Masherbrum e il tentativo di David Lama, Peter Ortner e Hansjörg Auer
Questa descrizione dà già un'idea della grandezza di questo progetto, ma per capirlo meglio è importante fare un passo indietro per sapere qualcosa di più su questa montagna e la sua - seppur breve - storia alpinistica. Il Masherbrum è stato salito per la prima volta nel luglio del 1960 dagli statunitensi William Unsoeld, George Bell, Nicholas Clinch e dal pakistano Jawed Akhter lungo la parete SE. Nel 1981 una spedizione polacca è riuscita a mettere tre alpinisti sulla cima Sudovest, che con i suoi 7.806m è solo leggermente più bassa di quella principale. Un successo però che ha richiesto un costo tragicamente altissimo: durante la discesa persero la vita Marek Malatynski e Przemyslaw Nowacki, mentre soltanto Zygmunt Andrzej Heinrich riuscì a rientrare al Campo Base. Due anni più tardi i giapponesi Masahiro Nomura e Takeyasu Minamiura hanno calpestato per la seconda volta la cima principale, seguendo la via degli statunitensi del 1960, mentre nel 1985 un altro team giapponese ha salito con successo la cresta nord per segnare la terza salita del Masherbrum. Appena un giorno più tardi la quarta - e finora ultima - salita è stata effettuata dagli austriaci Andreas Orgler, Michael Larcher e Robert Renzler che hanno raggiunto la vetta dopo aver superato la parete Nord Ovest. Da allora tutti gli altri tentativi per salire il Masherbrum hanno fallito. Tra gli altri c'è da citare quello della spedizione russa del 2006 guidata dal veterano dell'Himalaya Alexander Odintsov che aveva come obiettivo la stessa parete di Lama, Ortner e Auer. Abituati come pochi a convivere con l'estremo, il formidabile team degli alpinisti russi è stato comunque costretto a ritirarsi a causa del tempo instabile e delle condizioni pericolose della parete.
Dunque, dal 1985 in poi la cima è rimasta inscalata: quasi 30 anni di resistenza che hanno aggiunto un carico enorme alla reputazione - già impressionante - di questa montagna.
Lama, Ortner e Auer conoscono bene la storia e sanno che l'impresa che hanno davanti è enorme: ripetere la linea originale sarebbe già un risultato eccezionale ed aprire una nuova via su questa inospitale parete in stile alpino ancora più straordinario. I tre sono consapevoli quindi che le loro probabilità di fare progressi significativi sono estremamente scarse. "Questo progetto richiederà certamente tutta la nostra esperienza collettiva di alpinisti" ha spiegato Ortner. Proprio per questo il trio si era allenato specificamente assieme per mesi e mesi, salendo difficili e pericolose vie nelle Alpi (come la prima salita invernale della Sagwand), nonché raggiungendo in questi anni altri obiettivi all'avanguardia: la prima salita in libera della Via del Compressore sul Cerro Torre in Patagonia per Lama ed Ortner, e la prima salita della Kunyang Chhish East per Auer (assieme a suo fratello e Simon Anthamatten), solo per nominare le due più recenti.
Auer, Lama e Ortner sono arrivati nel Karakoram a metà maggio e si sono acclimatati sul Broad Peak, compiendo diversi “viaggi" fino a circa 7000m prima di spostarsi al campo base del Masherbrum. Finora hanno effettuato un tentativo raggiungendo quota 5350m ma poi sono stati costretti a scendere per il tempo instabile. Attualmente sono bloccati al Campo Base sotto le forti nevicate, in attesa che il tempo migliori. Inutile nascondersi che condizioni ottimali sono ovviamente fondamentali per un eventuale successo.
Prima di partire per il Pakistan, Auer ci ha detto: "Tenete le dita incrociate. Abbiamo bisogno di tutta la fortuna possibile", mentre Lama ha dichiarato: "La prima volta che mi sono trovato di fronte al Masherbrum, ho subito capito che avevo trovato quello che cercavo. Una parete così incredibilmente enorme e difficile che sei tentato di credere sia impossibile."
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