Melloblocco 2017: individualmente insieme

L'arte di vivere insieme, ovvero il Melloblocco 2017 visto attraverso gli occhi di Maurizio Panseri che dopo 30 anni di arrampicata in Val Masino e Val di Mello, ha partecipato quest'anno per la prima volta al grande raduno boulder.
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Barbara Zangerl, vincitrice del Melloblocco 2017
Klaus Dell'Orto / OpenCircle

È da più di trent’anni che frequento la Val di Mello e sulle sue pareti sono numerose le vie che ho salito. A volte a fine giornata mi sono fermato a provare qualche storico passaggio sui sassi che costellano il pratone oltre il torrente. Ovviamente senza materassi e per quanto mi riguarda sempre con scarsissimi risultati. Il gioco per me è sempre stato quello di legarmi in cordata con un amico e passare la giornata appesi in parete, ammirando la valle che lentamente si allontana e sprofonda.

Mai avrei pensato di andare in Valle solo per fare blocchi e lasciare corde, imbrago, dadi e friend a casa. Mai avrei pensato di divertirmi un sacco e non sentire la nostalgia del vuoto e del silenzio che cerco in parete. Ringrazio chi mia ha stimolato a provare questo gioco e creato l’opportunità di farmi godere delle bellezze della valle vista da un’altra prospettiva, dal basso e non solo dall’alto.

Le regole del gioco cambiano, qui bastano magnesite e scarpette a cui aggiungere il crash-pad. Puoi essere solo, in coppia o in gruppo, non serve quel legame fisso che si crea in una cordata, è tutto più fluido e flessibile. Arrivi sotto un blocco e sei solo, e poco dopo ti ritrovi a provare i passaggi, consigliarti e pararti con un gruppo di persone che nemmeno conosci. Hai iniziato a provare in due spostando e riposizionando il crash-pad ad ogni movimento e poi ti ritrovi la base del blocco tappezzata da materassi multicolore. Piano piano c’è poi chi chiude il passaggio e chi ci riprova, qualcuno che si aggiunge e qualcuno che se ne va, c’è chi consiglia e c’è chi spazzola gli appigli, ma c’è anche chi osserva o si riposa, non manca chi prende il sole nel prato e lungo il torrente e ci sono pure un sacco di bimbi che corrono e si inerpicano ovunque.

Non mancano gruppi di ragazzi, tantissimi sono i giovani, e le famiglie, i top-climber e i boulderisti alle loro prime esperienze. Ognuno trova il suo spazio, ognuno trova il suo blocco con cui giocare e la sua linea da salire, facile o difficile che sia. E poi accade che vedi un ragazzo scalare a piedi nudi con una naturalezza strabiliante al punto tale che quel passaggio ti sembra semplice; poi ti avvicini e provi a metti le mani su quelli che prima ti sembravano appigli generosi per capire che hai appena visto un alieno.

La cosa più incredibile è che durante questa quattordicesima edizione del Melloblocco sono quasi 2500 i partecipanti a cui aggiungere quelli che sono lì per scalare per gli affari loro e chi ci viene per guardarsi in giro, passeggiare e godersi l’atmosfera di questa festa. C’è gente che arriva da tutta Italia e da mezza Europa, alla base dei blocchi le lingue si mischiano e si confondono e tutto attorno una natura strepitosa di una delle più belle valli dell’arco alpino. Ma voi avete presente cosa sono 2500 persone che arrampicano tutte insieme? Sono uno spettacolo! Ma se cerchi la quiete e la calma, non ci sono problemi, basta camminare un poco di più e un sasso che ti aspetta lo trovi di certo.

Osservo tutto ciò accadere e mi piace pensare che ognuno partecipi rivendicando una propria individualità attraverso la ricerca del proprio blocco e del giusto equilibrio per riuscire a realizzare movimenti e difficoltà al limite delle proprie possibilità; mi piace pensare che ciò assuma un valore particolare e intimo per ognuno proprio grazie alla dimensione collettiva di questa grande festa all’aria aperta. Qui ognuno può soddisfare il suo bisogno di libertà in un contesto naturale ma, a differenza di una salita in cordata, senza tanti patemi per la sicurezza. Qui se sbagli o se non ne hai più, dei materassi multicolori ti attendono alla base del blocco per ammortizzare la caduta e non devi fare altro che riposare per poi ripartire.

In questo gioco la tua scelta non vincola in alcun modo gli altri. Quando si sta sotto un blocco in compagnia e a turno lo si prova, l'interesse comune si esprime nel lasciare che ognuno soddisfi i suoi, in un atmosfera di fiducia diffusa anche tra persone che non si conoscono ma che in quel frangente si muovono solidali tra loro. Chissà cosa avrebbe pensato Zygmunt Bauman se avesse partecipato anche solo per una volta al Melloblocco, forse nella sua raccolta di testi "Individualmente insieme" ce ne sarebbe stato pure uno dedicato a questo raduno e all’inedito fenomeno sociale che rappresenta. Anche il Melloblocco è arte del vivere insieme.

di Maurizio Panseri





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