sul lato sinistro della fessura, quinto grado e, cercando i punti deboli, dopo una cinquantina di metri arrivo sulla cima, con difficoltà decrescenti dal quinto al terzo grado... Sono quassù e guardo la Dambra lì in basso che appare come un sentinella a guardia di questa roccaforte. Rocce che tanto danno a chi le scala ma anche a chi le contempla dal fondovalle, memorie che cerchiamo di lasciare a chi passerà dopo di noi, magari inseguendo i medesimi sogni o solo per non dimenticare chi lassù continua a vivere nei nostri cuori.
TORRE BONAFEDE-GIUSTINA (toponimo proposto) – non quotata
Via Bonafede-Giustina
Apritore: Paolo Michielini il 02/11/2011
Lunghezza: 240 mt.
Difficoltà: Dal 4° al 6, roccia buona
Esposizione: Sud
Materiale: Sono rimaste attrezzate solo le soste con chiodi normali.
Discesa: in doppie attrezzate
TORRE NINO RIZZARDINI (toponimo proposto) – non quotata
Via Nino Rizzardini
Apritore: Paolo Michielini nell’ Agosto 2009
Lunghezza: 200 mt.
Difficoltà: Dal 4° al 6- roccia buona
Esposizione: Sud
Materiale: Sono rimaste attrezzate solo le soste con chiodi normali.
Discesa: in doppie attrezzate
Note: I primi tre tiri sono in comune con la via delle Torre Bonafede-Giustina.
Le vie sono state aperte in solitaria auto-assicurato, usando chiodi normali e friends. A metà dell’ultimo tiro della torre Bonafede-Giustina si trova un dado incastrato di passaggio e la sosta poco sotto la cima. Le torri, a quanto ne sò io, non sono mai state salite e come propongo di dedicarle una ad un mio carissimo amico scomparso nel 2005, il pittore Nino Rizzardini e cresciuto nella frazione di Coi in Val di Zoldo ai piedi del Pelmo, e l'altra ai due soccorritori di San Vito di Cadore, Alberto Bonafede e Aldo Giustina. Sono due torri ben visibili sia salendo dal paese di Coi in Val di Zoldo, sia dal versante di Zoppè di Cadore salendo al Rifugio Venezia.
Paolo Michelini
Note:
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