Luca Bana chiude Goldrake 9a+ a Cornalba
Ricordo ancora quando, dopo aver salito lo storico Jedi sulla est di Cornalba qualche anno fa, guardavo con ammirazione (da terra) quel tiro li a fianco, Goldrake liberato da Adam Ondra, chiedendomi se mai un giorno l'avessi provato.
É passato un po' di tempo e nel frattempo sono migliorato. Quest'anno infatti, circa a metà marzo, sono tornato con una certa idea di metterci le mani, ma quel giorno ho poi optato per Uomo di piazza, bell'itinerario liberato da Gabri Moroni anni fa, riuscendo nella prima ripetizione.
Però la curiosità di misurarmi su Goldrake ormai era tanta, così finalmente mi sono convinto di andare a darci un occhio il weekend successivo. Quel sabato, il primo giorno sulla via, ho piazzato i rinvii e guardato bene tutti i movimenti, risolvendoli piuttosto bene e forse devo dire anche un po' inaspettatamente.
Il giorno seguente ho perfezionato qualche 'methode' e ho fatto un paio di giri in continuità, scalando bene la prima parte ma cadendo nella sequenza prima del crux. Ero davvero contento e motivato di continuare a provarla perché avevo capito che era una via che comunque avrei potuto fare, complice anche lo stile e i passaggi a me parecchio congeniali fin da subito.
Poi per quasi un mesetto, a causa di altri impegni e del brutto tempo, non ho potuto più andare a provarla. Ma appena possibile avevo intenzione di tornarci, d'altronde non volevo lasciar passare ulteriori giorni: così sabato scorso, con mio papà, sono salito in Corna per vedere come fosse messo il tiro.
I giorni precedenti aveva piovuto molto ma Goldrake (così come le altre vie) era tutta asciutta e le condizioni sembravano davvero buone. Ho fatto un giro di ricognizione per riprendere un po' di feeling con le prese e i movimenti. Viste le buone sensazioni, ho deciso di provare a fare un giro bello convinto, più che altro per capire un po' come mi sarei mosso in continuità. Sono riuscito a passare il punto dove ero caduto l'ultima volta, arrivando alla piccola decontrazione prima del crux, neanche troppo stanco. Con ancora un po' di energia rimasta, ho affrontato quei 5/6 movimenti duri e qualche secondo dopo mi sono ritrovato con la presa della salvezza tra le mani. Non ci potevo credere!
Il tratto duro era fatto, ma la via non era ancora del tutto finita: ho cercato di rilassarmi e concentrarmi bene per salire l'ultima parte in placca, abbastanza delicata e da non sottovalutare. Tutto é andato per il meglio e ho moschettonato la catena, ancora incredulo di averlo salito così velocemente: mi sono bastati 8 tentativi (3 giorni di lavoro) per aggiudicarmi la sesta ripetizione di questo splendido test-piece di alta difficoltà.
Un doveroso ringraziamento a Bruno Tassi, al Camós, per aver avuto l'intuizione di chiodare una linea così futuristica per quegli anni. E ora, testa al prossimo progetto!
di Luca Bana
Luca ringrazia Climbing Technology, Ferrino, SCARPA
SCHEDA: la falesia Cornalba