Le 4 stagioni di Kalymnos per l'arrampicata
Solo la bellezza ci salverà. La bellezza salverà la Grecia, la bellezza del suo mare, delle sue isole, della sua gente. Kalymnos, e l'arrampicata a Kalymnos, ne sono un piccolo ma illuminante esempio. 4 stagioni per l'arrampicata e la bellezza... 4 stagioni tra mare e roccia, per viaggiare e vivere con altri ritmi, quelli della bellezza appunto.
Oceano mare. Parlare solo di arrampicata è difficile. Perché per noi l’arrampicata è il fulcro, certo, ma Kalymnos non sarebbe così irrinunciabile se non si riesce a cogliere la sua offerta per intero. Perché di roccia così ce n’è tanta al mondo, anche di molto migliore, sicuramente. Perché il viaggio ne valga davvero la pena, si deve allora mettere in conto tutto: trasporto aereo finalmente comodo ed economico, alloggi dignitosi a prezzi ragionevoli, buon cibo a prezzo politico, motorino come mezzo di trasporto, kalymnoti entusiasti di questa inattesa ribalta internazionale, ambiente rilassato e vario, per provenienza ed età.
Quando andare a Kalymnos. In tarda primavera o primo autunno, in piena estate, ma anche in inverno, alloggiare a Kantouni o Massouri, o ad Emporios lontani dalla pazza folla? Quante volte i muri dei “baretti” di Sakis o di Glaros, luoghi tradizionali di incontro degli arrampicatori, hanno udito i presenti porsi questi quesiti, ognuno adducendo motivazioni antitetiche a favore dell’una o l’altra tesi, tutte vere, ahimè. E allora che fare? Qual è la stagione per Kalimnos?
Viene l’inverno. Venti freschi accarezzano l’isola, qualche millimetro di pioggia in più a novembre. Si frequentano allora le falesie dimenticate nelle stagioni più calde, quelle esposte in pieno Sud, da quelle che incorniciano Emporios alla celebrata Arhi, dalla lontana Galatiani ad Iliada, al gigantesco muro di Olympic Wall. Qualche operativo (voli aerei) in meno, alcuni dei ristoranti per turisti che si prendono un meritato riposo, il mare che si raffredda, è questo il momento esclusivo dell’arrampicata in un’atmosfera intima e remota. Ça colle, come direbbero oltralpe. È la stagione ideale per aggredire i muri a piccole prese.
La primavera, il risveglio. Le pendici delle montagne di calcare si rivestono del verde delle foglie dei cespugli e dell’erba e dei mille colori di moltitudini di fiori. In moto si viaggia ancora con giacca vento, guanti e berretta, ma verso le pareti si gusta il tepore del sole lungo i sentieri che tagliano praterie di vegetazione rigogliosa; un esempio per tutti: la splendida passeggiata per la strepitosa falesia di Ghost Kitchen. Lo scorcio mozzafiato del fiordo di Arginonda, con i colori del mare, della lingua di spiaggia ciottolosa, della roccia rossa della bastionata rocciosa di Katharina, una delle più apprezzate per il gran numero di lunghezze di tutte le difficoltà su muri interrotti da piccole grotte.
L’estate. Il caldo, il solleone. Non così su una piccola isola rocciosa, esposta a tutti i venti nel mezzo del mare Egeo. Ecco perché fior di arrampicatori, costretti o da impegni di lavoro o dal calendario della scuola dei figli, vengono numerosi anche in questa stagione. Si arrampica la mattina e si cala al mare poi tutti insieme nel primissimo pomeriggio in attesa della frescura serale. È durante le caldi notti estive che Paradise Beach, la Spiaggia del Pirata, la Ton Sai di Kalymnos, offre il meglio di sé. L’altra faccia del mare è la spiaggia di Kantouni, il mare dei Kalymnoti, dei cittadini di Pothia, senza lettini ed ombrelloni, con sabbia, libera, dove le famiglie greche si danno appuntamento per quattro chiacchiere galleggiando apparentemente immobili nel mare caldo.
L’autunno. È questo il momento in cui più di altri si apprezza com’è cambiato il turismo a Kalymnos dopo il fortuito e fortunato arrivo di Andrea di Bari nel 1997. Ancora a cavallo del 2000, verso la fine di settembre, nei giorni infrasettimanali, bar, ristoranti sulla costa Ovest dell’isola si preparavano alla chiusura invernale. I pochi affittacamere di Massouri e Kantouni chiudevano per ineluttabile migrazione dei turisti marittimi. I due villaggi si preparavano così ad un lunghissimo letargo invernale, dai primi di settembre a metà giugno. Ora in pieno ottobre, Massouri è una vivace cittadina colorata e tanti turisti di tutte le nazionalità, muniti di corde e zaini, affollano la via del centro e si attardano tra negozietti, bar, ristoranti e quant’altro. L’acqua del mare ancora calda è una sirena irresistibile dopo una giornata di scalata ed il tepore degli ultimi raggi di sole che calano dietro l’isola di Telendos lasciano ancora in spiaggia i lettini e gli ombrelloni della stagione estiva. Anche la poca e secca vegetazione mi ricorda che qui l’estate non è ancora finita. L’offerta di Massouri in particolare è decuplicata in questi ultimi 10 anni. I contrafforti della lunga bastionata rocciosa che dalla falesia di Symblegades Petres si protende fino a The North Cape, passando per i settori di Ourania, Poets, Iannis, Kalydna, Panorama, Grande Grotta, Spartacus e Odyssey, solo per citarne alcuni, sono ora solide fondamenta per nuovi e sempre più accoglienti studios.
Kalymnos per tutte le stagioni, dunque! Kalymnos e la bellezza della sua luce abbacinante, una luce così intensa che ci illumina dentro. Per me Kalymnos è una sorta d'invenzione, un rifugio. Perché la gente normale, quella che ogni giorno lavora, che ha una famiglia, non è annoiata dall’arrampicata, non deve cercare nulla di straordinario, vuole divertirsi e stare bene. È, se vorrete, un piccolo-grande sogno, solo un semplice sogno.
Kalymnos 5 cose da non perdere
1 – L’atmosfera rilassata nello stile di vita e nell’arrampicata
2 – Qualità e quantità di roccia
3 – Itinerari belli e ben attrezzati anche nei gradi facili e medio-facili
4 – Lo sciallo della Spiaggia del Pirata e le scorribande in motorino
5 – I tramonti su Telendos
Nicola Noè
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